oscar farinetti
11 Giugno 2015   •   Snap Italy

Eataly: Oscar Farinetti dagli inizi ad EXPO 2015

«Un’intera famiglia dedicata all’imprenditoria, nato vendendo elettrodomestici, ora Oscar Farinetti esporta l’Italia nel Mondo»

Nasce nel settembre del 1954, il patron di quella che è considerata, l’osteria più grande del mondo, Eataly. Natale Oscar Farinetti, figlio d’arte di Paolo Farinetti, noto imprenditore piemontese famoso per aver dato luce alla catena Trony, a oggi, è il più grande imprenditore italiano legato al mondo “food”. L’ascesa del colosso è velocissima. Apre il primo dei suoi store, a Torino nel 2007. La sua intenzione era quella di rappresentare il cibo di qualità allestendo un locale di tre piani con ristoranti, bar, scuole di cucina, cantine ed anche un museo. In questi sette anni di vita, Oscar Farinetti, ha messo tutto se stesso, nel progetto Eataly, rinnovandosi di giorno in giorno, sempre attento alle mode, durature o passeggere che siano, rendendo emozionante una giornata passata nei suoi store, dove sicuramente trionfa il meglio dell’Italia e dell’italianità. In tutti questi anni, ha saputo dimostrare un attaccamento innato alla propria terra, e, di saper coniugare la sua attività imprenditoriale con l’attenzione verso l’ambiente e verso il sociale, tanto da essere ripagato dai numerosi premi a lui assegnati, come il Premio Scanno per l’alimentazione nel 2012 e il Premio America nel 2013. Nel 2014, l’Università di Urbino “Carlo Bo”, inoltre, gli ha conferito anche una Laurea magistrale ad honoris causa in Marketing e Comunicazione per le aziende.

oscar farinetti

Made in Italy – L’idea starter per la nascita del brand “Eataly”, è stata quella di dare uno spazio più ampio al Made in Italy nel settore agroalimentare, creando una filiera commerciale, che ha come presupposto, l’arrivare al cittadino con un mercato equo e solidale, puntando sulla qualità e stagionalità dei prodotti, cercando nei limiti di rimanere nel Kmø. Numerosi gli store del padron Farinetti all’interno dell’Italia e altrettanti li troviamo sparsi nel mondo.

L’ultima arrivata – A Ottobre 2015, verrà aperto l’Eataly World Bologna. Cos’è Eataly World Bologna? Non è altro che, il più grande spazio commerciale dedicato al food, che avrà come scopo, quello di raccontare la tradizione locale, la cultura del cibo di alta qualità e le competenze delle persone che da sempre lavorano nel settore agroalimentare, a tutto il mondo. Al suo interno potremo trovare, un allevamento didattico e coltivazione, vendita dal dettaglio dei prodotti, ristorazione, laboratori, un centro congressi e molto, molto altro.

Eataly nel mondo –Torino nasce, nel 2007, il primo Eataly, al Lingotto, nato dalla riqualificazione dell’ex fabbrica Carpano (produttrice di Vermouth). Successivamente dopo Eataly Lingotto apre il secondo store, Eataly Incontra… all’ombra della Mole Antonelliana. A Roma, il primo punto vendita viene aperto nel 2012, a breve invece verrà aperto il secondo a Piazza della Repubblica, nei pressi della Stazione Termini. Roma Ostiense è il più grande Eataly d’Italia, con un estensione di sedicimila metri quadri, adiacente all’Air Terminal. A Bari viene aperto, nel 2013, nella storica sede dell’ex Fiera del Levante. A Forlì, nel 2015 apre il “più bel Eataly d’Italia” a detta del padron Farinetti. Bologna invece è a città che ad Ottobre 2015 accoglierà il nuovissimo Eataly World Bologna. A Milano solamente nel 2014, apre il primo store, nella storica sede del teatro Smeraldo. La sede ospita il ristorante Alice, di Viviana Varese, chef stellata, protagonista della serie andata in onda su Real Time “La Chef e la Boss“. Alla lista si aggiunge anche FirenzeVenezia, Bari fino a Dubai ed Istanbul che ospita al suo interno il ristorante di Massimo Bottura. Ne troviamo addirittura nove a Tokyo e uno ad Osaka, ma tuttavia il più importante nella visione internazionale rimane quello sulla 5th Avenue a Manhattan, New York  gestito da Farinetti assieme alla famiglia Bastianich (madre Lidia e figlio Joe). L’imprenditore Piemontese sotto il nome del brand, possiede anche due ristoranti itineranti: due sulla nave da crociera Preziosa della flotta MSC, ed altrettanti sulla Divina sempre flotta MSC. Per finire in bellezza, la rassegna dei punti vendita, tutti i pasti serviti sui treni NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori, il nuovo sistema di viaggi di Luca Montezemolo) sono firmati Eataly.

