cosa fare a Selinunte
06 Marzo 2018   •   Snap Italy

La nuova Pompei è nascosta in Sicilia: cosa fare a Selinunte

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Vi suggeriamo una meta fatta di storia e natura, dove cultura e relax si intrecciano in maniera indissolubile. Ecco cosa fare a Selinunte, piccola città della Sicilia.

Selinunte, antica città greca situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, è oggi riconosciuta come il parco archeologico più grande d’Europa. Fa parte del territorio del comune di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Selinunte chiamata dai greci “Selinùs”, deriva il suo nome da σέλινον, il sedano che tuttora vi cresce selvatico, divenuto simbolo della monetazione della città. Questa ebbe vita breve, circa 240 anni, e raggiunse una popolazione di 100.000 abitanti. Lo stato in cui si presenta oggi Selinunte non è dovuto solo alla sua distruzione ad opera dei Cartaginesi, ma anche a terremoti, a secoli di incuria e di gravi spoliazioni. Per via della presenza di antichi resti, la città viene definita una “nuova Pompei”, stavolta collocata in Sicilia. Ma, oltre a questo, Selinunte offre anche un mare senza eguali, con una suggestiva Area protetta marina, spiagge incontaminate, tutti ingredienti in grado di regalare giorni di completo relax a chi sceglie di visitarla. Vediamo insieme cosa fare a Selinunte.

cosa fare a Selinunte

Nella nostra guida su cosa fare a Selinunte non si può non partire dal parco archeologico. 250 ettari, esaltanti esempio della civiltà greca in Sicilia. Istituito nel 1993 per proteggere la vasta estensione dei reperti presenti, è suddiviso in quattro aree distinte:

  • la collina orientale rappresentava un quartiere periferico rispetto al centro abitato. La scena è completamente dominata dai resti dei tre templi E, F, e G. Il tempio E, realizzato in stile dorico nel V secolo a.C., è l’edificio che meglio si presenta all’interno del Parco archeologico: dedicato a Hera (Giunone), venne ricostruito nel 1958 con le 38 colonne issate nuovamente. Il tempio F, è il più piccolo e antico dei tre, risalente al VI secolo a.C.. Il tempio G, dedicato ad Apollo, è il più grande di Selinunte ed opera di maestosità rara per il mondo greco: la sua costruzione venne iniziata nel VI secolo a.C. ma probabilmente non venne mai completata. Oggi si presenta come un ammasso di rovine;
  • l’acropoli di Selinunte, posta a pochi metri dal mare, era attorniata da robuste mura ancora in parte visibile. Il complesso della porta nord, costituito da torrioni, cunicoli sotterranei e catapulte, rappresenta una delle strutture militari più grandiose della Sicilia antica. Nella zona meridionale dell’acropoli trovavano posto costruzioni civili di piccole dimensioni in cui è stato ritrovato il segno di Tanit, simbolo della divinità fenicia protettrice della città e del commercio. Sul lato est furono edificati i templi O e A, di cui restano in piedi soltanto pochi blocchi. Più a nord si trovano i templi C, B, e D. Il tempio C, dedicato ad Apollo, è l’edificio più grande dell’acropoli e posto nella posizione più alta, assai panoramico su tutta la costa di Selinunte. Crollato a causa di un forte terremoto, venne in parte risollevato durante gli anni venti del Novecento. Da questo tempio sono stati portati al Museo archeologico di Palermo tre metope, sculture in altorilievo un tempo poste nella parte alta del tempio. Il tempio D, di notevoli dimensioni, fu edificato in onore di Afrodite, anche se alcuni studiosi non escludono che fosse Athena la dea venerata in questo luogo. Posto più a nord rispetto agli altri templi dell’acropoli, presentava 38 colonne complessive;
  • la collina Gaggera, che sorge affiancata al fiume Modione, era la parte sacra della città: qui venivano serviti i sacrifici agli Dei e i cortei funebri vi facevano tappa prima di giungere alla necropoli. È il santuario di Demetra Malaphoros (la Dea del melograno) l’edificio che rappresentava la sacralità di tutta l’area: edificato durante la prima metà del VI secolo, è un ampia struttura in cui sono state rinvenute piccoli vasetti contenenti le ceneri dei sacrifici e statuette raffiguranti una figura femminile che porta con sè un melograno. Al suo interno è ancora presente il grande altare dei sacrifici;
  • la collina di Manuzza, un tempo abitato principale della città, è oggi priva di particolare interesse.

Superata la parte strettamente archeologica nel rispondere alla domanda cosa fare a Selinunte, è fondamentale immergersi nella natura incontaminata, fatta di spiagge ampie, mare limpido e verde rigoglioso. Si tratta delle peculiarità di questa zona costiera. Non molto distante dal litorale vi è la Riserva Naturale integrale della foce del Fiume Belice e delle dune limitrofe. Il Fiume Belice è uno dei più grandi di tutta la regione e sfocia direttamente nel mar Mediterraneo. La riserva si caratterizza per la presenza di ampie dune sabbiose e di una florida macchia mediterranea.

Tra le spiagge che possono essere scelte quando si decide cosa fare a Selinunte, ci sono:

  1. Marinella di seminante, una spiaggia che si estende per oltre 5 km, si trova nella parte interna del golfo, non molto distante dall’Acropoli di Selinunte e la foce del Fiume Belice. La sua spiaggia si caratterizza per la presenza di sabbia rossa oltre che di aree attrezzate con lidi e ristoranti. La seconda
  2. Pineta: si trova nella parte interna della Riserva Naturale del Fiume Bellice. È anche questa molto ampia, si può facilmente raggiungere a piedi, la sabbia è color oro, il mare cristallino.
  3. Scalo di Bruca al Porto: Nella parte centrale di Marinella di Selinunte troviamo la terza spiaggia, una delle più frequentate della costa per via della sua agevole accessibilità. Il porticciolo vicino suddivide in 2 il lido: nella parte destra si possono praticare sport acquatici ma anche sport che richiedono l’aiuto del vento come vela, kitesurf, surf, eccetera. La parte destra, di solito, è meno affollata ed è la zona ideale per chi vuole trascorrere le vacanze in un ambiente rilassante. Nella parte sinistra del lido, invece, è possibile praticare in spiaggia anche sport di squadra, come beach soccer e beach volley. 
  4. Triscina: l’ultima spiaggia si estende per 6 km, con un ambiente incontaminato e sottoposto al continuo modellamento da parte del vento.

cosa fare a Selinunte

Parlare di cosa fare a Salinunte non esime dal suggerire di pranzare o cenare in uno dei tanti ristoranti/trattorie che offrono il meglio della cucina siciliana. Nel periodo estivo, nelle località marittime, la prassi è quella di mangiare del pesce appena pescato e cucinato in poco tempo per portare a tavola degli antipasti freschi che sanno di mare ma anche dei gustosi primi e secondi piatti. Una particolarità della zona è il pane nero di Castelvetrano tostato con i semi di sesamo. Un altro prodotto genuino, che rappresenta il fiore all’occhiello della produzione agricola locale, è l’olio extravergine d’oliva. A questo si aggiungono i simboli della pasticceria siciliana. Provare per credere.

Chiara Rocca

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