modalità agile
30 Maggio 2022   •   Redazione

Modalità Agile: l’organizzazione del lavoro del futuro per Giuneco

«L’innovation hub fiorentina promuove ed abbraccia la modalità di lavoro agile e smart. Vantaggi? Il rapporto di fiducia che si crea con il partner»

Stimolare la crescita individuale e la condivisione delle informazioni di progetto mantenendo sempre i collaboratori allineati sullo stato dei lavori, facilitando la pianificazione adattiva e lo sviluppo evolutivo, oltre ad offrire al cliente un feedback continuo sullo sviluppo del proprio prodotto. Sono questi i punti di forza della metodologia agile, la modalità di lavoro e di sviluppo dei progetti che ha deciso di abbracciare Giunecotechnology house con sede a Firenze che basa la propria forza su un laboratorio creativo di talenti.

«È stato uno sviluppo naturale per Giuneco adottare la metodologia Agile in quanto perfettamente in linea con la vision aziendale – afferma Marco Castellani, CTO e Agile Coach – Il manifesto AGILE dichiara infatti di dare priorità alle persone sopra i processi, sottolinea e punta ad implementare l’importanza e la capacità di reagire al cambiamento ed essere flessibile. Il mondo, soprattutto nel nostro settore, va molto veloce e rispondere ai cambiamenti in modo strutturato e organico è una sfida importante: le pratiche AGILI aiutano a creare quella struttura che ti permette di essere flessibile. Per fare sì che questo approccio sia veramente efficace l’intera azienda ha deciso di abbracciare questa metodologia comprese le aree sales e amministrative».

Le fasi della metodologia Agile di Giuneco ed i vantaggi di utilizzare un approccio smart

La metodologia principale adottata da Giuneco per organizzare il lavoro è rappresentata da alcune fasi ben strutturate: un planning, in cui si discute delle attività dei 15 giorni seguenti, denominato sprint, e uno stand-up meeting quotidiano tutte le mattine prima di iniziare il lavoro nel quale ogni persona condivide con i membri del team le attività svolte, gli eventuali problemi da risolvere e le attività del giorno. «Per ottimizzare il lavoro del Product Owner organizziamo una riunione di refinement, a metà dello sprint, utile a identificare le informazioni mancanti per lo sprint successivo” – precisa Federico Barsotti, Socio e Head of Product Owner. Oltre a questi momenti, sempre a cadenza quindicinale, si effettua una riunione di retrospettiva per identificare momenti di crescita per il team, nell’ ottica del miglioramento continuo».

Per poi affrontare nel migliore dei modi i nuovi progetti, il team di Giuneco ha definito una vera e propria attività di workshop. «Ciò ci permette di entrare nel dominio applicativo del cliente e di distillare i principali requisiti tecnici e funzionali in modo da poter avere una maggiore focalizzazione e portare subito valore effettivo sul progetto ad esempio definendo un MVP e poi un roadmap di sviluppo per milestone – prosegue Claudio Sorbi, Socio e Sales Manager. Sfruttando il workshop aiutiamo il cliente ad “andare velocemente” sul mercato, minimizzando l’investimento, così che noi allo stesso tempo acquisiamo competenza sull’ambito lavorativo del cliente e lo possiamo consigliare al meglio».

modalità agile

La differenza ed il vantaggio di un progetto sviluppato in modalità “agile” rispetto ad uno in modalità tradizionale sta proprio nel rapporto di fiducia e di confronto continuo che si crea con il partner. Demo e incontri cadenzati permettono di rispondere velocemente al cambiamento, riorganizzando l’ordine delle prioritá e certificando step by step che il risultato sia quello atteso dal cliente. «In un approccio “waterfall” o a cascata, invece, i punti di contatto con il cliente sono solo in fase iniziale e finale, andando a perdere la possibilità di effettuare correzioni e cambiamenti durante lo sviluppo e rischiando di rendere l’intero processo più “bloccato” e meno “agile”. Per quanto riguarda i team di sviluppo abbiamo impostato una politica della trasparenza e questo ha reso tutte le persone più coinvolte e attente agli obiettivi, favorendo la crescita di nuovi talenti e la compenetrazione delle conoscenze individuali» – conclude Marco Castellani.