brand di alfonsino food delivery
23 Marzo 2017   •   Snap Italy

Alfonsino food delivery: il cibo d’asporto sbarca su Fb Messenger

«In un mercato come quello del food delivery, già saturo e dominato dai diversi colossi internazionali, la startup Alfonsino si sta ritagliando una sua piccola fetta di mercato grazie al concetto rivoluzionario che ne sta alla base»

Questo servizio di consegna a domicilio infatti non necessita di un’applicazione per smartphone da scaricare, né c’è bisogno di ordinare dal sito web di Alfonsino food delivery. Basta una semplice chiacchierata su Facebook Messenger e il gioco è fatto. La chiave tecnologica per il successo di Alfonsino è stata offerta proprio da Facebook, quando il fondatore Mark Zuckerberg annunciò al F8 del 2015 che la sua piattaforma avrebbe aperto all’uso di chatbot nei servizi di messaggistica. I bot sono software progettati per simulare una conversazione intelligente con gli esseri umani, via testo o voce. Il team di Alfonsino è stato il primo in Italia a sfruttare questi chatbot per la consegna di cibo a domicilio e attualmente ha deciso di testare il servizio nella sola città di Caserta.

Il perché e come funziona Alfonsino

Come spiega Domenico Pascarella, co-founder e chief marketing officer dell’azienda, «Alfonsino nasce da un bisogno più che da un’idea, perché nella nostra città c’è una domanda da parte dei consumatori non soddisfatta dai ristoratori: la maggior parte di loro infatti non effettua consegne a domicilio».

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Attivo da ottobre 2016, il bot di Alfonsino è accessibile dalla sua pagina Facebook e basta accedere alla sezione “invia un messaggio” per aprire una chat diretta e ordinare in un paio di minuti il meglio della cucina casertana a qualunque ora si desideri. Colazione, pranzo o cena: si sceglie prima la categoria di cibo, poi il ristorante a cui ci si vuole rivolgere e lasciare il proprio indirizzo. La cosa più innovativa è che nessun dato sensibile viene richiesto all’utente, un fatto non da poco se si pensa al redditizio mercato dei big data che ruota tutto intorno ai nostri login, alle nostre preferenze o alle nostre carte di credito richieste dai vari servizi che necessitiamo ogni giorno.

Il team di driver e le recenti polemiche

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Alla vista di questa nuova e interessantissima startup non ci si può dimenticare del cuore pulsante che rende possibile questo servizio. Anche per Alfonsino, il motore di tutto sono i suoi driver: lavoratori più o meno giovani che arrotondano il salario consegnando cibo. Chi segue i notiziari giornalmente non può dimenticare che proprio a ottobre 2016 ci fu il caos in Foodora dovuto allo sciopero dei suoi fattorini, che percependo paghe da sfruttamento  organizzarono sit in a Torino e Milano. Il tutto nacque dall’equivoco per cui il cosidetto “lavoretto” non può essere pagato degnamente né può offrire coperture assicurative o rimborsi spese.

La ricetta di Alfonsino food delivery per sostenere i suoi driver

Foodora è «un caso che ci ha colpito molto perché simboleggia in parte le problematiche del mercato del lavoro italiano. Nel settore del food delivery entrare in sinergia con tutti gli stakeholder è fondamentale se si vuole garantire un compenso equo per tutti coloro che lavorano in azienda. Per questo abbiamo rigidi criteri di selezione per l’ingresso delle singole attività di ristorazione nel nostro network: vogliamo che capiscano che i driver sono fondamentali per il nostro progetto» – ha spiegato Domenico Pascarella di Alfonsino.

Sensibile e attento al problema, lo stesso Pascarella ha anche specificato che i loro driver lavorano con una quota giornaliera fissa a cui si aggiunge un bonus su ogni singola consegna effettuata. «Alfonsino è innanzitutto una comunità di giovani talenti stimolante e creativa. Non vogliamo che i nostri driver siano dei semplici spedizionieri, ed è per questo che tra i nostri obiettivi c’è sicuramente quello di garantire delle opportunità di crescita professionali all’interno di questo progetto. Con la crescita di Alfonsino, cresceranno anche le opportunità per ogni singolo driver». Il futuro di Alfonsino non può che essere roseo, visto l’uso massivo che gli italiani fanno della chat di Facebook. Resta da vedere se l’implementazione delle chatbot da parte degli altri concorrenti sul mercato comporterà delle difficoltà per questa piccola startup. Il team di Alfonsino è in anticipo su tutti, dovrà solo conservare questo vantaggio sviluppando al meglio il suo servizio, esportandolo in qualche altra città e curando al massimo i rapporti coi ristoranti e i consumatori.

Flavio Mezzanotte