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03 Maggio 2019   •   Carolina Attanasio

Visitare l’Etna, tremila metri sopra il cielo

«Per vedere il centro della Terra, andate in alto: visitare l’Etna è un viaggio spettacolare nei primordi del pianeta, sull’Isola più mistica d’Italia»

A che serve andare sulla luna quando potete andare sull’Etna? La sensazione è più o meno quella, man mano che vi fate strada tra le curve che vi portano incontro al gigante siciliano. Il vulcano più alto d’Europa – scientificamente “il vulcano attivo terrestre più alto della placca euroasiatica’ – l’Etna vive avvolto nel mistero, protettore e ombra infuocata del paesaggio che lo circonda. La Muntagna, così chiamata dai siciliani, ha una storia che si perde nella notte dei tempi e, per questo motivo, intreccia da sempre avvenimenti geologici con leggende di uomini e Dei. Visitare l’Etna è un viaggio nei primordi della terra e nella mitologia mediterranea. Ecco un po’ di cose che è bene sapere prima di andare.

Visitare l’Etna: copritevi

Non è che solo perché siete in Sicilia il caldo è assicurato, sciocchi. Etna è un gigante di oltre 3000 metri d’altezza, variabile nel tempo, a seconda delle eruzioni. Nei secoli la sua forma e l’altitudine hanno subito diversi cambiamenti, le eruzioni hanno creato e distrutto centinaia di metri di terreno e roccia, per cui il vulcano è il simbolo del cambiamento: ci vuole grande fermento per restare in movimento. Ad ogni modo, non fate come quei turisti americani appena scesi dalla nave, che preda della primavera sicula, si avventurano in sandali e canotta alle falde del vulcano. La temperatura media sull’Etna durante il periodo estivo è di 6 gradi, in inverno scende a -12, con neve sulla cima quasi tutto l’anno. Il vento, parliamone: soffia impetuoso praticamente sempre, per cui se avete le vostre belle giacche sportive siete apposto e potete godervi il panorama senza grandi problemi, diversamente, imprecherete in molte lingue. Non c’è altro riparo, lassù, se non quello dei punti ristoro. Siete su un vulcano, diamine, badate alle vostre scarpe anche: chiuse e comode, o rotolerete nel primo cratere disponibile.

Visitare l’Etna: la geologia

Non starò qui a fingermi Piero Angela e sciorinarvi ogni buon sapere sull’Etna, due o tre cosette basic, però, è bene che le sappiate. Furioso quanto basta e fertilissimo, l’Etna è considerato un vulcano buono, se paragonato ad altri colleghi come il Vesuvio. Il motivo è presto detto: mentre il socio napoletano, ben più irruento, si caratterizza per eruzioni di tipo esplosivo (vedi Pompei come esempio), il magma dell’Etna scorre lento, ma inesorabile. Più volte nella storia ha seriamente minacciato gli abitanti del vicinato e le sue eruzioni possono durare diverso tempo. La più lunga, quella del 1614, è durata dieci anni. Che l’Etna non sputi detriti con inaudita potenza non vuol dire che sia un vulcano innocuo. Le eruzioni sono spesso accompagnate da costanti scosse di terremoto e la lava non si ferma davanti a nulla. Più che le persone, che hanno sempre il tempo di allontanarsi, a fare le spese del vulcano sono le case, irrecuperabili in caso di onda lavica. Nel 1669, l’eruzione più distruttiva raggiunse addirittura Catania, sfociando poi in mare. A oggi, la zona più visitata è quella dei Crateri Silvestri. Qui si arriva tranquillamente in macchina e i punti ristoro non mancano. Nei crateri potete scendere, provando l’emozione di calpestare quel che resta della lava. Il paesaggio è lunare, la terra nera e rossa vi tiene con la testa attaccata a qualcosa di primordiale, finché almeno non ne uscite a godervi il panorama spettacolare su Catania. Chi vuole può proseguire più su, a piedi, in jeep, in funivia (da Nicolosi). Più si va su, più non vorrete tornare giù, la natura alla sua massima potenza è qui.

Visitare l’Etna: prodotti tipici

Non di sola lava vive l’uomo, ma anche di quello che la suddetta si lascia alle spalle andandosene. La terra dell’Etna è fertilissima, motivo per cui è presente una vegetazione molto variegata. I prodotti della terra, di conseguenza, hanno un sapore unico. Il miele: lo trovate in vendita nei chioschetti sui crateri, aromatizzato in mille modi, buonissimo. Le fragole, ultra rinomate. Il pistacchio di Bronte, vi dice niente? Le mele, quelle di Pedara. Il vino, neanche a parlarne, è conosciuto in tutto il mondo, coi suoi sentori minerali, e il cuore della terra in ogni sorso.

Carolina Attanasio