designer emergenti
19 Marzo 2019   •   Federica Portoghese

Designer emergenti: il futuro della moda tra gusto e sostenibilità

«La moda apre le porte ai designer emergenti e ai talenti di domani. Milano resta la meta cardine del Made in Italy, una tappa fissa da percorrere per crescere e sperimentare. Spazio anche a nuove innovazioni per il futuro della moda legate alla sostenibilità ambientale».

La nouvelle vague italiana, quasi tutta concentrata a Milano, è formata da una nuova generazione di designer emergenti che cercano di imporsi – nel tempo, con successo – fra i grandi nomi presenti da oltre trent’anni sulla scena di moda milanese. Si tratta di giovani creativi (20-30 anni è il range) provenienti da tutte le parti d’Italia che, in un momento critico per la moda internazionale, ragionano curiosamente non sul futuro, quanto sul passato, su ciò che ha dato il capoluogo lombardo all’Italia, sui segni su cui ancora lavoriamo oggi, su quell’estetica che dagli anni Settanta e Ottanta ha portato a ciò che possiamo definire Made in Italy. Sono proprio queste due decadi le più studiate e rimodulate, seppur su versanti opposti, da designer emergenti come Marco Rambaldi (Femmina è il titolo dell’ultima collezione sulle note di grandi classici italiani che riportano ai movimenti di emancipazione femminile, fra colori e un profondo senso di libertà) o Magliano (che cita Moschino himself, Pier Vittorio Tondelli e la Bologna estrema con la propria decadenza e i libertini).

Nicole Valenti, un giovane talento tra i designer emergenti

Ma oltre alla politica e alla cultura di nicchia, elementi che hanno fatto incursione nella storia della moda italiana, c’è anche chi guarda al mondo della pura estetica indubbiamente italianissima, raccontata dai giornali, dalle campagne pubblicitarie, dai fotografi. A toccare questi temi è Nicole Valenti, classe 1993, di origine calabrese ma naturalizzata milanese. L’universo di Nicole nasce da una ricerca sugli anni Ottanta italiani: dalla famiglia, prima di tutto, e i look di madri e padri, l’insolente eleganza esagerata di quegli anni; e di conseguenza i valori che costituiscono l’italianità – se così si può dire. «Milano è come La Mecca – dice Nicole Valenti – devi passare da qui per forza per testimoniare la moda italiana». Difatti, il gusto milanese è la caratteristica peculiare delle sue collezioni. Ma forse il successo per i designer emergenti italiani è proprio la nicchia, il concentrarsi su un mercato che gli italiani conoscono bene e che forse il mondo ha un po’ dimenticato, oscurato dai grandi nomi protagonisti delle passerelle milanesi.

La moda e la sostenibilità: i nuovi stilisti emergenti 2019

Cambiare la moda attraverso la sostenibilità. L’ispirazione al retrò è il nuovo segreto per cambiare la moda attraverso i giovani designer. La moda è in un periodo di forte cambiamento, l’obiettivo 2019 è quello di indirizzare una nuova generazione di talenti a cambiare completamente l’industria del fashion dall’interno, sperimentando approcci sempre più sostenibili e realizzare nuovi capi coloratissimi senza rinunciare al tocco chic. Sì, perché l’attenzione all’ambiente è diventata fondamentale nella nuova generazione moda. Il segreto è combinare materiali riciclati con tessuti eco-compatibili, abiti con un mix di colori super accesi e qualche dettaglio vintage. Fondamentale è salvare l’ambiente dai terribili effetti dell’inquinamento causati dai rifiuti dell’industria dell’abbigliamento.

I designer italiani emergenti della moda etica

L’Italia è ad oggi la principale produttrice di moda sostenibile di lusso. Da pochi anni Milano si organizza un evento per giovani designer emergenti di tutto il mondo (Green Carpet Talent Competition), ha come obiettivo ridefinire il concetto di sostenibilità nella moda, avvalendosi della filiera italiana. Sono stati selezionati in questa edizione cinque nuovi talenti: Davide Grillo, Gilberto Calzolari, Behno, Wrad e Teatum Jones. I giovani designer hanno proposto numerose innovazioni nel campo dell’abbigliamento come paillettes tagliate al laser create con bottiglie di plastica riciclata, pelle tinta con rabarbaro, grafite riutilizzata dai processi dell’industria hi-tech e decolorazioni chimiche.

Federica Portoghese