vino brunello di montalcino
09 Dicembre 2019   •   Snap Italy

Vino Brunello di Montalcino: 5 piccole grandi curiosità

«Uno dei vini più apprezzati da italiani e stranieri, vi sveliamo 5 piccole grandi curiosità sul vino Brunello di Montalcino, il rosso che tutto il mondo ci invidia.»

Considerato il re dei Sangiovese, il vino Brunello di Montalcino appartiene a una zona già famosa per il Moscadello di Montalcino, dalla quale provengono vini di grande qualità. Un vino che deve la sua fama a Clemente Santi, che fu il primo a credere in questo Sangiovese e che oggi subisce almeno 5 anni di affinamento in botte. Vediamo quali sono cinque particolarità del Brunello che tutti dovremmo conoscere.

Fu inventato dal farmacista Clemente Santi

Il vino Brunello di Montalcino deve le sue origini al farmacista Clemente Santi che per primo nell’800 si industriò a vinificarlo in purezza e cioè senza mischiarlo con le bacche di altri vitigni. Si tratta del vitigno di Sangiovese Grosso in grado di produrre vini ben strutturati e dal gusto elegante. Nel 1865 si forgiò della denominazione Brunello di Montalcino, ma solo negli anni ’90 divenne un cult. Sono tanti i motivi che spingono a provare, almeno una volta nella vita, una delle migliori bottiglie prodotte da questa cantina, come il Brunello di Montalcino Biondi Santi su Tannico. La storia della famiglia Biondi-Santi è, infatti, legata a doppio filo a questo vino e alla sua fama a livello mondiale.

Proviene da un territorio molto particolare

Il Brunello di Montalcino d’altronde è particolare perché proviene da una zona con caratteristiche uniche. Si tratta del territorio compreso tra la Val d’Orcia e le valli dell’Asso e dell’Ombrone, tutte comprese nel Comune di Montalcino. Queste valli sono sovrastate dal Monte Amiata, che si erge per 1740 metri slm, e che da Sud-Est protegge i vigneti dagli eventi atmosferici più pericolosi, come grandine e forti rovesci. E non solo, perché l’Amiata garantisce le valli dai danni atmosferici fuori stagione, incanalando invece il vento sulle vigne e mantenendole aerate e sane.

Il vino Brunello di Montalcino deve invecchiare bene

La ricetta originale prevede un invecchiamento di 5 anni, ma in realtà dovrebbe riposare ancore di più. Fu Jacopo Biondi, garibaldino e figlio di Caterina Santi, che dopo una serie di esperimenti sul vitigno, riuscì a ottenere i migliori risultati dai vini riposati in botte per 10 anni. Una formula che è ancora in grado di riscuotere grandi successi a dimostrazione che questo vino, per dare il meglio di sé, ha bisogno di lunghi periodi di invecchiamento in botti di rovere.

vino brunello di montalcino

Non va confuso con il Rosso di Montalcino

Bisogna stare attenti a non confondere il Brunello con il più giovane parente proveniente dalla stessa regione: il famoso “Rosso di Montalcino”, che è un vino più semplice, di fattura molto più veloce, sicuramente meno alcolico e dai profumi più delicati. Un vino da tavola da imbottigliare presto e da bere entro i due anni dalla tappatura, spesso realizzato con le stesse uve, magari provenienti da zone limitrofe, di annate meno particolari e considerate non idonee per essere trattate in invecchiamento.

Ha il primato di vino italiano più caro

Infine, caratteristica peculiare di questo vino è il prezzo, che ripaga i produttori  delle cure e delle fatiche dedicate alla sua produzione. Infatti, il vino Brunello di Montalcino risulta sul mercato il prodotto sfuso più caro d’Italia, con i suoi 893 euro per quintale e 500 mila euro per ettaro. Intanto però il 70% della produzione finisce sulle tavole di tutto il mondo, tanto che il 2016 conta 9 milioni di bottiglie vendute, mercato USA in testa.