Game development: 4 segreti per diventare sviluppatore professionista
«Sergio Osimo e Jami Salati di Ubisoft e Marco Merrino e Christian Pulieri di Aurora Fellows nella cornice di SAE Institute Milano raccontano i dietro le quinte del game development.»
Il settore videoludico in Italia attira sempre più l’interesse di tanti giovani professionisti. Il giro d’affari del mercato videoludico solo nel 2021, infatti, comprensivo di hardware e software fisico e digitale, è stato pari a 2 miliardi e 243 milioni di euro, con una crescita del +2,9% rispetto al 2020. Lavorare nel mondo dei videogiochi e nel game development è ormai quindi il sogno di molti giovani attivi nel digitale ma anche di tanti ragazzi che, pronti a scegliere un percorso di formazione post diploma, valutano concretamente l’idea di avvicinarsi al nuovo panorama di professioni che il mondo del gaming vede protagoniste.
Si tratta di una prospettiva lavorativa concreta: secondo il 5° Censimento dei Game Developer italiani, infatti, solo nel 2021 erano già 1600 gli addetti impiegati nel settore con una crescita di oltre 500 unità rispetto al 2018 (+45%). Sempre secondo il report sono già moltissimi i giovani impiegati, il 79% degli addetti ha infatti un’età media inferiore ai 36 anni. Quali sono però i segreti per diventare uno sviluppatore di successo? A svelare i quattro consigli per chi vuole muovere i primi passi nel mondo del game development è “Press Start: dal concept al controller”, l’incontro organizzato da SAE Institute Milano, istituto con sede a Milano e 29 Campus in Europa per la formazione nei media creativi che vede nella sua offerta formativa un corso triennale di game production, con due distinte specializzazioni in Game Art e Game Design.
I consigli degli esperti
Nel corso dell’incontro, tenutosi lo scorso novembre, Sergio Osimo – Tech Game Designer e Jami Salati – Game Designer di Ubisoft, e Marco Merrino – Influencer, con la moderazione di Christian Pulieri, esperto di videogame e appartenente ad Aurora Fellows, il progetto che connette talento e opportunità, hanno dialogato intorno alle caratteristiche e le potenzialità del mondo del gaming. Dalla conversazione tra professionisti emerge che l’elemento più importante nel game development di videogioco di successo non sia né il codice né l’arte, ma la capacità di ascoltare. Chi o che cosa bisogna ascoltare?
- Ascoltare i propri giocatori. Bisogna ricordare costantemente che si sta creando un prodotto per un gruppo ben definito di persone, il cosiddetto “target di riferimento”, proprio per questo motivo, durante lo sviluppo, è fondamentale osservare i propri giocatori per capire se gli obiettivi di design sono stati raggiunti. Bisogna dunque farsi le domande giuste e cercare la risposta ascoltando i propri giocatori nel profondo, parlando apertamente con loro e prestando attenzione ad ogni dettaglio (sia verbale che non). Nota extra per sviluppatori solitari: è necessario “uscire dalla cameretta” e parlare della propria idea con amici, conoscenti e possibili giocatori. Nessuno la farà propria rubandola e un’idea, da sola, rimane tale. Il modo più veloce per crescere e diventare game developer migliori è, appunto, il confronto.
- Ascoltare il proprio team. Creare un videogioco è un lavoro di squadra. Senza un ascolto attento e metodico dei membri del proprio team, dunque, è estremamente difficile, se non impossibile, creare un videogioco di successo.
- “Ascoltare” il proprio gioco. Appare necessario comportarsi come un meccanico fa con un’automobile: si deve ascoltare a fondo il gioco, se si vuoi capire se c’è qualcosa che non va.
- Ascoltare sè stessi. Non è mai bene innamorarsi della propria idea: potreste doverla uccidere, prima o poi. Creando un videogioco, infatti, bisogna andare spesso a fondo dentro sé stessi, per capire davvero se funziona oppure no – e, se la risposta è no, bisogna essere pronti ad abbandonarla e dedicarsi ad altro.