15 Novembre 2016   •   Snap Italy

Mai sentito parlare del drone col pollice verde? Ecco Aromatic!

«Stiamo correndo velocemente verso il futuro e tra un drone che volava sulla mia testa e le mille tecnologie che ho potuto ammirare, anche da vicino, al Maker Faire quello che di certo non mi aspettavo era appunto un robot dotato addirittura di pollice verde. A quel punto la mia curiosità mi ha spinto a saperne di piu…»

Il futuro, connessioni infinite di oggetti intelligenti che comunicano tra loro e rendono la nostra vita più semplice, più intuitiva, in definitiva migliore. Sinapsi “elettroniche”, connessioni neurali cibernetiche pari a quelle create di notte dalle luci delle città viste dal finestrino di un aereo. Un mondo “nuovo” dove un drone che vola al nostro fianco non è una stranezza, dove intuitive interfacce saranno il nostro cancello di ingresso ad attività che prima non solo erano del tutto manuali ma forse anche del tutto inaccessibili. Si, lo so, sembra quasi l’introduzione di Star Trek e forse vi aspettate che adesso scriva “Spazio, ultima frontiera” ma non è cosi, tutto questo è più vicino di quanto possiate mai immaginare.

Ritengo doveroso citare le critiche secondo le quali gli androidi, ma anche i droni, potranno andare a sostituire l’uomo nei lavori manuali creando ancor più problemi sociali di quelli che attualmente ci sono; le risposte non le abbiamo e non le ho ma senza dubbio il già citato futuro vedrà la razza umana impegnata in attività differenti da quelle che oggi noi chiamiamo “lavoro”, voglio, io personalmente, ipotizzare un futuro nel quale ci sarà una possibilità per tutti proprio grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, d’altra parte è sempre il modo in cui si utilizza una nuova innovazione che fa la differenza, siamo sempre noi con i nostri comportamenti a determinare una sua valenza positiva oppure negativa.

Durante la mia visita al Maker Faire di Roma la parola “Spazio, Ultima Frontiera” mi sembrava davvero più vicina di quanto non immaginassi; ho potuto vedere di tutto ed alcune cose ve le ho anche già raccontate (se non avete ancora letto il mio articolo al riguardo correte immediatamente a farlo!). Tuttavia ho voluto fare due chiacchiere con alcuni makers presenti alla fiera che mi hanno colpito con le loro idee ed in questo articolo vi voglio parlare diffusamente di uno di loro e di Aromatic, un’idea di Michael Fili che potrebbe stravolgere il nostro concetto di “orto”. La piattaforma Aromatic ci propone una coltivazione verticale gestita da un drone che si occuperà di far crescere la coltivazione idroponica installata in un orto verticale da tenere senza problemi in cucina.

L’idea sviluppata da Michael intende proporre solamente piantine aromatiche ad uso culinario e lo fa utilizzando, come sottolineato, una coltivazione idroponica. Questa particolare tecnica consente alle piantine di crescere indoor tutto l’anno e sopratutto fuori dal suolo. A questo punto spero proprio che la vostra curiosità sia aumentata perché Michael ci spiegherà qualche piccolo dettaglio sul progetto e sulla sua commercializzazione:

Prima di tutto Michael ti ringrazio per aver trovato il tempo di parlarci del tuo progetto. Per iniziare dicci come nasce questa avventura.

Aromatic nasce durante la frequentazione del corso di Gestione dei Progetti ed Innovazione all’Università di Modena e Reggio Emilia. Inizialmente, con i colleghi di corso, abbiamo condotto degli studi ma alla fine solo io ed un mio compagno abbiamo deciso di proporre un prototipo di orto verticale alla XXI Esposizione della Triennale di Milano. Grazie a questa esperienza il progetto ha cominciato a progredire e prendere forma, sino ad arrivare al Maker Faire di Roma. Adesso Aromatic non è un semplice elettrodomestico, ma una vera e propria piattaforma per la coltivazione di erbe aromatiche direttamente in cucina, con diverse tecniche di coltivazione verticalmente installate alla parete. Il punto di incontro fra botanica, design e tecnologia!

