Cuoco e camicia
26 Novembre 2021   •   Redazione

Cuoco e camicia: il nuovo menù tra bosco e influenze straniere

«Nel ristorante Cuoco e Camicia di via Monte Polacco, nel rione Monti, arrivano i nuovi piatti ideati dallo chef Riccardo Loreni.»

Freschi dei festeggiamenti per i primi dieci anni di attività, la coppia di Cuoco e Camicia, costituita da Riccardo Loreni e dalla sua preziosissima “camicia” Elisa Prifti, che è oggi socia, responsabile di sala, nonché compagna nella vita, non smette di proporre al suo affezionato pubblico i suoi cavalli di battaglia, ma aggiunge uno spartito di note al nuovo menu, che vanno dall’autunno alle contaminazioni con influenze straniere.

I funghi, la zucca e le brassiche ritornano nei mercati e con i loro colori e profumi contrastano l’ingiallimento delle foglie d’autunno. I prodotti di stagione dal mercato arrivano quindi nelle cucine dell’amatissimo ristorante del quartiere Monti, ispirando lo chef Riccardo Loreni per il suo nuovo menu autunnale, caratterizzato da piatti pensati per scaldare il cuore in questa transizione verso la stagione fredda.

I piatti principali

Ed ecco che tornano i piatti della tradizione romana rivisitati dall’estro dello chef e continua il lavoro di esaltazione dei prodotti di stagione provenienti dai migliori mercati romani, come quello di San Teodoro. È da qui che arriva l’elemento principe di uno dei cavalli di battaglia di Cuoco e Camicia, l’Ovetto San Teodoroche si contende la palma di piatto più amato con la Tartare di manzo biologico alla “Wellington” o la Carbonara al contrario.  Le note autunnali appaiono evidenti nei primi piatti fatti in casa – realizzati dallo chef Loreni insieme a Jacopo Toni – come i Tagliolini integrali al ragout di funghi e nocciole, con acqua di pomodoro e porri affumicati e ancora la Pappardella ripiena di brasato di manzo e verza, mantecata cacio e pepe, per non dimenticare di essere a Roma. Il viaggio prosegue fra mari e monti, non senza qualche deviazione fuori dalla Città Eterna, per assaggiare piatti contaminati come le Capesante con zucca, scalogno e teriyaki, fra gli antipasti, oppure un secondo piatto di Pesce bianco con broccolo affumicato e harissa, in cui il tocco di piccante africano entra coraggiosamente in un secondo di mare.

Succulenti i secondi di carne come il Coscio di faraona, salsiccia, friarielli, pere e il Maiale iberico, barbecue di peperoni, ciliegie e ’nduja gelata. Anche la carta dei dolci pensata dalla pastry chef Orsetta Di Francesco fa una passeggiata autunnale nel bosco per trovare fra gli altri un dolce al tartufo, lo Sweet Truffle con miele, tartufo, nocciole, kassis, mirtilli, crumble e fiordilatte. Un piatto che gioca sul contrasto di dolce e salato, perché il crumble viene condito con olio, sale e pepe e il tartufo entra a gamba tesa a esaltare le note dolci del gelato al fiordilatte, alle nocciole e al miele. La giovane pastry chef, con la supervisione dello chef Loreni, si occupa anche del cestino del pane, quid in più del ristorante, che propone giornalmente un filone a lievitazione naturale, una pagnottina integrale, la focaccia e i grissini.

Cuoco e camicia

I menù degustazione

Resta la proposta dei menu degustazione, che da quattro diventano cinque, arricchendosi della degustazione dedicata ai dieci anni di carriera di Cuoco e Camicia. C’è quindi il Componilo tu, che lascia spazio alla libera scelta dei commensali (4 portate a 44€); il percorso Contadino (6 portate a 49€); quello dedicato al Mare (sempre 6 portate a 49€); quello dello Chef in sette portate, che lascia carta bianca alla cucina (54€) e, come anticipato, il menu del decennale chiamato Ten Best (65€) che ripercorre i cavalli di battaglia del locale in dieci tapas.

Tutti i menu sono serviti con un aperitivo, un predessert, la piccola pasticceria e il pane fatto in casa e possono essere accompagnati da una degustazione di vini in abbinamento, selezionati da Elisa Prifti, per esaltare il sapore dei piatti (degustazione da 3 calici a 17€ e da 5 calici a 28€ a persona). La carta dei vini pensata da Elisa è composta all’80% da vini naturali, rispecchiando più che altro la ricerca dell’artigianalità.