kisho
01 Ottobre 2018   •   Cecilia Gaudenzi

Kisho, l’intervista al rapper che attraversa le fasi della vita

«Kisho è il “Primordiale” rapper romano che crede nel valore della musica a 360 gradi. Denovo è il suo ultimo singolo, frutto dell’esigenza di raccontare il cambiamento e la rinascita, un inno all’essenza dell’amore. Noi lo abbiamo intervistato per voi.»

Definire Kisho (Fb, IG) un rapper è davvero riduttivo. Il giovane artista romano è infatti un vero conoscitore della musica che studia fin da quando era bambino. Polistrumentista e curioso della materia, spazia tra vari generi, dal blues al gospel, dal rock alla musica nera, fino al canto gregoriano. Il prescelto però è il rap, quello vero che viene dalla strada ma pur rimanendone fedele, il suo ultimo singolo Denovo mette insieme influenze diverse, risultato di sperimentazione, ricerca e mescolanza. E Kisho non è solo in questo progetto, realizzato grazie alla preziosa partecipazione del producer MDM e di Mattia Di Tella, uno dei più talentuosi videomaker italiani. Kisho purtroppo non lo abbiamo incontrato di persona ma, nella speranza che ciò avvenga presto, ci abbiamo fatto una bella chiacchierata virtuale.

Senza anticiparvi altro ecco per voi l’intervista a Kisho!

Kisho tu sei musicista, polistrumentista. Quando hai cominciato a fare musica?
La prima chitarra me la regalò uno zio a 10 anni per la mia Prima comunione. Era un modello timone – spagnola, non riuscivo neanche a suonarla per quanto erano alte le corde dal manico, solo 2 anni dopo cominciai a fare lezione per poi passare all’elettrica e continuare per conto mio a scrivere canzoni. Appena appresi i primi 3 accordi scrissi la mia prima canzone, dovrei ancora avere il testo da qualche parte… per questo non sono mai diventato un buon esecutore, troppo occupato a volare con la mente. Esercitarmi e suonare le canzoni di altri mi ha sempre annoiato per questo credo di aver scritto così tante canzoni nella mia vita.

Come sei approdato al rap?
Quando facevo rap io non esisteva YouTube nè tanto meno la trap e si vestiva con pantaloni larghissimi e cappelli strafichi. Facevamo pezzi strumentali alla “Rage”, concerti nei pub e nelle scuole occupate nei centri sociali, per strada! Non pensavamo a fare soldi ma solo a lasciare un segno. Ora è cambiato tutto come è giusto che sia e io mi trovo ancora qui in prima linea a fare musica e a rimanere sempre me stesso.

La tua musica è il risultato di sperimentazioni e influenze diverse. A chi/cosa ti ispiri?
Sarebbe troppo lungo spiegarlo, dico solo che nella mia vita ho avuto la fortuna di poter collaborare con dei grandi del settore che mi hanno insegnato a rimanere sempre uno studente attivo della Musica… non si finisce mai questo tipo di studi! Ho iniziato con la chitarra per poi passare alle percussioni, suonavo in un gruppo di Senegalesi, devo a loro la mia anima nera e avevo appena 15 anni. Poi ho cominciato a studiare canto passando dal blues, gospel, rock e canti gregoriani. Quindi direi che tutti questi generi e in primis il rap hanno influenzato le mie scelte artistiche.

Quanta musica ascolti e di che tipo?
Sono sempre con la musica nelle orecchie, vado alla ricerca di novità ascoltando gruppi emergenti meno conosciuti per passare a classici intramontabili. Il bello è che nella mia playlist puoi trovare un pezzo di Asap Rocky e subito dopo il dodicesimo capriccio di Paganini per passare ai Nirvana e tornare alla musica attuale con Drake e i Migos… un bel frullato di musica direi!

Ti piace andare ai concerti?
Tantissimo. Vado sempre a concerti anche in giro per l’Europa, il mio sogno è andare in America per ascoltare qualche grande artista dal vivo. Quest’anno sono stato fortunato perché a Roma è venuto il mio artista preferito, Post Malone, e io ero lì a fare casino con lui a Rock in Roma, un concerto bellissimo!!!

