Mostra del cinema di venezia
10 Agosto 2018   •   Redazione

Mostra del cinema di Venezia 2018: storia e suggestioni dei 3 registi italiani in concorso.

«Luca Guadagnino, Mario Martone e Roberto Minervini sono i tre registi italiani in concorso alla 75° Mostra del cinema di Venezia. Scopriamo insieme la loro storia e le trame dei film in gara.»

Rendere conto degli eventi che si accalcano caotici […]. È forse, questa, la miglior descrizione del lavoro che sta alla base di questo festival. […] Senza rinunciare alla qualità […], in questo presente che ci hanno spiegato non esistere, in un universo che non è più il passato e non è ancora il futuro. Del cinema, s’intende. Alberto Barbera, direttore della 75° Mostra del cinema di Venezia, descrive così il Festival di quest’anno. Si terrà dal 29 agosto all’8 settembre.

Il Lido della Serenissima fa da cornice al festival cinematografico più antico del mondo, sin dalla sua prima edizione nel 1932. In quell’anno fu concepito come parte della più ampia rassegna della Biennale di Venezia. Molti i personaggi che si sono succeduti sulla famosa passerella, facendo sognare appassionati di cinema e non solo.

Del resto, la Mostra del cinema è un fiore all’occhiello del nostro Paese e sono molti quest’anno i registi italiani presenti. Alessio Cremonini partecipa con Sulla mia pelle alla sezione Orizzonti, dove un meraviglioso Alessandro Borghi interpreta Stefano Cucchi. Saverio Costanzo presenta L’amica geniale, unica serie tv a partecipare Fuori Concorso, tratta dal romanzo best-seller di Elena Ferrante. Concorrono al Leone del Futuro, Ciro D’Emilio con Un giorno all’improvviso e Emanuele Scaringi con La profezia dell’armadillo, ispirato all’opera a fumetti di ZeroCalcare. Solo per citarne alcuni.

Ma è chiaramente sui 21 film In concorso che è puntata l’attenzione generale del pubblico e della giuria, presieduta da Guillermo del Toro, vincitore del Leone d’oro per The shape of water nel 2017. Per l’Italia tre nomi: Luca Guadagnino con Suspiria, Mario Martone con Capri-Revolution e l’esordiente Roberto Minervini con What you gonna do when the world’s on fire? Ripercorriamo insieme la loro carriera artistica e rivediamo la trama delle pellicole italiane in gara alla 75° Mostra del cinema.

Luca Guadagnino

Nato a Palermo, classe 1971, si è laureato alla Sapienza di Roma con una tesi su Jonathan Demme. La sua prima partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia è attestata al 1999 con la pellicola The Protagonists. Autore di documentari, cortometraggi e videoclip, tra le sue opere ricordiamo Melissa P. (2005) e Bigger Splash del 2015. Riceve il plauso del pubblico e della critica con Call me by your name (2017), tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman. Nel 2018 è Oscar per la miglior sceneggiatura non originale di James Ivory.

Con Suspiria, la cui colonna sonora è curata da Thom Yorke dei Radiohead, Guadagnino rende omaggio al maestro dell’horror Dario Argento: in una famosa scuola di danza la direttrice (Tilda Swinton), una ballerina ambiziosa (Dakota Johnson) e uno psicoterapeuta in lutto (Lutz Ebersdorf) saranno protagonisti di un incubo da cui solo qualcuno, forse, uscirà vivo.

Mario Martone

Mario Martone è napoletano, del ’59 e la sua prima passione è il teatro: a vent’anni fonda la sua prima compagnia teatrale, sperimentando sia il repertorio classico che quello sperimentale. Il suo primo lungometraggio, che gli vale il Leone d’argento del premio speciale della critica alla Mostra del cinema di Venezia, è Morte di un matematico napoletano del 1992. Nel 1995 riceve il David di Donatello alla regia per L’amore molesto tratto dal romanzo di Elena Ferrante. Molti si ricorderanno di lui soprattutto per il risorgimentale Noi credevamo del 2010, tratto dal romanzo omonimo di Anna Banti, e per il meraviglioso Leopardi/Elio Germano de Il giovane favoloso (2014).

Con Capri-Revolution il regista ci proietta in una comune di giovani nord-europei sull’isola di Capri, nel 1914. L’Italia sta per entrare in guerra e qui avviene l’incontro tra Lucia, una capraia del paese, la comune guidata da Seybu e un giovane medico. In un clima di utopia e libertà ci si prepara per la rivoluzione.

Roberto Minervini

Principalmente un regista di documentari Minervini, che nasce nel 1970 a Fermo. Ha studiato Economia e Commercio ad Ancona per poi specializzarsi in Cinema fra la Spagna e le Filippine. Attualmente vive e lavora fra gli Stati Uniti e l’Italia. Nel 2014 ottiene il David di Donatello per il miglior documentario con Stop the Pounding Heart: Sara, un’adolescente texana figlia di due allevatori di capre, viene sconvolta dall’incontro con Colby, allevatore di tori e cowboy di rodeo. Con Bassa Marea (2012), vince il premio Ambassador of Hope nella sezione Orizzonti del 69° Festival del cinema di Venezia.

What you gonna do when the world’s on fire? scava alla radice della disuguaglianza sociale dell’America di oggi attraverso il focus sull’odio razziale nei confronti degli afroamericani, questione dilaniante mai veramente risolta.

Foto copertina: @Asac-La Biennale di Venezia

Lavinia Micheli