Roomates app per trovare coinqulini
17 Febbraio 2015   •   Snap Italy

Roommates, l’app che trova l’inquilino ideale

«Tre giovani universitari creano l’app per trovare il coinquilino ideale»

Inizi il tuo primo anno di università. Parti da casa contento, ti trasferisci in una nuova città pronto a nuove esperienze che ti cambieranno la vita, allettato dall’idea di andare a vivere da solo e assaporare le gioie dell’indipendenza. Ma poi arrivano loro, i tuoi nuovi coinquilini. Se nel primo periodo di convivenza si mostrano cordiali, gentili e rasenti la perfezione, mese dopo mese la maschera di coinquilino modello cade per far posto a piatti sporchi, turni non rispettati, liti e discussioni sui centesimi da spendere o meno per la carta igienica.
Da questo piccolo scenario quotidiano, nasce Rommates, una nuova e divertentissima App che consente di valutare a priori i vostri potenziali coinquilini e organizzare la vita in casa in modo semplice e veloce.
L’idea è stata sviluppata da due studenti universitari della Sapienza di Roma, Luigi Bertino e Fabio Davide, che insieme a Luca Simonetti hanno creato l’App “salva convivenze”.

Intervista a Luigi Bertino e Fabio Davide 

Roommates nasce come progetto didattico per l’università. Quanto hanno contato le vostre esperienze da coinquilini nell’ideazione del progetto?
Le nostre esperienze passate sono state fondamentali, iscriversi all’università non è così semplice come sembra, soprattutto per studenti fuori sede come noi. Devi trovarti una casa e quando la trovi non sai mai che coinquilini avrai. Proprio queste esperienze, positive e negative, che ci hanno fatto pensare a qualcosa in grado di evitare fatica e disagi nel trovare casa e coinquilino.

Il vostro ricordo più negativo durante la convivenza?
Durante la convivenza di ricordi negativi ce ne sono tanti, bisogna precisare che dipende tanto da che persona sei, dalla tua tolleranza, pazienza e soprattutto maturità. Ma ciò che può essere una tragedia per me può essere routine per l’altro e viceversa. Posso assicurare che mi sono trovato in situazioni che non stavano né in cielo né in terra. La categoria dei coinquilini, di cui faccio fieramente parte, è una categoria particolare, puoi trovare il tipo che ha i tuoi stessi gusti in fatto di musica o di cinema, il che è comunque un buon punto di partenza per avere pace in casa, o trovarti con qualcuno che è totalmente l’opposto di te, e lì iniziano i problemi. Vere e proprie guerre psicologiche ai limiti dell’immaginabile a cui Roommates vorrebbe porre fine.

Perché avete deciso di fondare una società, la Onicom?
In passato Onicom era Oni Communication, un’etichetta fondata dal mio socio Fabio Davide e altri due colleghi dell’università. Hanno realizzato diversi lavori piuttosto interessanti come “Archeoludica”, una fiera di videogiochi che arrivò anche su Wired e sul TG3, ma adesso i soci sono cambiati, con Fabio Davide, Luigi Bertino e Luca Simonetti Oni Communication si è evoluta in Onicom e di conseguenza è cambiato anche il genere di lavoro che svolgiamo.

Quanto è difficile, per dei giovani come voi, ideare e portare avanti un progetto qui in Italia?
Il problema non sono le idee, di quelle ce ne sono in abbondanza. La difficoltà sta nel portarle avanti. Portare avanti un’idea necessita coerenza, tenacia, sacrificio, una buona capacità nell’organizzare e coordinare il lavoro. Indipendentemente dal paese in cui vivi credo che siano due le regole fondamentali per poter portare avanti un progetto, credere fermamente in quello che fai e avere coscienza che dovrai sacrificarti parecchio. Roommates nasce per sostenere un esame universitario, ma poi si è sviluppato fuori da esso grazie anche alla nostra tenacia e alle tante rinunce fatte per restare a casa a lavorare.

Una giovane start-up come la vostra ha trovato l’appoggio di alcuni investitori oppure è stato tutto frutto dei vostri sforzi?
Per quanto riguarda l’università i professori ci hanno fatto i complimenti e ci hanno invogliato ad andare avanti nel progetto, ma a parte il supporto morale non c’è stato un contributo rilevante da parte loro. Zero fondi, zero sovvenzioni. Abbiamo creduto nel progetto e ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo passato tutto il nostro tempo libero a lavorare sul progetto.

Un coinquilino famoso che avreste voluto avere?
(Risponde Luigi) A me sarebbe piaciuto avere Tyler Durden, personaggio del romanzo “Fight Club” interpretato al cinema da Brad Pitt, ma ti confesso che ho avuto un coinquilino che gli somigliava parecchio.

Dopo l’esperienza di Roommates, che cosa bolle in pentola nel cantiere Onicom?
Roommates è ancora all’inizio del suo percorso, abbiamo degli investitori interessati che vogliono puntare su di noi, abbiamo tante idee e diversi progetti sulla carta pronti a partire, ma non posso rivelarti niente, è ancora tutto “top secret”.

Giuseppe Barone