cooking therapy
01 Luglio 2020   •   Carlotta Giuliano

Cooking therapy: come prendersi cura del benessere psicologico in cucina

«Come sappiamo, mangiare cibi sani fa bene al corpo, ma vale la pena ricordare che l’atto di cucinare può essere altrettanto utile per la nostra mente. Scopriamo insieme la teoria della cooking therapy e il punto di vista della Dott.ssa Roccaro, psicologa e psicoterapeuta.»

Da qualcuno è considerato un lavoro ingrato, l’ultima cosa che si avrebbe voglia di fare dopo una lunga giornata, e invece preparare il cibo che si andrà a consumare può beneficiare non solo il corpo ma anche la mente. In questo senso, sulla base di alcuni studi condotti da esperti di salute mentale, è stata teorizzata la cooking therapy, o cucinoterapia, un percorso di introspezione e crescita personale che passa attraverso il cibo. Si è osservato, infatti, che, applicata a vari livelli, una simile forma di terapia aiuta a contrastare ansia, disordini alimentari e altre condizioni psicologiche negative. E, diversamente da quello che si potrebbe credere, la terapia culinaria coinvolge tutti gli step che affrontiamo per procurarci del cibo, dalla coltivazione in giardino e la pianificazione di liste della spesa alla preparazione dei pasti. Il punto dimostrato dall’applicazione di questo metodo è che occuparsi di cucinare per sé e per gli atri rappresenta un modo efficace per alleviare lo stress, migliorare la concentrazione e le capacità sociali e sviluppare la consapevolezza sensoriale.

Non è un caso, dunque, se tra le varie forme di terapia, quella che coinvolge la cucina si distingue proprio per avere il miglior rapporto fisico-spirito. L’atto di cucinare attiva il senso della vista, del suono e del tatto mentre il cervello elabora odore e gusto. Queste sollecitazioni fornite dal contatto col cibo passano subito a lavorare sull’intricato sistema ormonale, responsabile della regolazione dei nostri umori e del senso di benessere. Inoltre, indipendentemente dal grado di istruzione, dall’etnia o dalla posizione sociale, ogni uomo, donna e bambino vive esperienze quotidiane con ciò che mangia, spesso condividendole con altri per periodi più o meno limitati nel tempo. Ecco perché processo di preparazione di un piatto può essere utile per portare le emozioni in superficie, come succede ad esempio quando ci cimentiamo a riproporre una preziosa ricetta di famiglia.

La cucinoterapia secondo la Dott.ssa Roccaro e i suoi laboratori online

Per provare a scoprirne di più abbiamo esplorato il mondo professionale della Dott.ssa Sebastiana Roccaro, psicologa e psicoterapeuta siciliana che ha ereditato la passione per la cucina dalle generazioni di cuochi, panettieri e pasticceri che la hanno preceduta. Nel suo percorso la cultura del mangiare bene si è unita alle competenze professionali per alimentare il sogno di indagare a fondo e mettere in pratica i principi della terapia che passa dai fornelli. Secondo la dottoressa, la cucinoterapia ha come presupposto di base il principio «sto male, quindi cucino», che niente ha a che vedere con il «sto male, quindi mangio». Essa ha un valore terapeutico fisico, cognitivo, sociale e intra-personale. Cucinare permette di ritrovare sé stessi e di relazionarsi con gli altri recuperando fiducia e istinto alla socialità.

Per questo, la cucinoterapia si rivolge a tutti coloro che vogliono prendersi cura di sé e degli altri con lo scopo principale di star bene in prima persona. Il suo consiglio, allora, è quello di indossare il grembiule, mettere sul tavolo farina, zucchero, sale, acqua, latte, uova e cominciare ad impastare, a creare. E per chi non riuscisse a farlo da solo, può imparare a farlo nei suoi laboratori di Cooking Therapy. Non corsi di cucina, attenzione, ma la concessione di uno spazio e un tempo in cui ritrovarsi, con sé e con gli altri. A cavallo tra i mesi di marzo e aprile e maggio e giugno si sono già svolte la prime due tranche di appuntamenti bisettimanali per imparare a gestire l’ansia e lo stress da emergenza sanitaria, organizzati a distanza a causa delle restrizioni. In attesa di conoscere eventuali nuove date, si consiglia di visitare il sito per monitorare gli aggiornamenti.

 

Carlotta Giuliano