Ristoranti solidali: 10 storie di inclusione
«Da Pizza Aut alla Locanda dei Buoni e Cattivi ecco 10 ristoranti solidali che raccontano storie di inclusione.»
Un ingrediente speciale sta cambiando il mondo della ristorazione. Non si tratta di materie prime d’eccellenza, di Stelle Michelin o location a picco sul mare, ma di qualcosa ancora più esclusivo, o meglio, inclusivo: la valorizzazione delle differenze. Una cucina fatta di ristoranti solidali, pronti ad accogliere le persone non solo per sfornare piatti deliziosi, ma anche per coinvolgerle in progetti sociali volti ad aiutare persone più fragili, con disabilità o per supportare percorsi riabilitativi. Noto a tutti è il caso di PizzAut, progetto di ristorazione volto a integrare ragazzi autistici nel mondo del lavoro e ad educare la società su questo disturbo.
TheFork, piattaforma leader nella prenotazione online di ristoranti in Europa, ha il privilegio di dare il proprio contributo ospitando nella propria piattaforma realtà come PizzAut che fondono perfettamente l’arte della cucina con il perseguimento di iniziative di grande impatto. Questi locali, animati dalla passione per qualcosa che va oltre al buon cibo, sono i pionieri di un vero e proprio movimento sociale. «La missione di TheFork è supportare i ristoranti per accrescere le loro prenotazioni e contemporaneamente aiutare i clienti a trovare il locale che renda indimenticabile ogni loro pasto fuori casa. Siamo oltremodo soddisfatti quando questa missione riesce a unirsi anche a una buona causa, perché riusciamo a renderci promotori di una ristorazione e di una società sempre più sostenibili e inclusive, in linea con i nostri valori», ha spiegato Carlo Carollo, Country Manager di TheFork in Italia.
Ecco una gallery di ristoranti “buoni” in tutti i sensi, rigorosamente prenotabili online:
PizzAut (Milano, Monza): In questi giorni con il suo truck al Meeting di Rimini, il progetto gastronomico e sociale di Nico Acampora mira a crescere sempre di più per garantire a quanti più ragazzi autistici futuro e dignità. Uno dei ristoranti solidali più in voga del momento.
Jodok Pizza e Cucina (Milano): Attività di ristorazione che fa capo a Olinda, progetto collettivo nato nel 1996 nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini con la missione di sostenere la riabilitazione di persone con problemi di salute mentale. Jodok ne è una delle emanazioni. Un ristorante-pizzeria ideale per fuggire dall’afa milanese restando in città e gustando pizze gourmet e piatti d’ispirazione mediterranea.
Fiore Cucina in Libertà (Lecco): Nel 1996 lo stabile ex Wall Street, sede di questa attività, è stato confiscato alla criminalità organizzata e nel 2017 restituito ai cittadini come esercizio di ristorazione dedicato all’inclusione sociale, alla promozione culturale e alla buona cucina, con particolare attenzione a valori quali legalità, accoglienza e inserimento lavorativo di persone svantaggiate. A tavola pizze con impasti e topping ricercati e gustosi.
Le Fonderie Ozanam (Torino): Fonderie Ozanam è una cooperativa sociale senza scopo di lucro che opera nel mondo della ristorazione da 33 anni e ha come missione formare ragazzi con certificata situazione di svantaggio, gli stessi che ogni giorno lavorano nelle cucine mettendosi alla prova in maniera professionale e divertente. Ne scaturisce un laboratorio di ricette culinarie che prende vita dalla costante condivisione di idee e che si nutre dei prodotti del proprio orto, sposando un concetto di cucina slow e a km zero. Non mancano pizze perfettamente lievitate.
Antica Riva (Vimercate, MB): Progetto di ristorazione che punta a formare e integrare persone con disabilità e non. Il menù è stagionale, moderno e d’ispirazione mediterranea e pone grande attenzione alla qualità degli ingredienti dei piatti e delle pizze, realizzate con impasto a base di farina di tipo 1 con germe di grano.
Roots (Modena): Questo progetto di impresa sociale per donne migranti a Modena è un ristorante, un coworking e uno spazio per eventi. Il menù è stagionale e racconta la storia di chi sta in cucina: ad ora, ospita ricette di origine albanese e nigeriana. Anche la carta dei vini è frutto di una selezione proveniente da produttrici che promuovono esempi di leadership e di imprenditoria femminile in campo vinicolo.
CIM – La Taverna del Castoro (Bologna): Il ristorante La Taverna del Castoro offre integrazione, formazione e solidarietà promuovendo percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili nel mondo della ristorazione. La cucina affonda le sue radici nei prodotti della terra, sapientemente trasformati per la tavola e ispirati alle ricette del territorio.
El Pueblo con Gustamundo (Roma): Gestito da In Cammino con Gustamundo APS, punta ad aumentare l’inclusione socio-lavorativa di rifugiati politici, richiedenti asilo e migranti, principalmente attraverso la gastronomia. Il ristorante El Pueblo, dal 2017, attraverso l’omonimo progetto Gustamundo, ha già offerto la possibilità concreta di implementare l’attività ristorativa a uomini e donne che erano cuochi o ristoratori nei loro paesi di provenienza, valorizzando le differenti culture in ottica di crescita reciproca.
Moltivolti (Palermo): Tra i ristoranti solidali ce n’è uno nato nel 2014 da un gruppo di 14 persone provenienti da 8 paesi; è un progetto pensato e strutturato per offrire dignità, cittadinanza e valore a partire dalla diversità. Nel cuore del quartiere Ballarò, parla di integrazione culturale ed economica, sia nella sua progettualità che nella sua cucina, che si racconta come un caldo abbraccio tra tradizione siciliana e ricette provenienti da diversi paesi del Mediterraneo: dal Senegal alla Tunisia, dall’Afghanistan alla Palestina.
Locanda dei Buoni e Cattivi (Cagliari): Progetto di impresa sociale della Fondazione Domus de Luna Onlus. Include nel proprio team ragazzi e giovani mamme che vivono in una condizione di emarginazione e fragilità, alcuni con disabilità e con passati difficili e provenienti da percorsi di autonomia dopo aver vissuto in comunità. Ha ricevuto riconoscimenti, tra gli altri, da Guida Michelin, Slow Food, Gambero Rosso, Touring Club e Accademia Italiana della Cucina.