BJULL: il “frutto” del tuo lavoro è condiviso
«Bjull è la nuova piattaforma che mette in contatto hobby farmer e piccole imprese agricole con acquirenti, tramite un semplice click. In questo modo si ha la possibilità di acquistare prodotti ortofrutticoli a km 0»
La fondatrice, Sally Semeria, ci ha raccontato qualche dettaglio del progetto!
Qual è la storia di Bjull (quando e come nasce l’idea)
«Bjull nasce dalla storia della mia famiglia: mio padre é un piccolo produttore ligure di frutta, verdura e olio evo. Ogni anno ci trovavamo con eccedenze di prodotto, o magari completamente sprovvisti di un altro e mi sono chiesta come si potesse combattere lo spreco e condividere il prodotto con chi invece lo potesse apprezzare sul serio.
Nasce anche dall’esperienza del mio percorso lavorativo, iniziato in un’azienda di vendita di prodotti food italiani e proseguito in Airbnb, dove sono stata per 2 anni la responsabile vendite del mercato Italia.
Bjull può essere definito l’Airbnb dell’orto, dove il letto viene sostituito da frutta e verdura fresca.
Il nome di Bjull nasce da un cane, che in una notte di temporale ha soccorso il gatto di casa e l’ha riportato alla base sano e salvo. Io e il mio co-founder, Francesco Grandazzi, ci siamo detti che il segugio avrebbe indicato la strada giusta anche per trovare frutta e verdura local».
Chi è Sally Semeria
«Sono di origini liguri, precisamente di Imperia, ma mi sento cittadina del Mondo da sempre. La mia carriera lavorativa inizia nelle vendite, cinque anni fa il trasferimento dalla Liguria a Milano, e la ricerca di una dimensione più ampia.
Ho avuto subito la mia occasione entrando in Airbnb e avendo dopo pochi mesi il ruolo di responsabile sales per il mercato Italia. Un’esperienza formativa e incredibile, che mi ha permesso di entrare nel Mondo della Sharing Economy e ampliare gli orizzonti. Sono da sempre veramente appassionata di cultura e filosofia americana, quindi lavorare per un’azienda di San Francisco era realizzare un piccolo sogno!
Dopo un paio d’anni mi sono resa conto di voler altro: quando una startup diventa una big company, possono cambiare gli equilibri; sentivo di voler tornare ad una dimensione più piccola. Così ho lavorato un anno per Gnammo, come community manager milanese, facendo anche un paio di consulenze per altre startup.
Il bisogno di dedicarmi a qualcosa di esclusivamente mio era impellente e dall’inizio di quest’anno ho mollato il resto per concentrarmi su Bjull, che nel frattempo stava crescendo».
Quali obbiettivi si è posta?
«L’obbiettivo di Bjull è la creazione di una community di appassionati di local e km0. I nostri valori sono quelli del local: con Bjull vogliamo combattere lo spreco e dare la possibilità a tutti di far conoscere il “frutto” del loro lavoro nell’orto.
Nei nostri progetti l’arrivo al mercato americano, da sempre uno dei nostri interessi maggiori: abbiamo infatti visto il potenziale del progetto applicato al territorio degli States. Ogni città negli Usa ha un pezzo di terra, la condivisione potrebbe raggiungere davvero grandissimi livelli!»
Da chi è composto il team
«Nel team siamo in due: io mi occupo di pr e dell’immagine di Bjull. Insieme a me, Francesco Grandazzi, marcom plan, che si occupa della crescita del portale e dello sviluppo del progetto».
Come funziona Bjull
«Bjull é il primo sito internet che permette, anche attraverso la geolocalizzazione, di trovare l’orto più vicino, i contatti dei contadini e tutte le info necessarie per recarsi sull’orto e cogliere a km0 i prodotti direttamente dove nascono.
Il sito é aperto a tutti: hobby farmer che coltivano per passione e che vogliono condividere il prodotto in eccesso, piccole aziende agricole che hanno vere eccellenze sul territorio, appassionati di green healthy food che vogliono trovare cosa si coltiva intorno a loro.
Se si è interessati a prodotti a km0 basterà quindi cercarli sulla mappa e trovare quelli più vicini, se invece si è un produttore basterà registrarsi con le info di base e entro pochi giorni si andrà online. Il sito è completamente free».
Il futuro di Bjull
«Stiamo partecipando a delle selezioni internazionali per incubatori di startup americani. Il nostro obbiettivo resta sempre infatti l’arrivo nel mercato americano e stiamo lavorando in quella direzione. Stiamo pensando anche a sviluppi della piattaforma per cambiare la visibilità fra gli utenti».
Chiara Brugiolo