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03 Ottobre 2016   •   Snap Italy

BioInnotech: produrre dagli scarti ora è possibile

L’impatto ambientale dei rifiuti negli ultimi anni ha destato molta preoccupazione nei governi che tentano, a volte più o meno maldestramente, di porvi rimedio. Nulla ci vieta però di pensare che anche una piccola parte di questi possa essere riciclata e divenire dunque una nuova risorsa.

Questa è l’idea di base del progetto BioInnotech, una startup che propone consulenza e possibili soluzioni per risolvere problematiche ad impatto ambientale, oltre che sociale ed economico, attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative. L’obiettivo primario è dunque la valorizzazione degli scarti, nello specifico alimentari, a cui dare una nuova vita.

Il progetto BioInnotech è stato sviluppato da 4 ragazze tra i 25 e i 27 anni, biotecnologhe, laureate presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Le quattro (3 pugliesi e una lucana), Erika Andriola, Maria Pisano, Rosita Pavone e Antonella Carbone, si sono conosciute in Svezia durante un progetto di studio universitario e ben presto sono diventate amiche, unite dall’obiettivo comune di dare un loro contributo alla salvaguardia dell’ambiente. Nasce così BioInnotech, vincitore del bando Valore Assoluto 3.0, promosso dalla Camera di Commercio di Bari, che ha stanziato 100 mila euro.

Il team, supportato dal Dottoressa Isabella Pisano del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università degli Studi di Bari, si è soffermato sullo smaltimento del siero di latte, una delle principali problematiche del territorio pugliese. L’obiettivo è quello di trasformare il siero di latte in una risorsa utile a nuovi processi vitali dei prodotti, quali la panificazione, la produzione di mangimi animali, l’enologia e la produzione di birra, andando oltre il normale processo di recupero di sostanze nutritive. Implementare nuove produzioni a partire dagli scarti, consentirebbe non solo di ammortizzare le spese derivanti dallo smaltimento dei rifiuti, ma soprattutto di valorizzare le risorse del territorio e di costruire nuove reti commerciali. Si va così a generare un circolo “sano” in cui le aziende avranno maggiori introiti dalla produzione di latte ad elevato valore commerciale e potranno ridurre le spese sanitarie grazie al miglioramento dello stato di salute degli animali. Dal loro canto, i caseifici non dovranno più sostenere ingenti spese per lo smaltimento del siero.

Ma il flusso positivo derivante da BioInnotech non finisce qui. Oltre all’importante occasione di valorizzazione del territorio pugliese, BioInnotech offre nuovi sbocchi occupazionali rivolti a presone specializzate e non, e perché no, anche un’occasione per un ritorno di molti giovani che lavorano all’estero.

Che altro dire: ricordate di mettere un like sulle pagine Facebook e Twitter di BioInnotech. L’innovazione 3.0.

Rossana Palazzo