NOma: L’App che ricorda le vittime della Mafia
«Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene — Paolo Borsellino»
Correva l’anno 2007, quando un giovane ragazzo della periferia romana, salì sul palco del festival più conosciuto d’Italia, per cantare quella che sarà, da allora in poi, un inno, per ricordare le vittime di un sistema organizzativo, denominato Mafia. Era Fabrizio Moro e recitava così: «Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine / Appunti di una vita dal valore inestimabile / Insostituibili perché hanno denunciato / il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato» o ancora «Ci sono stati uomini che passo dopo passo / hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno / con dedizione contro un’istituzione organizzata» ancora «Ci sono stati uomini che sono morti giovani / Ma consapevoli che le loro idee / Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole / Intatte e reali come piccoli miracoli».
Negli stessi anni, faceva il debutto sugli schermi televisivi, un programma, che si preannunciava come la finestra su di una società nascosta. Il programma era Il Testimone di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Molte le puntate dedicate ad una situazione in Italia, che risale al XII secolo, quella della Mafia e di tutte le organizzazioni criminali, sparse per lo Stivale.
Nel 2013, Pierfrancesco Diliberto è ancora impegnato nella sua lotta sociale, tanto da realizzare il suo primo film da regista, intitolato La mafia uccide solo d’estate. Nato dall’esperienza civile e sociale dell’autore e di molti cittadini palermitani, il film è una vera e propria denuncia, verso un potere che si era fatto strada nelle vie di Palermo e in tutta la Sicilia, dividendo la città, tra la vita normale e quella degli attentati di Mafia. Grazie ai suoi toni leggeri, a volte ironici, ma sempre delicati, senza snaturare il senso stesso del film, riesce a vincere il Nastro D’oro come Miglior soggetto e il Globo d’oro come Migliore Sceneggiatura, oltre che a ricevere un encomio da parte del presidente del Senato Italiano, Pietro Grasso, definendolo la miglior opera cinematografica sul tema della mafia.
Arrivati nel 2016, la battaglia di conoscenza (e coscienza), di Pierfrancesco Diliberto, non si è fermata, tanto da presentare, Venerdì 5 febbraio, nella sala Koch del Senato, insieme al Presidente, prima citato, Pietro Grasso, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Marco Patuano amministratore delegato di Tim e Maria Pia Ammirati direttrice di Rai Teche, una nuova app per smartphone dal nome “NOma – Luoghi e storia NOmafia“. Nata da un’idea dell’associazione culturale “sulle nostre gambe”, ha come obiettivo quello di far conoscere la storia di molte persone, di molti eroi, che hanno combattuto questo “cancro della società” fino a perderci la vita.
Molte parole per descrivere un progetto sociale, a volte non servono, perché bastano le stesse del portavoce. Riporto qui, una parte del video di benvenuto all’app, dato dallo stesso Pif.
“Ciao sono Pif e ti volevo dare il benvenuto in NOma. Un app grazie alla quale, io ed alcuni amici, ti porteremo in giro per i luoghi NOmafia, anche grazie alla realtà aumentata. Ti racconteremo delle storie, straordinarie, di uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per combattere la mafia.”
NOma è un app che porta il giovane, il turista, lo studente, attraverso le strade di Palermo e dintorni, nei luoghi degli attentati mafiosi che hanno sconvolto l’intera storia italiana. È uno strumento di conoscenza, che aiuti, nel suo piccolo, le nuove generazioni a combattere questo male tutto italiano. Tutta via, non è obbligatorio trovarsi a Palermo per usufruire di questa applicazione perché sarà fruibile ovunque, grazie alla modalità Visita 360° portandoci virtualmente sul luogo degli attentati, con foto panoramiche. Oltre che ad uno strumento educativo, NOma è anche uno strumento sociale, grazie alla sua sezione dedicata all’iniziativa “Addiopizzo”. AddioPizzo non è altro che un gruppo di giovani che hanno deciso di ribellarsi alla mafia e con NOma, ora saranno aiutati, poiché la app propone gli indirizzi di tutti quegli esercenti che si sono uniti al progetto.
15 i nomi inseriti inizialmente. Quindici nomi, raccontati attraverso la voce di personaggi siciliani del mondo della cultura e dello spettacolo.
Paolo Borsellino – viene ucciso il 19 luglio 1992 in Via d’Amelio a Palermo assieme alla sua scorta. La sua storia è raccontata da Giuseppe Fiorello
Giorgio Boris Giuliano – fu freddato da 7 colpi di pistola alle spalle il 21 luglio 1979 da Leoluca Bagarella. La sua storia è raccontata da Pif.
Mario Francese – muore per mano di Leoluca Bagarella il 26 gennaio 1979, con 6 colpi di pistola. La sua storia è raccontata da Francesco Scianna.
Rocco Chinnici – viene ucciso con una autobomba, il 29 luglio 1983. La sua storia è raccontata da Pif.
Libero Grassi – viene assassinato da due uomini armati di pistola calibro 38 il 29 agosto 1991. La sua storia è raccontata da Leo Gullotta.
Giovanni Falcone – muore il 23 maggio 1992 assieme alla moglie e alla sua scorta, sull’autostrada per Palermo all’altezza dello svincolo di Capaci. La sua storia è raccontata da Pif.
Pietro Scaglione – È stato ucciso il 5 maggio 1971 nel corso di un agguato assieme ad un agente. È stato il primo magistrato vittima della mafia. La sua storia è raccontata da Isabella Ragonese.
Piersanti Mattarella – fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, muore il 6 gennaio 1980 davanti alla sua famiglia, da un killer. La sua storia è raccontata da Pif.
Antonino Agostino – Muore il 5 agosto 1989 assieme alla moglie Ida sul lungomare Cristoforo Colombro. La sua storia è raccontata da Teresa Mannino.
Pio La Torre – viene ucciso il 30 aprile 1982 a Palermo assieme a Rosario Di Salvo. La sua storia è raccontata da Giuseppe Tornatore.
Mauro De Mauro – Il 16 settembre 1970, sparisce nel nulla. Tutt’oggi il suo corpo non è mai stato ritrovato. La sua storia è raccontata da Ficarra e Picone.
Cesare Terranova – fu ucciso assieme alla sua scorta Lenin Mancuso, il 25 settembre 1979. La sua storia è raccontata da Ficarra e Picone.
Giuseppe (Beppe) Montana – viene ucciso a 34 anni, il 28 luglio 1985. La sua storia è raccontata da Francesco Scianna.
Carmelo Iannì – fu la prima vittima civile della mafia, viene ucciso il 28 agosto 1980. La sua storia è raccontata da Pif.
Giuseppe (Pino) Puglisi – Don Pino Puglisi, viene ucciso il 15 settembre 1993. La sua storia è raccontata da Pippo Baudo.
Prossimamente, verranno aggiunte a NOma, le storie di Filadelfo Aparo, Ninni Cassarà, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Paolo Giaccone e Calogero Zucchetto. Grandi storie di grandi personaggi che hanno dato la vita, per migliorare la nostra amata Italia.
Silvia Risitano