chiese particolari
29 Ottobre 2019   •   Sara Giannessi

Tre chiese particolari di Roma da vedere almeno una volta

«Un altro modo per andare a svelare i segreti della capitale e conoscerla sempre di più è scoprire quali sono le sue chiese più particolari»

A Roma esistono chiese di tutte le epoche e di tutti di stili. E sicuramente ci sono quelle che hanno un valore religioso maggiore. Oggi, però, andremo a scoprire quelle chiese che hanno un’architettura o delle decorazioni particolari che le rendano uniche nel loro genere, e perché no, visto che si avvicina Halloween, anche un po’ spaventose. A proposito di chiese particolari che si possono trovare nella Capitale, Roma na ha una quantità innumerevole tanto che Stendhal ne fece un elenco proprio mentre scriveva le sue passeggiate romane, partorendo pagine e pagine di nomi di chiese. E questo solo nel XIX secolo. A duecento anni di distanza non oso nemmeno immaginare.

Oggi ne scopriremo tre: la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, Santo Stefano Rotondo e la Chiesa dei Morti. Si va in crescendo dalla più artistica alla più creepy, per cui inizio dalla prima.

chiese particolari

Una chiesa dalla cupola particolare

La Chiesa di Sant’Ignazo di Loyola è situata nel rione Pigna, accanto al Pantheon. Entrando in questa chiesa è d’obbligo camminare con il naso all’in su. Il senso di meraviglia tipicamente barocco è ricercato questa volta nel gioco di prospettiva che disegna la cupola. Sì esatto, disegna. Questa chiesa manca di una cupola vera e propria, e avvicinandosi verso il centro si capisce che le arcate, i capitelli, le finestre, le colonne… sono tutto è un disegno. Un affresco magnificamente riuscito di Andrea Pozzo, un esempio di virtuosismo pittorico e prospettico che affascina ancora a distanza di quasi quattro secoli.

Cupola, Sant’Ignazio di Loyola, Roma

I macabri affreschi di Santo Stefano Rotondo

La Chiesa di Santo Stefano Rotondo si trova invece nel rione Celio, tra il Colosseo e la Basilica di San Giovanni in Laterano. È molto più antica della precedente, di epoca tardo romana, realizzata ancora come gli antichi tempi greci a tholos (di forma circolare) e con un ricco mosaico in stile bizantino che orna la cupola (questa volta vera). Ma il vero motivo per cui questa Chiesa è estremamente particolare sono gli affreschi che ne ornano le pareti. Essendo dedicata a Santo Stefano, primo martire della storia del cristianesimo, tutti gli affreschi rappresentano, in modo molto cruento e dettagliato, le torture che hanno subito i santi martiri cristiani. Gli affreschi sembrano essere basati sul Martirologio, un calendario liturgico che segnava la ricorrenza di ogni martire appunto.

Santo Stefano Rotondo, Roma

Chiese particolari… e un po’ creepy

L’ultima chiesa è quella più particolare e forse anche più suggestiva. La Chiesa dei Morti di Via Giulia. Se già il nome è indicativo, i due capitelli a forma di teschio posti sui lati dell’ingresso principale lo sono ancora di più. Ma in realtà il vero segreto si trova nella cripta, raggiungibile dall’interno della chiesa, solo dopo aver prenotato la visita con le suore che la gestiscono. Cosa nasconde la cripta? Scheletri. Tutto il classico “mobilio” da chiesa – crocifisso, lampadario, altare – tutto è stato realizzato con teschi e ossa umane. Il perché è ben spiegato nel sito della pro loco. È un luogo non unico nel suo genere a Roma, dove esiste infatti anche il Coemeterium dei frati Cappuccini, nel quale gli scheletri sorreggono l’architettura, ma è sicuramente una chiesa troppo particolare… e allora perché non vederla almeno una volta?

Chiesa dei Morti, Via Giulia, Roma

Sara Giannessi