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12 Novembre 2018   •   Snap Italy

Caffè: il più buono che ci sia è in Italia… Ecco dove gustarlo

«Emblema del gusto e della tradizione italiana, ecco dove bere il vero caffè» 

Quella bevanda scura e mediamente densa che conosciamo oggi, era in realtà un liquido proveniente dalla macinazione dei semi di alcune piante tropicali. Sebbene vi siano una moltitudine di qualità, oggi quelle più diffuse sono l’arabica e la robusta. Inizialmente utilizzata come medicinale per la sua capacità di provocare eccitazione e stimolazione, il caffè rappresenta la bevanda più diffusa, con tutti i suoi pregi e le sue virtù. In America lo preparano “lungo”, in Italia c’è l’imbarazzo della scelta. Si passa dal ristretto al macchiato, dallo schiumato al corretto passando per lo shakerato. E poi in tazza piccola, tazza grande o al vetro. Insomma in qualunque modo lo si beva, il caffè resta la bevanda per eccellenza. Ecco dunque alcuni consigli sulle caffetterie della Penisola che non potete perdervi.

Torrefazione Sant’Eustachio di Roma

Sant’Eustachio Il Caffè è una delle torrefazioni a legna più antiche e famose della capitale. La sua storia comincia negli anni Trenta, più precisamente 1938, e da sempre si trova in Piazza Sant’Eustachio di fronte al Senato della Repubblica, proprio alle spalle del Pantheon. Ha mantenuto gli arredi e le pavimentazioni dell’epoca e persino il simbolo appare quello di un tempo, ovvero un cervo che rappresenta la conversione di Eustachio al cristianesimo. Dal 1999 la gestione della caffetteria è passata ai fratelli Raimondo e Roberto Ricci che, seguendo pedissequamente la tradizione, sono sempre alla ricerca della miscela perfetta e segreta con cui preparano i loro prodotti. All’interno la caffetteria ospita solo sei tavoli ma ciò che colpisce è lo strumento per la torrefazione a legna che dal 1948 funziona ancora oggi. Le materie prime con cui si prepara la miscela segreta sono delle più pregiate e si può addirittura gustare il caffè appena tostato nel locale o acquistarlo per la preparazione domestica. Quel che è certo è che i sapori e i profumi sprigionati rappresentano il netto spartiacque tra il BuonCaffè e il prodotto della grande distribuzione. Dal 2008 è impegnata nel progetto Buon Caffè per la diffusione del commercio equo e solidale, con cui si destina un premio extra delle vendite alla cooperativa Coopfarm, una di quelle da cui la torrefazione acquista le materie prima. In questo progetto il consumatore è protagonista in quanto può controllare in che modo viene fattivamente impiegato il premio grazie al meccanismo della rintracciabilità. Oltre al caffè presso la torrefazione è possibile acquistare prodotti dei più svariati, dai confettati ai chicchi di caffè al cioccolato, dalle caramelle ai tartufi aromatizzati, per finire con il liquore preparato con la miscela di caffè Sant’Eustachio.

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Caffè Corsini di Arezzo

Il Caffè Corsini di Badia al Pino in provincia di Arezzo, è una delle torrefazioni dell’azienda Corsino Corsini che, dall’estro del suo fondatore, ha saputo rendere la tazzina di caffè, simbolo di italianità, il fulcro di un progetto ben più ampio: costruire una vera e propria catena. Nascono così i Caffè Corsini, veri e propri caffè letterari che ben si sposano con un’atmosfera contemporanea. Ecco che lo stile italiano del gusto fa il giro del mondo, mantenendo ben saldi i valori della tradizione e conciliandoli con le moderne tecnologie. Nato nel 1950, il Caffè Corsini ha da sempre avuto come obiettivo primario quello di far crescere la cultura del caffè. Per questo motivo vi è la continua ricerca delle miscele e dei chicchi più pregiati da servire in tavola o da sorseggiare al bancone del bar. La storia di questo grande marchio nasce dalle persone e dalle loro idee, unite alla sapienza e alle tecnologie. È questo che rende il Corsini una delle migliori torrefazioni italiane.

