02 Febbraio 2015   •   Snap Italy

Ringomusic il regno della musica torinese

«Marco Pugliese si racconta dalla vendita online alla realizzazione di un negozio tutto suo»

Ringomusic è il nome dello store di strumenti musicali a pochi passi dal centro di Torino. Il suo proprietario, il giovane Marco Pugliese, classe 1978, ci racconta com’è nata la sua avventura nel mondo della musica e come questa sia divenuta il suo lavoro.

Da che cosa nasce l’ispirazione di investire in un negozio di musica?
Sarebbe banale rispondere che tutto è nato dalla passione per la musica. In realtà tutto è partito da una serie di circostanze un po’ fortuite e un po’ volute. Ero fermo con gli esami all’università e cercavo una strada più concreta. Suonando, mi capitava di acquistare strumenti nei negozi e in un paio di occasioni, non trovandoli adatti alle mie esigenze, li ho rivenduti. Con mia grande sorpresa, recuperai quanto avevo speso, anzi addirittura ci guadagnai qualcosa. Iniziai un po’ per gioco, per arrotondare, e poi proseguii acquistando dai negozi stock invenduti, che piazzavo poi su Ebay. Poi mi spostai sul mercato americano, dove grazie al cambio, allora molto favorevole, ebbi la possibilità di acquistare a prezzi davvero vantaggiosi strumenti che in Italia si vendevano a prezzi esorbitanti. Nel contempo aprii partita iva e negozio, dopo 10 anni sono ancora qui e oggi ho due ragazzi che lavorano insieme a me e siamo davvero una bella squadra.

Da cosa è scaturito il nome “Ringomusic”?
Il nome della società è in realtà un altro, ma un po’ difficile da sillabare: Ringomusic mi sembrava più immediato, sia per l’omaggio a Ringo Starr, batterista dei Beatles, sia per la sua internazionalità e facilità di rimanere impresso nella memoria. Prima di arrivarci ho fatto giornate intere di brainstorming, tirando fuori nomi improponibili, e alla fine, quando ho smesso di pensarci, è venuto fuori Ringomusic.

Importa ed esporta strumenti musicali anche all’estero?
Sì, oltre a lavorare con i distributori nazionali spesso acquistiamo anche all’estero, soprattutto da piccoli produttori che hanno a catalogo strumenti di difficile reperibilità e che per noi sono l’eccellenza. Inizialmente avevamo anche un discreto mercato all’estero, come vendite, che tuttavia negli anni ammetto di aver trascurato e che ora sto riprendendo in mano con risultati soddisfacenti soprattutto in paesi come Spagna, Regno Unito e Germania.

Lei ha investito su se stesso. Si sente realizzato con il lavoro che fa?
Sono molto contento, sì, e mi rendo conto di aver raggiunto, sebbene nel mio piccolo, risultati impensabili. Penso che la realizzazione che si possa ottenere lavorando in proprio non abbia paragoni con qualsiasi altro lavoro, a prescindere da ciò che si fa. Ma, pur essendo molto contento di quello che faccio, mi sento pronto per mettermi alla prova in una nuova avventura, non penso sarà questo il lavoro che farò per tutta la vita.

La sua attività ha risentito della crisi economica?
È un settore di nicchia, quindi abbastanza al riparo da qualsiasi sbalzo verso l’alto o verso il basso, ma di certo una leggera flessione c’è stata. L’unico modo per risollevarsi è non cadere, tenere duro e continuare dritti e pervicacemente in una direzione, stando però attenti anche a guardarsi intorno cercando di adattarsi alle circostanze. Bisogna essere fermi, ma comunque flessibili, può essere un ossimoro, ma penso sia imprescindibile, oggi.

 

Rossana Palazzo

 

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