Abbigliamento ecosostenibile - eco-friendly clothing
18 Aprile 2018   •   Raffaella Celentano

Abbigliamento ecosostenibile e altre idee per una moda green

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«È tempo di Fashion Revolution, un’iniziativa mondiale che promuove la scelta di un abbigliamento ecosostenibile. Ma cosa significa? Ecco la nostra guida per una svolta etica anche nella moda»

La Fashion Revolution Week è diventata ormai un appuntamento fisso per tutti gli amanti della moda e (soprattutto) dell’abbigliamento ecosostenibile. Si tratta di un movimento globale nato in seguito all’incidente del Rana Plaza: era il 24 aprile 2013 quando, in Bangladesh, persero la vita 1138 operai che stavano lavorando per molti tra i più famosi brand di moda. Si trattò del quarto più grande disastro industriale della storia, e da allora il 24 aprile è divenuto giornata nazionale a favore di una moda etica, critica e attenta all’impatto sociale e ambientale

«Fashion Revolution vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo»
Marina Spadafora, coordinatrice del Fashion Revolution in Italia

Ma cosa significa “moda etica”? Non si tratta, come molti credono, di indossare sacchi di juta e abiti poco (o per niente) eleganti, anzi! Seguire una moda etica e optare per un abbigliamento ecosostenibile vuol dire essere più attenti e critici a quello che acquistiamo, prediligere abiti provenienti da paesi che non sfruttano i lavoratori e con un impatto sociale e ambientale minimo.

Certo, non è facile… Le strade percorribili sono tantissime e gli errori sono dietro l’angolo. Per fortuna molti brand italiani ci vengono incontro, offrendoci un’ampia scelta di abiti e accessori che sappiano unire etica ed estetica. Ancora, ci sono numerosissimi modi per riciclare i propri abiti e dar loro una nuova vita, oltre (naturalmente) ai negozi e mercatini dell’usato, il cui successo è dovuto (oltre che al nostro nuovo interesse per il vintage) ad una maggiore responsabilità da parte dei consumatori.

Ma vediamo, adesso, quali sono gli step da seguire se vogliamo avvicinarci ad una moda e un consumo più consapevoli…

  • OCCHIO ALL’ETICHETTA

Si fa presto a dire abbigliamento ecosostenibile, ma in realtà (ammettiamolo!) non è semplicissimo convertirsi ad una moda etica. Possiamo, però, iniziare con piccoli accorgimenti e nuove sane abitudini, come quella di leggere attentamente l’etichetta dei capi che vogliamo acquistare. L’etichetta è da considerarsi il passaporto di un abito: ci dice come, da chi e dove è stato prodotto e come dobbiamo prendercene cura. Scegliete, dunque, abiti realizzati in fibre tessili (natuali o man made) a basso impatto ambientale e provenienti da paesi affidabili in materia di impatto socio-ambientale.

  • AFFIDATEVI AL MADE IN ITALY

Ovviamente, inutile negarlo, l’Italia è uno dei paesi più affidabili quando si tratta di produzione. Questo accade non solo perché la qualità dei nostri materiali è molto alta, ma soprattutto perché qui vige una rigida normativa riguardante la sicurezza e la salute dei lavoratori.

  • LE NUOVE FIBRE TESSILI

Sempre più spesso sentiamo parlare di nuovi tessuti ecologici, per lo più provenienti dal riciclo dei materiali di scarto di lavorazioni industriali e alimentari. È il caso di fibre provenienti dagli agrumi o dal vino, di pellami ecologici e tessuti 100% riciclati. Sono tutte fibre a basso impatto ambientale e facilmente riciclabili, che rendono l’abbigliamento ecosostenibile più facile da reperire.

  • NEGOZI E MERCATINI DELL’USATO

È un’abitudine che ormai hanno tantissime persone, anche molte celebrities. Nato grazie al ritorno sulle scene del vintage, molti mercatini dell’usato si sono rivelati un ottimo alleato della moda etica. Acquistare (a prezzi scontati) un abito usato vuol dire ridurre l’impatto ambientale della moda, dando ai capi una nuova vita. Ecco perché sempre più spesso le nostre città sono invase da simpatici negozi e mercatini dell’usato. Molto successo stanno avendo, poi, i gruppi nati sui social network che invitano a rivendere i propri abiti e favoriscono uno scambio continuo. È il caso di Svuota L’Armadio, un gruppo Facebook nato a Roma e che ormai è diventato un fenomeno nazionale, coinvolgendo numerosissime città in tutta Italia.

  • AFFIDATEVI AL DRESS SHARING

Un’altra importante tendenza degli ultimi anni è quella della condivisione degli abiti. Che lo chiamiate dress sharing o guardaroba in affitto, il meccanismo è molto semplice: si prenota un capo d’abbigliamento per un periodo di tempo limitato alla fine del quale lo si restituisce. In questo modo potremmo avere l’occasione di indossare sempre abiti nuovi spendendo poco e senza il pericolo di ritrovarci sommerse da abiti che (diciamola tutta) non indosseremo mai più. È un’ottima soluzione per ridurre l’impatto che la moda ha sull’ambiente e sul nostro portafogli: fittare è meno caro di acquistare, e una minore richiesta di abiti si traduce in una produzione più consapevole e in uno spreco minore. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare ad essere super trendy!

  • RICICLATE I VOSTRI VECCHI ABITI

Sono sempre di più i negozi e le grandi catene che invitano i consumatori a portare i loro vecchi abiti nei punti vendita, dove saranno raccolti e poi destinati al riciclo. In cambio, la clientela riceve dei buoni sconto da poter utilizzare per i loro nuovi acquisti. Tra le catene italiane che aderiscono a questa iniziativa ricordiamo OVS, Calzedonia e Intimissimi.

  • LA REGOLA “30 WEARS”

La 30 wears challenge è stata lanciata da pochi anni da molte influencer e imprenditori. Consiste nell’indossare un abito almeno trenta volte. Al momento dell’acquisto il consumatore deve domandarsi quante volte avrà occasione di indossare un abito; se crede di indossarlo almeno trenta volte nel corso della vita significa che vale la pena di acquistarlo!

Raffaella Celentano

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