Signor Settembrini birra artigianale
02 Febbraio 2015   •   Snap Italy

Settembrini e la sfida all’ultima… birra

«L’importante locale romano “Settembrini” continua a rinnovarsi»

 

Ultima sfida per Settembrini: la creazione di una birra. Un ulteriore passo in avanti per il marchio italiano che rappresenta tutta l’originalità e la voglia di sapersi rinnovare giorno dopo giorno.
La birra si chiama “Signor Settembrini”, ed è prodotta dal  piccolo birrificio Turan di Bagnaia, in provincia di Viterbo. Secca, beverina e leggermente amara, ha cinque gradi alcolici.
Ma la sfida che questo marchio ha lanciato alla ristorazione romana ed italiana nasce solo poco più di dieci anni fa. La storia e la tradizione firmate “Settembrini” sono alla base dell’esperienza che ogni giorno tutto il suo staff porta sulle tavole degli italiani, con il sorriso e la passione di chi crede nel Made in Italy.

Intervista a Claudia Cantonetti – addetto stampa di Settembrini

Quando nasce il primo locale Settembrini e per idea di chi?
“Settembrini – Ristorante” nasce nel 2003 da un’idea del proprietario, Marco Ledda. Nel 2010 arrivano il “Settembrini – Café” e la “Libreria Settembrini”: libreria, cucina, delivery, take away.
Da dicembre 2013 Settembrini è diventato anche un’officina di prodotti che coniuga cibo e design. Lontano dalla galassia Settembrini, ma sempre di famiglia, in pieno centro storico, c’è “Fandango Incontro”, un luogo unico che fa convivere libri, café, eventi, letture ed arte.

Inizialmente il progetto prevedeva l’apertura degli altri locali oppure le idee sono nate con il passare degli anni?
Le idee sono nate col passare degli anni grazie al successo riscosso dal ristorante. Il ristorante è stato un posto che ha innovato il panorama romano della ristorazione, ridisegnando modi di intendere vino, cibo e stili di vita. Quando la storica gelateria Giolitti ha ceduto l’attività ci è sembrato naturale fare questo passo ed aprire, accanto al ristorante, il Settembrini – Cafè.

Quanto conta per voi il Made in Italy, a partire dalle idee, ai prodotti utilizzati, allo staff, fino ad arrivare al posizionamento sul mercato odierno?
Moltissimo. Abbiamo stretto diverse sinergie con persone e produttori che da sempre valorizzano il territorio e i suoi prodotti. Alberto Marchetti, famoso maestro gelatiere torinese, Salvatore De Gennaro, della storica bottega del gusto “La Tradizione” di Vico Equense. E poi ospitando spesso amici ristoratori e produttori ambasciatori del Made in Italy e associazioni che valorizzano il territorio come Slow Food.

Come si esprime il made in Italy nei vostri piatti tipici?
Cerchiamo di esprimere il Made in Italy al meglio, attraverso la ricerca e la  lavorazione di materie prime che esaltino la regionalità e la stagionalità dei prodotti italiani.

Da dove nasce l’idea dell’Officina, e precisamente di cosa si tratta?
L’officina nasce in un ambiente dove prima c’era una vecchia officina meccanica. Si occupa della vendita di prodotti attentamente selezionati. Ricerchiamo piccoli produttori, aziende a conduzione familiare e cose introvabili in città.

Cosa mi dice del Fandango Incontro?
Il “Fandango Incontro” è uno spazio che coniuga arte, cibo e lettura. Stiamo lavorando ad una linea di ristorazione crudista dedicata con “Raw in Rome”.

In futuro avete intenzione di espandervi nel resto d’Italia o all’estero?
In Italia sicuramente, ci stiamo già lavorando.

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