assunzioni in Italia
19 Febbraio 2019   •   Snap Italy

Assunzioni in Italia: dati e i rimedi per trovare lavoro

«I dati Istat presentano un quadro piuttosto altalenante: aumentano le assunzioni in Italia, ma solo con contratti a tempo determinato. I motivi sono diversi, a partire da CV deicisamente poco soddisfacenti.»

Con l’introduzione delle nuove leggi in materia di lavoro, i cittadini in stato di disoccupazione hanno qualche incentivo in più per inviare il proprio curriculum vitae. Che si tratti del classico modello standard o di un curriculum vitae europeo, poco importa: le statistiche parlano chiaro, e in tal senso le percentuali sulle assunzioni in Italia delineano un quadro piuttosto controverso sulla situazione occupazionale della nostra penisola.

Secondo i più recenti dati raccolti dall’Istat, proprio le assunzioni in Italia nel periodo recente suggeriscono un aumento dei contratti a tempo determinato e una contestuale diminuzione degli indeterminati. In particolare, rispetto a Dicembre 2017 sono 202 mila gli occupati in più, con un tasso di occupazione aumentato dello 0,9%. Chi propone il proprio curriculum vitae per trovare lavoro, però, è stato destinato per la maggiore a trovare lavori a termine: sono aumentati di 257 mila i contratti a tempo determinato, al netto di una diminuzione di 88 mila nel range di lavoratori permanenti. Resta invece ancorato al dato di 34,4% il tasso di inattività e astensione dal mondo del lavoro.

Assunzioni in Italia ed Europa: non c’è confronto. E i curricula non soddisfano

A preoccupare, per il momento, non sono però soltanto questi dati. Dando un’occhiata al quadro europeo, ci si può fare un’idea chiara su quali siano le problematiche interne del Belpaese. Se l’occupazione è tornata ai dati pre-crisi (oltre il 58%), tale dato si colloca comunque in un contesto a dir poco imparagonabile con la situazione della media europea. Emblematico è il dato sulle assunzioni part-time involontarie, che si attesta oltre il 60% contro un eccellente 27,9% dell’Eurozona.

Sempre in materia di assunzioni, resta più che mai un problema vivo la coincidenza tra offerta dal mondo delle università e proposte lavorative. Le scelte preponderanti nei percorsi universitari, infatti, non sembrano soddisfare quanto richiesto dall’economia italiana, così come il sistema di istruzione non offre un valido supporto formativo al giovane studente. Nonostante una crescita nella fiducia verso gli atenei, più della metà delle volte i curriculum vitae di laureati e neolaureati propongono competenze inopportune o inconsistenti per il mondo del lavoro. Si entra in tal modo in un circolo vizioso di assunzioni per lavori fuori dalle proprie aspettative, assunzioni part-time, in stage/tirocinio/apprendistato della durata di pochi mesi, senza alcuna garanzia per il futuro.

Assunzioni in Italia: c’è un problema a livello di curriculum?

Secondo alcuni esperti esiste un problema ben delineato nella dicotomia assunzione-curriculum, e si tratta di una questione di ordine sociale. Da molto tempo gli italiani non sembrano riporre la giusta attenzione nella scrittura del proprio CV, considerandolo alla stregua di un semplice “passepartout”, totalmente noncuranti del suo reale potenziale. In tal modo, ad esempio, si trascurano le reali competenze richieste dal mercato. Manca dalla base il supporto formativo e operativo alla creazione dei CV, che in qualche modo viene rimpiazzata sempre di più dal mondo dell’Internet; è certo, però, che i più recenti esempi dalle istituzioni pubbliche sono scarsi e decisamente poco educativi.