Lisetta Carmi
07 Febbraio 2019   •   Francesca Tantillo

Lisetta Carmi in  mostra  a Roma

«Lisetta Carmi. La bellezza della verità: a Roma la prima mostra in un Museo Pubblico. Dal 20 ottobre fino al 3 marzo 2019 al Museo di Roma in Trastevere.»

Lisetta Carmi è una fotografa genovese di 94 anni che Roma celebra con la mostra Lisetta Carmi. La bellezza della verità. Lisetta Carmi è una fotografa anticonformista e liberale; per lei la macchina fotografica non è uno strumento che riguarda l’estetica ma è un mezzo per costruire racconti a forza di sequenze narrative. Ciò si intuisce osservando i suoi lavori esposti al Museo di Roma in Trastevere, che alla novantaquattrenne fotografa genovese ha dedicato la mostra antologica. È un vero e proprio viaggio fotografico lungo vent’anni raccontato attraverso 170 immagini, prima dell’abbandono incondizionato della fotografia.

Lisetta Carmi

Travestiti, foto presa da fb

Tra le foto spiccano tre nuclei di lavori concepiti come progetti di pubblicazione su tre temi assai diversi fra loro ma sempre basati su una scrupolosa osservazione della realtà.  Lisetta Carmi, borghese di origini ebraiche è una donna in cui si sono espresse esistenze diverse. Apprezzata pianista prima, fotografa impegnata poi e infine seguace ispirata del guru indiano Babaji. Eppure, nonostante sia stata una superba foto-giornalista, Lisetta  non avrebbe mai immaginato di fare la fotografa. All’epoca della sua prima vita stravede infatti per il pianoforte. «Lo fa cantare», esclamano entusiasti i giornali italiani e stranieri. Per anni alterna l’insegnamento all’attività concertistica ma il suo percorso musicale si interrompe il 30 giugno del 1960.  Alla fotografia arriverà per caso.

«Non l’amavo, lo consideravo un mezzo di conoscenza. Mi è servita per capire chi ero io e chi sono gli altri».

Dopo un ventennale da fotografa  arriva il viaggio in India e l’incontro con Babaji Herakhan Baba, che orienterà la sua vita verso la meditazione e la purificazione della mente. Da qui  l’abbandono della fotografia, la nascita dell’Asrahm e l’inizio di una nuova e affascinante terza vita. Non certo l’ultima.

Lisetta Carmi e i travestiti

La sua naturale curiosità, la voglia di conoscenza si esprimono anche attraverso i suoi famosi, quanto scandalosi scatti ai travestiti. Sono foto degli anni Sessanta che denunciavano le prime forme di trasgressione. Si tratta di  foto  che ritraggono volti con nomi e storie da raccontare. Mai prima d’ora nessuno aveva osato  tanto in Italia,  un paese ancora  puritano e conformista che non era pronto ad accettare questa realtà. Ed è per questo che Lisetta Carmi decide di puntare l’obiettivo sulle storie dei transessuali.

Lisetta Carmi

Travestiti, foto presa da fb

Per dar voce ad una realtà che c’era ma che si faceva finta di non vedere.

Per di più con una maestria tale da scansare il rischio di trasformarli in un fenomeno da baraccone ma, al contrario, provando a raccontare attraverso quegli scatti così minimali le loro aspirazioni piccolo borghesi. Il suo lavoro più noto resta però quello sui travestiti genovesi, anche se all’epoca incontrò non poche difficoltà.  Con queste foto realizza il libro  Travestiti. Il libro, pubblicato nel 1972 da Sergio Donnabella, è invisibile, le librerie non lo espongono, anzi lo nascondono, lo tengono sottobanco, un oggetto clandestino da destinare al contrabbando. Cesare Musatti uno dei fondatori della psicoanalisi italiana, si rifiuta di presentarlo, specificando, se non fosse sufficientemente chiaro, che si tratta di gente da rinchiudere in ospedale, non certo di persone cui fare pubblicità. Ci penserà la scrittrice Barbara Alberti a salvare le copie dal macero, organizzando apposite feste e scegliendo gli invitati fra quelli che avrebbero potuto apprezzare il libro.

Lisetta Carmi

Travestiti, foto presa da fb

La mostra

La mostra sul lavoro di Lisetta Carmi vuole celebrare proprio le sue fotografie attraverso un percorso suddiviso in tre temi. Ogni nucleo espositivo riguarda proprio uno specifico momento della sua fotografia. La metropolitana parigina, i travestiti e la Sicilia. Gli scatti ripercorrono la sua carriera durata più di vent’anni attraversando gli anni ’60 e ’70. Con il suo obiettivo ha impresso sulla pellicola una realtà troppo spesso lasciata in sordina e poco considerata. Ne sono esempio anche le immagini realizzate nel 1964 nel porto di Genova, che compongono uno dei più significativi reportage del dopoguerra sul tema del lavoro.

L’esposizione si apre proprio su queste crude immagini di sfruttamento e prosegue con le riprese all’interno degli stabilimenti Italsider, dove Lisetta organizza anche una serie di ascolti di musica classica e sorteggia poi i dischi tra gli operai. È la mescolanza della partecipazione solidale e della denuncia che fa di lei una personalità monumentale, la cui personalità si può percepire  nella proiezione della lunga intervista realizzata dal curatore della mostra Giovanni Battista Martini.

Sempre legato alla città di Genova, il progetto fotografico da lei intitolato Erotismo e autoritarismo a Staglieno mostra la straordinarietà e il fascino del cimitero monumentale. Sono presenti le fotografie contenute nel volume Acque di Sicilia, pubblicato nel 1977 con i testi di Leonardo Sciascia. E anche quelle del testo a copia unica Metropolitan, dove compaiono le immagini della metropolitana parigina scattate nel ’65 e accompagnate dal testo Instantanés di Alain Robbe-Grillet, presentate al pubblico per la prima volta.

La grande voglia di scoprire nuove culture e la conoscenza, portano Lisetta Carmi a viaggiare tanto, tantissimo. Visita paesi come l’America Latina, India, Africa e Israele. Le sue immagini rimangono uno strumento imprescindibile per la conoscenza storica di quei luoghi e di quelle realtà.

In mostra ci sono anche molte immagini inedite dedicate ai ritratti di artisti e personalità della cultura. Ci sono  i ritratti di Ezra Pound del 1966 la cui figura stanca e malata Carmi traspone prodigiosamente sul puro piano della letteratura. Il lavoro fu insignito del Premio Niépce per l’Italia. Emblematiche le parole di Umberto Eco, membro della giuria: «Le immagini di Pound scattate da Lisetta dicono più di quanto si sia mai scritto su di lui, la sua complessità e natura straordinaria». Attraverso il suo obiettivo Lisetta Carmi ha allineato la storia della fotografia con la contemporaneità.

Lisetta Carmi. La bellezza della verità, Museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant’Egidio 1/b

Giorni e Orari

Martdedì-Domenica: 10:00-20:00
Lunedì chiuso

Francesca Tantillo