via della lana e della seta
26 Novembre 2018   •   Carolina Attanasio

Via della lana e della seta: un itinerario medievale d’autunno

«Anche l’Italia ha la sua via della lana e della seta, un percorso che chi ama il trekking non può perdersi. Sei tappe tra Bologna e Prato alla scoperta di borghi, meraviglie dell’archeologia idraulica e i panorami unici dell’Appennino»

Forse non tutti sanno che tra Bologna e Prato non scorrono solo chilometri d’asfalto, ma una vera e propria Via della lana e della seta. Se anche voi vi sentite dei piccoli Marco Polo e stavate cercando il vostro percorso alla scoperta del pregio tessile, abbandonate l’idea di farvela a piedi fino in Cina e seguiteci in questo itinerario, come sempre la bellezza la troviamo dietro casa.  Si tratta di un itinerario realmente percorribile a piedi, da Casalecchio di Reno fino al nord di Prato.

Uno spettacolo per gli occhi, una fatica per le gambe, una grande scoperta in termini di ricchezza del territorio italiano. Alzatevi da quel divano e venite con noi.

La via della lana e della seta: un po’ di informazioni

Centotrenta chilometri di bellezza italica, la via della lana e della seta è praticabile dodici mesi l’anno, mediamente in sei-sette giorni. Si parte dalla Chiusa di Casalecchio, costruita tra il X e l’XI secolo e considerata l’opera idraulica utilizzata continuativamente più antica d’Europa. La chiusa percorre le vie del CAI, snodandosi lungo percorsi che toccano anche i 1000 metri di altitudine. Forse non tutti sanno che Bologna è stata per secoli capitale della seta, mentre Prato è tutt’ora un rinomato distretto tessile di lana e del tessile in generale. La via della lana e della seta è un vero percorso storico, nonostante sia nato solo da un anno a questa parte. Pronto per diventare la nuova mecca degli amanti del trekking, questo itinerario tocca di tutto, borghi, paesaggi spettacolari, storia, natura.

La via della seta e della lana: itinerario

Dicevamo, si parte dalla Signora Bologna e si percorrono 20 chilometri fino a Sasso Marconi, considerata la prima tappa della via. Prendendo il via da Piazza Maggiore, si esce dirigendosi verso Casalecchio di Reno, dove ci si imbatte nella Chiusa, mastodontica opera di architettura idraulica e patrimonio UNESCO, da qui si prosegue verso Sasso Marconi attraversando il ponte di Vizzano, una struttura sospesa che collega le due sponde del Reno: il ponte è stato ricostruito nel 1949 e pare sia l’ultimo sopravvissuto di una serie che risale fino all’epoca romana, poiché apparentemente di qui passava la strada che collegava Roma a Firenze e Bologna. Riposati e freschi, siete pronti per la seconda tappa, che vi porta fino a Graziana Morandi, passando per Pontecchio Marconi, dove ci pensa Palazzo de’ Rossi a tenervi svegli. Si tratta di un complesso del tardogotico bolognese del 1400, che ha ospitato personaggi come Torquato Tasso e Papa Giulio II. Archi, torri, un ponte levatoio e il classico fossato ne fanno uno dei castelli più belli d’Italia. Arrivati a Graziana Morandi, lasciate un po’ di forze per visitare la Casa Museo Giorgio Morandi, pittore e incisore italiano che ha spesso immortalato nei suoi quadri il paesaggio che adesso vi circonda. Terzo giorno, freschi come rose ve la camminate fino a Castiglione dei Pepoli, che porta il nome della famiglia che ne progettò l’aspetto urbanistico, ancora oggi intatto. Questa famiglia ha mantenuto il controllo da queste patì per circa 3 secoli, lasciando un borgo meraviglioso.

Da qui ci si muove in direzione Prato: 20 km vi separano da Vernio e altrettanti vi conducono poi a Vaiano, completamente immersi nella natura. Di passaggio da Burzanella, scoprirete che questo borgo ha una storia lunga, lunghissima, risulta abitato già durante l’età del bronzo. Qui un posto molto curioso, l’oratorio dei Frascari, che vi stupirà col suo tetto a capanna, il campanile a vela e il portale del tardo cinquecento.

Via della Lana e della seta: l’ultima tappa

Final destination of this journey: Prato. Il centro città è anche il suo nucleo più antico, si chiamava Borgo del Cornio e se ne ha notizia dal IX secolo. Stupenda la Cattedrale e la piazza antistante, che dal XIV secolo ostenta la Sacra Cintola, opera di Donatello. A Prato vedrete anche il Cavalciotto, un grande esempio di archeologia industriale, perno del sistema idrico pratese con i suoi 53 km di gore, che attraversano tutto il territorio fino al fiume Ombrone. Il trekking non finisce mica qui cari miei, si arriva fino al massiccio della Calvana, dalle cui cime carsiche godete di un panorama lunare, tra grotte, goline e risorgive. Da Poggio Cocolla lo sguardo vi porta sulla bella vista del monte Morello e la valle del Bisenzio, circondati da cavalli allo stato brado.

Chiudete in bellezza questo trekking visitando Vaiano e la sua abbazia, perfettamente conservata dal IX secolo, opera dei Benedettini cassinesi. Un’oasi di riposo mistico dopo sei giorni di cammino tra le meraviglie del centro Italia.

Carolina Attanasio