Opere d’arte sull’autunno: emozioni della stagione malinconica
«Perchè esistono tante opere d’arte sull’autunno? Perchè sicuramente questa stagione è quella più profonda e ricca di emozioni, grazie ai suoi colori straordinari e la sua atmosfera unica. Ecco alcune delle maggiori opere d’arte sull’autunno italiane»
L’autunno è una delle stagioni più suggestive, e anzi, forse è quella che più rievoca emozioni, sentimenti e malinconia; per questo dai quadri alle canzoni, fino alle poesie, le opere d’arte sull’autunno sono tantissime. Con i suoi colori, le tinte del cielo, il foliage e le sfumature rossastre, questa stagione non è solo adatta per delle passeggiate e escursioni uniche, ma possiede anche un non so che di malinconico, nostalgico, struggente e profondo, che ovviamente non può sfuggire ai più grandi geni artistici. E per questo le opere d’arte sull’autunno sono sicuramente quelle più emozionanti. Scopriamo quelle più belle, dalle magnifiche poesie di Ungaretti fino ai dipinti di Giuseppe Arcimboldo.
Soldati, Ungaretti
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Credo che nessuno a scuola non abbia studiato questa piccola poesia, una delle più belle opere d’arte sull’autunno italiane. Il testo venne composto nel 1918, durante la prima Guerra Mondiale: per la prima volta infatti, tutto il mondo è impegnato in un conflitto sanguinoso, e un’anima come quella di Ungaretti non poteva non cogliere tutto il dolore di quel momento. E per trasmettere questo presente struggente, per far capire come i giovani ragazzi nelle trincee morivano, il poeta usa la migliore metafora che poteva: quella dell’autunno. Proprio come le foglie che, secche ma bellissime, in questa stagione cadono dagli alberi silenziosamente, allo stesso modo i giovani soldati uno dopo l’altro morivano, nelle trincee, senza far rumore, in tutta la bellezza della loro età.
Novembre, Giovanni Pascoli
Gèmmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate
fredda, dei morti.
Novembre è uno dei componimenti più famosi di Giovanni Pascoli, e anche uno dei più profondi. Insomma l’abbiamo capito: le opere d’arte sull’autunno raramente sono allegre, ma in fondo questa stagione porta talmente tanta malinconia che sarebbe strano aspettarsi il contrario.
Qui la riflessione è tutta sull’esistenza: è descritto precisamente l’11 novembre, il giorno dell’estate di San Martino, un momento in cui la temperatura in modo illusorio diventa più mite. Il sole, l’aria limpida ecc. sembrano preannunciarci l’arrivo della primavera, quindi della nuova vita. Ma in realtà tutto si sta avviando verso l’inverno, simbolo della morte.
Autunno, Vincenzo Cardarelli
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto
nelle pioggia di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
In questa poesia di Vincenzo Cardarelli l’autunno si mostra in tutta la sua bellezza correlata di nostalgia e malinconia. Il tema è molto simile al precedente: è quello dello scorrere del tempo, dell’avvicinarsi della vecchiaia, con la consapevolezza della straordinarietà della vita ma anche della sua prossima fine.
Infatti l’autunno è la stagione che simboleggia la maturità, il periodo che precede l’inverno, ossia la morte, dove il ciclo vitale della vegetazione, come quello umano, si ferma. Questa poesia di Cardarelli è infatti una delle opere d’arte sull’autunno più significative e malinconiche.
Autunno, Giuseppe Arcimboldo
Giuseppe Arcimboldo è un pittore del XVI secolo famosissimo per la sua ironia e le sue bizzarre composizioni. Il suo dipinto sull’autunno fa parte della serie delle opere per le Quattro stagioni, e diciamo che entriamo in un clima più felice di quello delle poesie precedenti. Infatti nel suo dipinto grottesco, Arcimboldo mostra tutti i frutti e le peculiarità della stagione autunnale, sostituendo i suoi prodotti con le fattezze del volto rappresentato. Il naso è infatti sostituito da una pera, i capelli sono grappoli d’uva, una zucca è il cappello, la bocca una castagna, la peluria del viso il grano, l’orecchio un fungo, il mento una melagrana e l’orecchino è un fico semiaperto. Insomma, una bella inventiva quella di questo strambo pittore!
Autunno, Francesco Guccini
Il famoso cantautore modenese non cambia di certo registro nella sua canzone rispetto alle poesie precedenti. Il brano, contenuto nell’album Stagioni, presenta infatti sensi di rimpianto, nostalgia, noia e malinconia, accompagnati da riflessione e consapevolezza. Con la tranquillità che lo contraddistingue, la dolce, emozionante e struggente melodia, Guccini ci fa capire che, sebbene in questa stagione tutto ci sembri lento, noioso, secco e poco vivo, in realtà essa divora ogni giorno della nostra vita con velocità e ferocia. Un parallelo ovviamente con le età dell’uomo anche qui, il quale, quando si rende conto di trovarsi all’autunno della sua vita, ossia la fase che precede l’inverno e quindi l morte, è pervaso da un immenso senso di tristezza e malinconia.
Ballata d’Autunno, Mina
Una ballata d’autunno un canto triste di malinconia vien dietro al giorno che va via
Così dice Mina, nella sua Ballata d’Autunno del 1972, una delle canzoni autunnali più famose. Anche in questa canzone i temi cardine dell’autunno, dalla malinconia alla nostalgia, dalla fugacità del tempo a quella della vita, vengono fuori. Ma c’è una differenza fondamentale: sono interpretati dalla magnifica voce di Mina, e quindi diventano ancora più emozionanti.
Francesca Celani