Il progetto dunque prende forma sempre più velocemente.
È stato difficile arrivare a proporre questo prototipo a Roma?

Avendo solo 23 anni sono ancora alle prese con i corsi universitari però grazie anche agli aiuti che le startup possono ottenere, anche a livello di know how, sono riuscito con molta dedizione a creare un team che attivamente si sta dedicando ad Aromatic. In particolar modo abbiamo avuto un grande aiuto dal Future Food Institute che è stato fondamentale per farci ottenere uno stand al Maker Faire. Questo passo è stato molto importante perché, proprio a Roma, abbiamo ottenuto un grande riscontro, considerando il fatto che il prototipo attuale non è paragonabile a ciò che abbiamo intenzione di commercializzare, e che pensiamo possa rivoluzionare il modo di vedere la cucina.

Quindi adesso siete proiettati alla progettazione del prototipo finale.
Che piano avete intenzione di seguire?

Il piano principale è proprio quello già nominato, vogliamo presentate un prototipo adatto alla commercializzazione e vogliamo farlo entro il 2017. Per riuscirci abbiamo bisogno di nuovi partner industriali per poter realizzare la struttura principale e ovviamente cerchiamo anche Business Angels per realizzare i primi Aromatic Beta destinati ad un test di mercato. Oltre a questo siamo anche alla ricerca di nuove competenze e prevediamo di iscriverci a programmi di accelerazione della regione. Sicuramente le opportunità non mancano. Tra Modena, Bologna e Reggio Emilia le occasioni di ottenere visibilità e farsi finanziare non mancano. Allo stato attuale stiamo collaborando con FabLab Modena, Dquid, una startup che opera nel mondo IoT e con la Red Creative Design, tuttavia le spese sostenute sono state tutte a carico mio e del mio team al momento e da questo nasce anche la necessità di cercare nuovi investitori, difatti non abbiamo scartato neppure l’idea di una campagna di crowdfunding.

Quindi ritieni che in Italia ci sia la possibilità di sviluppare un proprio progetto in maniera semplice?

Sicuramente negli ultimi anni le istituzioni del territorio, come detto, stanno cercando di fare del proprio meglio al fine di promuovere l’innovazione. A mio avviso però c’e’ ancora un certo divario tra il nostro modello e quello, ad esempio, americano, e tutto questo dipende dalla mentalità. Trovare Capital Venture qui in Italia non e’ infatti cosi semplice come nella Silicon Valley.

Che futuro vedi per Aromatic?

L’idea è quella di lanciare Aromatic in Italia ma siamo sicuramente proiettati anche sul mercato globale perché le opportunità ci sono. Prendiamo ad esempio il nord europa, si tratta di uno dei nostri mercati di riferimento perché  lì, a causa del clima, le piante aromatiche sono poco diffuse a livello di coltivazione ed il nostro prodotto potrebbe avere un grandissimo impatto. Aromatic sarà in grado di dare basilico, salvia, prezzemolo e tutti gli altri aromi che caratterizzano la nostra cucina. Il nostro vero sogno è quello di riuscire a portare la tradizione italiana nelle cucine di tutto il mondo attraverso l’innovazione e la tecnologia, creando un network partendo proprio dall’Italia.

Quello di Aromatic insomma è un progetto ambizioso ed allo stesso tempo ben strutturato, sinceramente mi fa impazzire l’idea di avere un drone col pollice verde che si occupa delle mie piantine aromatiche, anche perché  non sarei in grado di coltivare da solo nemmeno un filo d’erba. Se desiderate saperne di più e seguire Michael nel suo progetto visitate il suo sito e mi raccomando sostenete Aromatic Platform! 

 

Matteo Martino