scavi di pompei
05 Giugno 2019   •   Sara Giannessi

Affreschi di Pompei: la bellezza della storia

«Gli affreschi di Pompei sono una testimonianza artistica e storica che ha permesso di conoscere realtà del mondo romano che altrimenti avremmo probabilmente ignorato.»

Ma partiamo dalla teoria: in cosa consiste la tecnica dell’affresco? Come dice il nome, l’affresco si realizza quando la base di intonaco è ancora fresca. Questo permette ai pigmenti utilizzati di saldarsi insieme alla base. Il rosso pompeiano o rosso Ercolano è appunto il pigmento ricavato dall’ematite e che viene identificato con la maggior parte degli sfondi degli affreschi di Pompei ed Ercolano. Questa tecnica richiede però una velocità di esecuzione che non era congeniale a tutti gli artisti. Caravaggio ad esempio non realizzò mai le opere commissionate come affreschi, anche se all’epoca era ancora la tecnica più usata. Anche Leonardo Da Vinci cercò di trovare una soluzione all’imposizione di esecuzione richiesta dall’affresco. Sperimentò questa nuova tecnica da lui elaborata con l’Ultima Cena, tecnica che si dimostrò però poco resistente.

La resistenza secolare degli affreschi pompeiani

La domanda viene spontanea: come hanno fatto le decorazioni murarie di Pompei a sopravvivere a tanti secoli e disastri naturali? La risposta sta nei materiali utilizzati e nei vari processi di lavorazione che avvengono. La differenza fondamentale tra gli affreschi di Pompei e quello di Leonardo è che il primo utilizza materiali inorganici, principalmente minerali, per realizzare i pigmenti, mentre il secondo sperimenta l’utilizzo di materiali organici su intonaco già secco. La resistenza dell’affresco deriva dall’ultimo passaggio, detto carbonatazione, reazione chimica tra il pigmento e l’intonaco che diventano una nuova sostanza più unita e meno soggetta allo sgretolamento. L’importanza della scoperta di un sito come quello di Pompei per la storia dell’arte è già evidente nella denominazione del “rosso pompeiano”. Ma dalle ville pompeiane è emersa un’altra caratteristica della pittura romana.

Gli stili di decorazione affrescale di Pompei

Nella storia dell’arte si usa dividere gli stili di decorazione affrescale delle domus romane in quattro periodi. Il primo è detto appunto stile pompeiano. È il più semplice dei quattro stili: la decorazione consisteva in rettangoli di pigmenti diversi che dovevano riprodurre i marmi delle pareti delle domus. Questo stile evolverà poi nei successivi che piano piano aggiungeranno sempre più dettagli architettonici fino ad arrivare a un’illusione prospettica di profondità. Esempi dei quattro stili si ritrovano nelle ville di Pompei: l’eruzione del Vesuvio avvenne infatti che tutti questi stili erano definiti e utilizzati.

Visitare la città romana è un’esperienza di per sé già molto suggestiva, e tra l’altro in quest’occasione la presenza di molti turisti aiuta, perché permette di ricostruire a pieno una città abitata in cui muoversi con uno scarto di quasi 2000 anni. Avere un occhio più pronto a cogliere dettagli storico-artistici non fa altro che inserire di più il visitatore all’interno della mentalità quotidiana della civiltà romana. Perché per noi adesso queste sono definizioni di storia dell’arte, per loro erano le pareti di una casa in cui vivere.

Sara Giannessi