BrainArt
24 Gennaio 2019   •   Anita Atzori

BrainArt, Raffaele Salvemini spiega come dipingere col pensiero

«Dipingere col pensiero? Si può, parola di BrainArt e del suo fantastico team. Nasce in Italia l’unica opera al mondo dipinta con la mente»

Potrebbe essere una storia di successo come tante altre, potrebbe essere l’esempio di una nuova generazione che non ha voglia di arrendersi. Potrebbe essere qualsiasi cosa, e questo qualsiasi oggi si chiama BrainArt. Una startup tutta italiana che ha pensato bene di sfruttare l’intelligenza artificiale per decodificare i comandi mentali attraverso l’analisi dei segnali cerebrali. Un modo curioso e geniale per tradurre il flusso di pensieri ed emozioni che girovagano nella nostra testa, tramutandolo in un quadro dove forme, linee e colori prendono vita – talvolta inaspettatamente – formando l’unica opera al mondo dipinta coi pensieri.

 

La piattaforma Vibre, che ha sviluppato questo brevetto, è però coordinata e progettata da un team d’eccezione. Bioingegneri, informatici e clinici sotto lo stesso tetto per dare vita ad un esperimento così originale che forse da circa 10 anni il mondo dell’informatica non aveva più assaporato. Raffaele Salvemini, Sara Piras, Stefano Stravato, Luca Talevi, Simone Cesarano e Marco Renzi, assieme ad altri collaboratori che quotidianamente forniscono il loro contributo allo sviluppo di questo lavoro, confrontano i loro saperi con artisti di vari ambiti; questo perché l’idea è quella giorno per giorno di aggiornare e sviluppare la start up in modo da toccare più ambiti possibili della vita quotidiana e lavorativa di ognuno di noi. BrainArt basa la sua analisi su onde cerebrali, frutto di impulsi elettrici scambiati tra i neuroni. Lo studio di tali onde, che comprende la loro ampiezza, la loro frequenza e l’area cerebrale da cui provengono, consente di captare interessanti informazioni. E inoltre i dispositivi usati per acquisire tali onde sono i classici elettroencefalografi, ma stavolta con un format tutto moderno e contemporaneo, vale a dire smart, wireless e ultraleggero. E voi ci avete mai pensato a dipingere il quadro della vostra vita coi pensieri? Per invogliarvi e capire “cosa può girare nella vostra testa” vi regaliamo quattro chiacchiere con l’ideatore Raffaele Salvemini.

Intervista a Raffaele Salvemini

Ciao Raffaele, tutti parlano di questo BrinArt, ma come nasce questo progetto?
Beh, diciamo che in realtà la piattaforma Vibre inizialmente nasce studiando e analizzando l’ambito della neuroriabilitazione. L’idea era quella di dare un vantaggio a chi ha subito un ictus, che nella maggior parte dei casi presentano sempre dei deficit post malattia sia motori che cognitivi. Ecco attraverso l’intelligenza artificiale e la rete, ci siamo accorti che era possibile far recuperare ai malati questa mancanze in maniera più veloce ed efficace, talvolta capendo noi stessi che la terapia tradizionale non era ancora in grado di sopperire a tali handicap. A questo però ci siamo arrivati dopo un anno di analisi, che ci è servito non solo per studiare il progetto, ma anche per farci conoscere e trovare alcuni investitori disposti a supportare tale idea anche in termini di business. Abbiamo così preso dei fondi economici superiori ai 100.000€ che ci hanno permesso di costruire il nostro laboratorio di analisi.


Uno studio e un analisi che vi permette di spaziare in vari campi giusto?
Esatto BrainArt ci ha permesso di spaziare in molti ambiti, dalla musica alla medicina. Esperimenti che se studiati con le giuste strumentazioni potrebbero aiutare persino i malati di Sla a capire il loro grado di consapevolezza, o i loro stessi parenti a percepire quanto i malati siano coscienti con la realtà esterna. Tutto questo per dirti che con questi studi è possibile arrivare ovunque, persino all’automotiv ovvero al concetto di sicurezza stradale, dove lavorando su dispositivi connessi con l’automobile, sarebbe possibile anticipare eventuali situazione di pericolo. Perché noi non ce ne rendiamo conto, ma il cervello dà degli impulsi – attraverso alcuni algoritmi che noi conosciamo – che permettono di captare il movimento ancor prima che venga messo in atto motoriamente. Ora ti faccio un esempio, se per strada ti passa una persona e tu te ne accorgi solo all’ultimo e chiaramente devi frenare immediatamente per evitare di investirla, il tuo cervello già alla prima vista potrebbe frenare, ma i tuoi arti solo in un secondo momento sarebbero in grado di farlo. Bene, con i nostri strumenti sarebbe possibile non solo salvare quella vita, ma anche permetterti di frenare 1 secondo prima e non dopo.