Un punto di riferimento musicale?
Post Malone è l’artista che più mi ha emozionato con le sue melodie e il suo modo di fare. Penso ci sia molto nella mia musica che mi accomuna a lui una specie di legame fraterno anche se non siamo fratelli!

Sembra che la trap sia ovunque, è arrivata a contaminare diversi generi… perché tanto successo secondo te?
Ci stupiamo della trap considerandolo un sotto genere nuovo ma non è così, esiste da 20 anni in America e ha fatto la sua strada fino a dominare le classifiche in questi ultimi anni! Questa è la forza del rap e i suoi sotto generi, lasciarsi influenzare il più possibile mescolandosi all’infinito e ottenendo sempre nuove ricette. È la grande magia di questo genere musicale che si porta dietro modi di fare, di dire, di vestirsi, di comportarsi. Uno stile di vita a 360° direi.

La scena rap romana di ieri e di oggi. Pro e contro dei tempi che cambiano.
Non ci sono mai pro e contro o meglio ci sono sempre ogni volta che c’è un cambiamento e questo momento in particolare è molto produttivo per chi ha soldi da investire e cerca di fare un salto anche senza talento. I tempi cambiano vero, e anche i contenuti direi… oggi è troppo facile parlare del niente più assoluto e passare da Star! Rimango sempre dell’idea che il contenuto serva a dare un peso giusto a quello che fai, poi chi sceglie di essere Clown saprà di esserlo visto che è un mestiere che scegli di fare con tanto di trucco ed effetti speciali!

Artisti romani che Kisho apprezza?
Tranne Kaos One, Colle del Fomento e Noyz che meritano il rispetto di tutta Roma e non solo, per gli altri non saprei che dire.

Chi non ti piace?
La lista sarebbe troppo lunga perché credo ci siano troppe persone che rendono la musica e l’arte in generale un mezzo per raggiungere i propri scopi. Prima il rap partiva da un disagio, da un contesto sociale con significati profondi ed emozioni pure. Oggi vedo solo finzione e ragazzi pieni di soldi vestiti malissimo!

Kisho, parliamo di Denovo il tuo ultimo singolo. Come è nato?
Denovo nasce da una serie di esperienze personali che mi hanno profondamente cambiato: la vita, la morte, l’amore, le difficoltà e le vittorie! A volte nella vita crediamo che i problemi siano una sfortuna, oppure ci chiediamo perché non riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo o altre non lo sappiamo nemmeno quello che vogliamo! Denovo affronta tutto come una sfida, non ci sono problemi ma ostacoli, non ci sono fallimenti ma sconfitte… è questo il gioco della vita, si cade e ci si rialza. Denovo ti da solo una certezza che l’amore è il nostro unico carburante per andare avanti e non fermarsi mai.



Rappresenta il cambiamento e l’evoluzione attraverso le fasi della vita.
Sì, per entrare nel profondo del significato di Denovo possiamo immaginare una trasformazione del DNA. Quando due persone si amano profondamente e vivono in simbiosi succede che inizi a vedere a sentire e respirare anche con gli organi dell’altro, si diventa una persona sola per sempre. Denovo è il coraggio che l’amore ti offre, una forza aggiunta al tuo potenziale, un pezzo misterioso della nostra natura che ci completa!

Il brano racconta anche l’essenza del vero amore. Tu sei vita. Tu come sei cambiato fino a oggi? innamorato?
L’amore lo associamo al cuore nel nostro immaginario, forse proprio perché è nascosto, invisibile pieno di sangue e passione. E forse tutto parte da lì da questa percussione da questo suono, da questo battito che scandisce il nostro tempo! È così che sono cambiato guardandomi dentro cercando l’immenso nelle piccole cose, cercando di rispettare il più possibile tutto quello che il mondo mi ha dato! Per questo sono innamorato e per questo credo nell’amore. “Prima noi e poi io”.

Cecilia Gaudenzi