antica trasversale sicula
15 Luglio 2019   •   Carolina Attanasio

Antica Trasversale Sicula, alla scoperta del cammino degli eroi

«L’Antica trasversale sicula va ad aggiungersi alla sempre più folta lista di percorsi da trekking che attraversano intere Regioni, sfruttando antiche vie di cammino andate in disuso. Un modo sempre più diffuso di conoscere l’Italia da un altro punto di vista, quello lento»

Camminatori integerrimi, fatevi avanti. Voi che sapete che la Sicilia non può essere solo un grande triangolo da percorrere lungo il suo perimetro, alla ricerca della spiaggia più bella, avete finalmente pane per i vostri denti. L’Antica trasversale sicula, la strada che taglia in diagonale l’isola siciliana, è tornata in auge grazie a un gruppo di amici, storici e camminatori. Un percorso che va da Mozia, l’antica città fenicia di Marsala, a Kamarina, colonia – al tempo che fu – di Siracusa.

Un percorso nella storia

L’Antica trasversale sicula è un tracciato che riprende le teorie di Biagio Pace, archeologo del ’900, che ipotizzava una strada che collegasse tutti gli antichi centri della Sicilia, dalla notte dei tempi. Un percorso di 577 km, che coinvolge tutti gli insediamenti delle popolazioni preromane della Sicilia. Da Kamarina, dove i primi kamarinesi strinsero patti con l’allora popolo dei Siculi, si va verso Selinuntina, attraversando il Saltus camarinensis e puntando dritto verso il santuario Siculo di Paliké. Luoghi sconosciuti ai più, notoriamente attratti dalla costa e dalle aree archeologiche di maggiore interesse turistico. La camminata continua verso Morgantina, Pergusa, Enna, Hyppana, Entella e Segesta, arrivando fino all’antica Mozia. Inutile dire che questo percorso, oltre alla grandissima rilevanza storico culturale dei siti che attraversa,  è un’ottima scusa per conoscere nel profondo la tradizione siciliana più profonda, quella dell’entroterra, che si mostra solo agli occhi del viaggiatore più curioso. La Sicilia interna è, possibilmente, un luogo ancora più mistico del suo contorno di coste sabbiose e frastagliate. L’Antica trasversale sicula svela al camminatore sentieri e strade fatti di antiche trazzere borboniche, via del vino, del grano, dell’olio, del miele, dello zolfo. Sentieri che nei secoli hanno visto passare di tutto, e tutti. Insediamenti cartaginesi, greci, siculi, sicani ed elimi, che spesso e volentieri figurano nelle liste dei patrimoni UNESCO.

Antica Trasversale sicula, dove camminare significa condividere

Chi fa trekking sa che l’atto del camminare implica molte cose importanti: non vuol dire solo spostarsi, lentamente, da un luogo all’altro per avere più tempo di apprezzarne la bellezza. Camminare è condividere, con se stessi, con gli altri. Camminando si imparano tante cose, perché si ha tempo, quello che solitamente manca nel quotidiano di molti di noi. Smontare delle abitudini consolidate per darle in pasto al cammino, implica una certa dose di coraggio, e di pazienza. L’Antica trasversale sicula agli occhi di coloro che hanno lavorato per ideare questo percorso, è un modo per superare lentamente delle barriere, affermando passo dopo passo la libertà propria e di chiunque si incrocia durante il cammino. Altri camminatori, o persone del posto, o persone che in quel posto sono arrivate spinte dal caso o dalle onde. Camminare regala il tempo di guardarle in faccia.

«Abbiamo attraversato 57 Comuni, 6 parchi archeologici, 47 siti di interesse archeologico, 7 riserve naturali e tanti musei…e siamo arrivati nell’antica città fenicia di Mozia. Abbiamo osservato le differenze linguistiche, culinarie, culturali di ogni paese, ci siamo resi conto che ogni giorno calpestiamo senza rendercene conto un grande patrimonio. In tre anni abbiamo percorso migliaia di chilometri, mappando siti panoramici, alberi monumentali, antiche trazzere, bevai ma anche discariche abusive e di amianto, strade da recuperare e da riattivare. Noi ci abbiamo messo la passione, ora serve la l’impegno di tutti, privati e pubblici per valorizzare le risorse», dicono coloro che hanno lavorato al percorso. Voi, intanto, programmateci un viaggio.

Carolina Attanasio