Gita a Pasquetta cicloturismo
13 Aprile 2019   •   Federica Portoghese

Cicloturismo in Italia: il boom del viaggiare in bicicletta

«Il cicloturismo in Italia si è evoluto in un vero e proprio fenomeno turistico in continua crescita.  Una risorsa su cui investire per potenziare l’economia del paese e salvaguardare l’ambiente».

C’è un’Italia che pedala e va sempre più avanti. Che attraversa terre senza inquinare e contribuisce ad arricchire il Paese, sia in termini economici che ambientali. È l’Italia delle due ruote, dove sempre più viaggiatori si muovono in bicicletta: nel 2018 le presenze cicloturistiche rilevate tra strutture ricettive e abitazioni private ammontano infatti a 77,6 milioni, pari cioè all’8,4% dell’intero movimento turistico dello Stivale. È un vero e proprio boom: si calcolano almeno 6 milioni di persone che hanno trascorso una vacanza utilizzando la bicicletta e i fruitori del cicloturismo in Italia sono aumentati, dal 2013 ad oggi, del 41%.

Il cicloturismo porta un guadagno economico al paese

In tempi in cui si cercano strategie per arginare l’avanzata del cambiamento climatico e sistemi per ridurre emissioni e inquinanti anche legati ai trasporti, in termini ambientali l’ascesa delle bici è dunque un vero toccasana. E lo è anche in chiave economica: i cicloturisti  generano un valore pari a 7,6 miliardi di euro all’anno. Cifra che porta a quasi 12 miliardi di euro il valore attuale di quello che è chiamato PIB, il Prodotto Interno Bici, ovvero il volume generato da chi si sposta a pedali, dalla produzione di bici sino alle ciclo-vacanze.

Tutto questo è stato raccontato con orgoglio a Roma durante il Bike Summit 2019 nel report realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente e con la partecipazione di Legambici. Focus del summit sono stati i dati sul cicloturismo italiano, ricordando come questo «potrebbe dare un contributo straordinario al turismo considerando il contesto paesaggistico e territoriale del Paese» e sottolineando «è ancora troppo poco sviluppato».

QUANTO USIAMO LA BICI – Secondo il Rapporto i turisti che ogni anno in Italia percorrono in bicicletta itinerari completi di cicloturismo sono circa 1,85 milioni, «mentre chi usa la bicicletta a destinazione – avendola al seguito, o noleggiandola sul posto – sono circa 4,18 milioni di persone» ricorda lo studio. A questi si aggiungono gli oltre 700.000 ciclisti urbani che usano ogni giorno la bicicletta sui percorsi casa-lavoro e che portano il totale a circa 6,73 milioni di persone. Anche a causa di un rete ciclabile insufficiente per ora, nonostante la crescita, in Italia non siamo ancora a livello di altre nazioni europee. Da noi  sono stimate circa 440 bici ogni mille abitanti, mentre nei Paesi Bassi o in Germania il rapporto è quasi di 1 a 1.

REGIONI PREFERITE – Tra le principali regioni di partenza dei cicloturisti «figurano diverse aree del Centro Sud (quasi un quinto dei cicloturisti dichiara di provenire dalla Campania, seguita da Lombardia e Lazio), mentre le principali destinazioni di soggiorno sono tutte collocate nell’area settentrionale del Paese (Trentino, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana). La Germania è, invece, il principale mercato estero di origine dei flussi interessati alla vacanza attiva, seguita da Francia, Stati Uniti e Regno Unito» spiega sempre il report.

ECONOMIA DELLA BICI – L’Italia che pedala contribuisce come detto anche alla crescita economica: dal solo il settore produttivo della bicicletta arrivano 1,3 miliardi di euro l’anno, per oltre 1,7 milioni di pezzi venduti, con un export in crescita del 15,2% (dati 2017). Aumentano poi i fondi per implementare il sistema delle ciclovie italiane: «L’attuale governo ha infatti confermato la realizzazione e il finanziamento del sistema delle ciclovie con lo stanziamento di 361,78 milioni di euro per la nascita del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, immaginata come  un’infrastruttura diffusa che promuove la mobilità dolce e il turismo sostenibile» spiegano i relatori del summit.

Maggiore sicurezza sulle strade

Per fare sì che il cicloturismo funzioni però, ricordano i partecipanti, è necessario aumentare la sicurezza delle strade: «È urgente una riforma del Codice della Strada che preveda la definizione di strada ad alta intensità ciclistica per quelle strade secondarie a traffico promiscuo, più utilizzate da ciclisti che autoveicoli nelle strade minori, abbasandone i limiti di velocità e aumentandone la sicurezza di utilizzo per il cicloturismo».

«La strada è tracciata, ed è una ciclovia. Ora serve dotare il nostro Paese di un osservatorio per il cicloturismo in grado di produrre un flusso di dati che costituisca un valido supporto per le decisioni politiche e soluzioni concrete e produttive in modo da continuare con decisione e rapidamente il percorso di realizzazione delle infrastrutture avviato negli anni scorsi» chiosa Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

Federica Portoghese