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Napoli Gran Caffè Gambrinus

Nato nel 1860, è l’emblema del cafè letterario. Affacciato su Piazza del Plebiscito, ha da sempre ospitato intellettuali napoletani e internazionali che si ritrovavano in quei salottini per parlare di politica, arte e letteratura. Divenuto il fornitore ufficiale della famiglia reale, rischierà però di chiudere un ventennio più tardi. Verrà inaugurato ufficialmente nel 1890 divenendo il cuore pulsante della Napoli bene. Qui il caffè viene preparato seguendo l’antica tradizione napoletana che lo vede scuro, denso e bollente. Al caffè si sono associati numerosi prodotti da degustazione, dal cioccolato, alle nocciole, alla panna fresca. Il caffè come da tradizione non rappresenta una semplice bevanda ma un momento di relax per godersi appieno gli aromi delle miscele pregiate che vengono servite, tutto mixato con eleganza strutturale della caffetteria.

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Al Bicerin di Torino

A Torino il caffè è il Bicerin, un piccolissimo cafè che nasce nel 1763. Prima che il locale prendesse il nome della sua bevanda più nota dovrà passare qualche anno nell’anonimato, dove il suo fondatore Dentis si appresterà a servire oltre a limonata e cedrata, strani prodotti provenienti da lontano come tè, caffè e cioccolato. Nell’Ottocento il locale venne rimodernato, il palazzo ristrutturato e cominciarono a comparire la cornice in ferro e la cartellonistica pubblicitaria che ancora oggi lo caratterizza. La grande idea però fu rappresentata dall’invenzione di quella bevanda, evoluzione della bavareisa, a base di caffè, cioccolata, latte e sciroppo, oggi nota proprio come “bicerin”. Inizialmente vi erano tre varianti: pur e fiur, ovvero il cappuccino, pur e barba, a base di caffè e cioccolato, e ‘n poc ‘d tut, un mix di tutto. È stato proprio il mix degli ingredienti a risultare la bevanda più richiesta e apprezzata e quella che ebbe dunque maggior successo. Pian piano cominciò a diffondersi anche in altri Caffè di Torino, rigorosamente servita molto calda in bicchierini (da qui il nome “bicerin”) di vetro senza manico. Oltre all’aver inventato questa bevanda, Al Bicerin, si dimostrò unico anche da un altro punto vista. Era interamente gestito da donne. Mentre anticamente il bar era frequentato da uomini che vi si ritrovavano per discutere, bere e fumare, la conduzione femminile dava alle dame la possibilità di frequentarlo anche da sole e ciò diede al locare il garbo e la raffinatezza che ancor oggi è stata mantenuta.

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Caffè Quarta di Lecce

Nasce negli anni Cinquanta del Novecento nel centro della città di Lecce come piccola torrefazione artigianale con annesso bar di degustazione. Da una piccola tostatrice di 5 kg, un bar con pochi clienti si trasforma in breve tempo il punto di riferimento di leccesi e persone provenienti dalla provincia, come i militari dell’aerostazione di Galatina. Proprio per questa ragione il Quarta era conosciuto da tutti come il Bar Avio e la sua miscela come la Miscela Avio. Ben presto il Quarta divenne un marchio e molti dei suoi clienti non si accontentavano più di gustare la miscela nel locale, volevano acquistarla per prepararla a casa e farla assaporare a parenti e amici. Nacquero così le prime confezioni Avio e quello divenne il caffè del Salento. Le altre caffetterie cominciarono a voler servire il caffè di quella torrefazione che quindi man mano passò dall’essere una bottega a trasformarsi in una vera e propria fabbrica con macchine sempre più all’avanguardia.

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Rossana Palazzo