borghi italiani 2017
25 Gennaio 2017   •   Carolina Attanasio

Borghi Italiani 2017: arriva l’anno dedicato a questi piccoli gioielli

«Patrimonio di inestimabile valore culturale, i borghi italiani 2017 hanno un enorme potenziale turistico da tutelare e promuovere.»

Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha presentato lo scorso 16 Dicembre il Piano Strategico per il Turismo 2017-2022, allo scopo di delineare e rilanciare la leadership italiana nel turismo mondiale attraverso i borghi italiani 2017.

Il punto di forza del documento è l’idea di presentare l’Italia come un enorme museo diffuso, attraverso la promozione di nuove destinazioni, che non siano le già famose città d’arte o luoghi di villeggiatura. Quattro gli obiettivi fondamentali: diversificare l’offerta, rinnovare il brand, migliorare la competitività e la governance.

Borghi italiani 2017: le novità più interessanti

La direttiva prevede l’istituzione di un Comitato di Coordinamento per i Borghi turistici italiani e l’organizzazione di un Forum Nazionale sui Borghi italiani, al fine di avviare un processo partecipato di creazione di buone pratiche e politiche di valorizzazione, che comprenda anche l’ideazione dell’Atlante dei Borghi d’Italia. Ogni anno è prevista la premiazione del ‘Borgo smart’, ossia il paese che più di tutti si è distinto innovando la propria offerta turistica. Franceschini definisce i borghi «Luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni, che rappresentano il cardine della crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi abitano».

Promuovere l’Italia intera come museo a cielo aperto è l’occasione che tutti i borghi italiani 2017 attendevano. Amatissimi, ma spesso poco conosciuti e mal promossi, le migliaia di paesini storici sparsi lungo tutto lo Stivale rappresentano non solo un considerevole patrimonio culturale, ma un diverso modo di intendere il turismo. Visitare un borgo è un’esperienza slow, autentica, di riscoperta della qualità della vita. Il 2017 è inoltre l’Anno del Turismo sostenibile, quale occasione migliore allora per portare il grande pubblico in territori ancora poco conosciuti, dall’enorme potenziale, e sviluppare così un’economia locale consapevole.

Il patrimonio italiano

C’è da dire che per lungo tempo le realtà minori del turismo italiano hanno sofferto la scarsità di mezzi di valorizzazione e la cattiva coordinazione con le Regioni e gli Enti nazionali preposti alla promozione del “prodotto Italia” all’estero. A partire da questa iniziativa, sembra invece che gli organi nazionali abbiano intuito l’enorme potenzialità dell’intero territorio italiano, e non solo dei grandi centri di attrazione universalmente riconosciuti.

Inutile ricordarci che l’Italia detiene il maggior numero di opere e luoghi considerati Patrimonio dell’Umanità, eppure le classifiche mondiali ci hanno spesso penalizzati in favore di altri Paesi che, con meno risorse, hanno saputo attrarre più turisti. L’industria del turismo, come ogni impresa, segue dei cicli e non sempre si può essere i “primi della classe”, ma è pur vero che le risorse e l’empatia di cui l’Italia gode sono più che considerevoli e il potenziale inespresso ancora notevole.

Del resto, abbiamo già esempi famosi di borghi che, da soli, rappresentano le cartoline più conosciute dell’Italia all’estero: la Costiera Amalfitana, le Cinque Terre, le candide architetture pugliesi o quelle barocche della Sicilia, tanto per dire. Piccoli posti che ce l’hanno fatta, rimanendo incontaminati. L’Italia è davvero un museo a cielo aperto, la nostra più grande risorsa. Questa consapevolezza, unita all’innovazione dell’offerta turistica, sono il viatico per la creazione di esperienze autentiche per i viaggiatori e di crescita sostenibile per le piccole comunità.

Carolina Attanasio