La rivoluzione di Eataly Farinetti ha voluto mettere i bastoni tra le ruote a tutte le catene che erano a contatto con turisti e passanti per il nostro paese (vedi Autogrill), e far a capire a queste realtà imprenditoriali, cosa vuol dire, realmente, mangiare italiano. La sua battaglia verso il mal-mangiare non si è fermata, andando a colpire i vari McDonald’s o Burger King, aprendo, nel 2011, in molte località italiane, un esempio è quella di Roma in Via Veneto o anche di Milano e Torino, la sua Hamburgheria, che presentandosi come un normale fast-food, strizza un occhio alla cucina sana e alle prelibatezze nostrane. Unicamente Farine biologiche macinate a pietra del Mulino Marino (un mulino biologico della Langa, in zona Cuneese) per la panificazione dei propri panini, e carne rigorosamente Piemontese, quella de La Granda,  presidio Slow Food, il cui fondatore, Petrini, è punto di ispirazione per Oscar Farinetti, (disse di lui: «è stato il primo a farmi capire che il cibo è l’unico bene di consumo che noi mettiamo dentro il nostro corpo e fuori») per la preparazione dei loro hamburger.

Street Food all’italiana – Sembra che sia finito qui il primato di Farinetti? No! lo scorso anno da il via al nuovo progetto su ruote di StreetEataly, alti cibi in movimento, un vero e proprio foodtruck, nato dalla collaborazione con Slow Food. Il progetto è molto vasto, parte da un idea di franchising, dove ogni processo sarà seguito da StreetEataly, offrendo, con le modalità del fast food, un cibo artigianale preparato come uno slow food. Vera novità è il sistema di pagamento automatizzato, che consente la somministrazione di cibo, senza l’obbligo di maneggiare denaro da parte dell’affiliato StreetEataly.

Expo 2015 – Come si è visto, l’Eataly di Oscar Farinetti in pochi anni, ha surclassato altri colossi della ristorazione, tanto da riuscire ad aggiudicarsi (con non poche polemiche alle spalle, come quelle fatte da Caprotti, proprietario di Esselunga, altro colosso alimentare italiano) due interi padiglioni all’Esposizione Universale di Milano EXPO 2015. Primo obiettivo del brand promotore del Made in Italy è quello di celebrare la biodiversità e il primato della cucina italiana. The Answer is blowing in wind, è la frase scelta come motto per Italy is Eataly, il più grande ristorante che l’uomo abbia mai pensato. Farinetti ha pensato di costruire all’interno dei due padiglioni ognuno di 4000mq divisi da un hortus di altrettanti 4000mq, 20 ristoranti regionali targati Eataly, dove degli chef, da lui personalmente scelti, si alterneranno, uno per ogni mese di EXPO, ricevendo alla fine, il 70% dell’incasso. Alcuni nomi sono il Ristorante Cacciani per la regione Lazio, il Mercato Centrale per la Toscana, Forst per Friuli e Trentino, la trattoria Visconti per la Lombardia. Insomma tanti nomi, e soprattutto tutti molto prestigiosi. A far da sfondo alle opere d’arte di questi grandi cuochi si potranno ammirare le 250 opere di grandi autori moderni e contemporanei da Bernini a Gottuso fino ad arrivare a Giò Ponti, scelte da Vittorio Sgarbi, che vanno a formare la mostra “Il Tesoro d’Italia“. Eataly ad EXPO 2015 è una vetrina importante per il nostro paese, per far crescere la conoscenza dei nostri veri prodotti all’estero, dove sempre più spesso si sente parlare di contraffazione e appropriazione di marchi nostrani (il “parmesan” e i “wine kit” per il vino home-made ne sono un esempio). Secondo Farinetti infatti l’unico modo che l’Italia ha per non soccombere è aumentare l’esportazione del settore agroalimentare e del settore vitivinicolo. Per questo, il patron di Eataly, ha aperto una Associazione “VinoLibero” per la promozione dei Vini Biologici e cioè tutti quei vini che sono liberi da concimi di sintesi e da erbicidi, liberi da solfiti almeno per il 40% e che utilizzino un modello “dinamico” che promuove la ricerca verso nuovi metodi.

Oscar Natale Farinetti, in molti viene elogiato, altri invece cercano continuamente di screditarlo, eppure rimane e rimarrà per sempre, nella storia del nostro Paese, come colui che ha portato il Made in Italy nel mondo. Lo slogan del famoso brand è “La vita è troppo breve per mangiare e bere male”, mai frase più azzeccata di questa.

Silvia Risitano