Mi sorge spontanea una domanda, ma a tutto questo come ci siete arrivati? Immagino dietro ci sia una carriera di studio e analisi affine a questo lavoro, o no?
Guarda aldilà del fatto che tutti noi abbiamo un background da ingegneri biomedici e dunque conosciamo realmente il campo, l’idea vera e propria arriva semplicemente sulla base di una riflessione, e cioè che noi giornalmente sentiamo parlare di intelligenza artificiale e di potere della rete, ma mai nessuno si è occupato di applicare tali benefici al settore riabilitativo che nella medicina sappiamo bene essere di grande aiuto. Dunque abbiamo iniziato a studiare questo terreno sia da un punto di vista tecnologico che di competitor, rendendoci conto che effettivamente nessuno se ne era mai occupato. Così col tempo, anche tramite accordi con una struttura pubblica abbiamo avviato la vera e propria ricerca, che ha portato poi all’idea di BrainArt. Tutto questo per dirti che da un’idea ne possono nascere altre mille.

Quindi BrainArt è il frutto di una serie di ricerche, ma se io volessi provarla come dovrei fare?
L’obiettivo è sempre stato quello di tradurre tutte queste informazioni reperite in un qualcosa che fosse alla portata di tutti. E quindi perché non trasformarle in linee, colori e forme personalizzate? È qui che nasce fisicamente BrainArt, ma la verità è che senza lo studio precedente oggi quello di cui senti parlare non sarebbe possibile. Ogni cosa è collegata, ogni ricerca scientifica conduce all’altra. BrainArt è un modo per rendere partecipe la massa e metterla al corrente di quelle strumentazioni che permettono a chiunque di mettere in campo un’idea e darle vita. Non servono conoscenze biofisiche e mediche, perché a questo ci sono figure di competenza che stanno alla base della piattaforma e curano dal principio tali meccanismi. Servono solo progetti di qualità e flussi di informazione capaci di invogliare chiunque a mettersi in gioco,vedendo in questo non solo un esperimento, ma anche un possibile prodotto commerciale che sia in grado di dare guadagno economico; perché inutile dirlo, oggi BrainArt è anche un servizio economico dove giorno dopo giorno si incontrano clienti nuovi e maggiori richieste.

BrainArt come esperienza mentale ma anche fisica.
Assolutamente sì. Chi vuole provare BrainArt deve necessariamente recarsi al nostro laboratorio di Cesena. Non sarà mai possibile provare tutto questo in sedi separate, poiché ci teniamo a rendere personale questa esperienza, in modo da regalarla differentemente ad ognuno dei nostri clienti. Chi viene qui sa di venire e di pensare ad un ricordo, ma non sa che verrà messo in una stanza buia con dei sensori nella fronte, che per tutta la durata della canzone (scelta dal cliente) capteranno le sue vere sensazioni. La sessione dura esattamente il tempo della canzone, che dovrebbe proprio aiutare la persona ad emozionarsi e tirar fuori realmente ciò che prova. Il nostro sistema è collegato con Spotify, dunque è possibile richiedere qualsiasi brano o melodia. Al termine della canzone una nostra voce guida invita il cliente ad aprire gli occhi  e contemporaneamente davanti ai suoi occhi, in un grande schermo, verrà riprodotta l’immagine creata dai suoi pensieri, che non è altro che il quadro della sua vita. Potrei dire sia un’esperienza unica, e la prova sono i nostri stessi clienti che alla vista del quadro si sono emozionati; alcuni hanno pianto, altri hanno sorriso. C’è chi ha pensato ad un parente deceduto, ad un figlio, ad un amore finito o a una storia mai conclusa. Vedere poi il tuo pensiero fotografato a colori e messo su tela non è un qualcosa che capita tutti i giorni. Questa è la ragione per cui BrainArt sarà sempre un servizio a disposizione di chi è pronto a viaggiare e venire a trovarci.

Raffaele ma tutto questo quanto costa?
In realtà il prezzo è ben visibile a tutti. Non c’è nulla di segreto, parliamo di 189,00€, prezzo che peraltro consente di stampare su tela il risultato. Al momento vedendo il grande riscontro del pubblico stiamo pensando per San Valentino di proporre una seduta di coppia, ovvero un’esperienza a due firmata BrainArt. Il meccanismo sarà lo stesso, ma sullo schermo i quadri dei partner si incontreranno per metà e andranno a fondere i loro pensieri creando una tela contemporaneamente. E questo significa che non sempre entrambi arrivino a pensare la stessa cosa!

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Anita Atzori