val di fassa
23 Novembre 2018   •   Carolina Attanasio

Val di Fassa, l’autunno si fa in montagna

«Non aspettate le grandi nevicate, sciocchi. L’autunno in Val di Fassa è un’ottima scusa anche solo per un weekend da passare a rigenerarvi tra le cime più belle d’Italia, venite con noi»

Ci siamo cascati ancora, niente da fare, stavolta è la Val di Fassa a portarci di nuovo sulle Dolomiti, una mecca assoluta nel panorama naturalistico italiano. Profilo da rock star, colori paradisiaci, la Val di Fassa è una sorpresa continua, in qualsivoglia stagione. Non di solo inverno vive la montagna, lo sapete bene, del resto spesso vi abbiamo portato in giro per borghi, escursioni e passeggiate ad alta quota durante tutto l’anno. Siccome non vogliamo perdere il vizio, venite con noi in una delle passeggiate italiane per eccellenza.

Consigli

Il tour sta per partire, ma dove dove ci fermiamo a dormire? Se vuoi avere qualche utile consiglio su dove dormire in Val di Fassa guarda questa pagina dedicata agli alberghi in Valle di Fassa, ne troverai 7 che potrai prenotare, ognuno con la propria particolarità… da vedere!

Val di Fassa: come arrivarci

Google l’avete, lo sappiamo, allora visto che siete così bravi arrivate fino a Moena, da qui puntate verso Canazei e vi ritrovate e percorrere una splendida valle immersa nelle Dolomiti, circondata da profili montani che vi daranno tanti di quei dejà-vu da farvi girare la testa. Benvenuti in Val di Fassa, ragazzi. Il paesaggio sembra venuto fuori da un quadro, un insieme di capolavori rocciosi dai nomi epici: Gruppo del Sella, Sassolungo, Marmolada, Catenaccio. Giganti buoni che sembrano messi lì a proteggerci da invasioni aliene.

Val di Fassa: cosa fare

Una domanda retorica, ma del resto ce la siamo posta da soli. La Val di Fassa non è solo bella da vedere, è un territorio attrezzato per tutte le evenienze e tutte le stagioni. Trekking, attività outdoor, borghi spettacolari, cucina tipica. Ben due parchi naturali dominano la zona: il Parco Panneggio – Pale di San Martino e il Parco Naturale Sciliar – Catinaccio. Il primo è un’area protetta dal 1967 tra val di Fiemme, Fassa e Primiero. Qui ne vedrete delle belle tra giganti della natura come le torri di Dolomia delle Pale di San Martino, che sfidano in altezza solo gli abeti rossi – ragazzoni di 40 metri d’altezza. Curiosità: nel cuore del Parco si trova la foresta demaniale di Paneveggio, piena zeppa di alberi secolari, al cui interno si trova la “foresta dei violini”, abeti di risonanza che venivano scelti dai maestri liutai del passato – vedi Stradivari – per realizzare strumenti dal suono perfetto.

Nel Parco naturale Sciliar – Catinaccio è la casa del Rosengartner, una catena di creste rocciose affilate come coltelli che esplodono di colori durante albe e tramonti. Negli anni molti scalatori hanno fatto grande il loro nome inerpicandosi su queste cime. Se arrampicarvi in verticale non è il vostro sport preferito, potete sempre ripiegare sul deltaplano, il parapendio, l’equitazione, l’hockey, e gli sport estremi in generale.

Se le uniche forze che avete le riservate per farvi due passi, allora andatevene a passeggio per borghi, uno su tutti: Sèn Jan di Fassa. Tra i Borghi più belli d’Italia, Sèn Jan è il paradiso degli sciatori, da qui in funivia raggiungete direttamente la stazione di Ciampedie. Diviso in tante piccole frazioni, questo borgo si caratterizza per la presenza massiccia di croci ed edicole a ogni angolo di strada, anche nei campi, a testimonianza di un forte sentore religioso spalmato nei secoli. Basti pensare che la chiesa più antica della zona – Santa Giuliana – risale al 1200. La montagna è spesso una grande scusa per andarsene in cerca di benessere, e in Val di Fassa ne troverete a palate. Se non nella natura, cercatelo nelle tante spa e centri benessere della zona.

Val di fassa: cucina tipica

Fame? Vi credo. La parola d’ordine è polenta – rigorosamente in paiolo di rame – servita insieme a formaggi e salumi del posto, i canederli, la zuppa di legumi, i crauti. Tipici del posto sono anche i ravioli detti ‘cajonce’, lo strudel, le frittelle di mela e le “fortaes”, dolci fritti a forma di chiocciola, una grande tradizione del fatto in casa locale.

Val di Fassa: leggende

All’alba e al tramonto la Val di Fassa si riempie di rosa. Non letteralmente, intendiamoci, ma le catene montuose che la circondano assumono un colorito rosastro, meravigliosamente unico, secondo un fenomeno chiamato ladino di “ensosadira”, che letteralmente vuol dire diventare rosa”. Leggenda vuole che un re, di nome Laurino fosse proprietario di un giardino di rose sul Rosengartnen. Il principe del Latemar, curioso del giardino, entrò nel regno per visitarlo e conobbe la figlia del re, Ladina, se ne innamorò e la rapì. Laurino, disperato, lanciò una maledizione secondo cui nessuno avrebbe più potuto vedere il suo giardino. Nel farlo citò solo il giorno e la notte, per cui all’alba e al tramonto è possibile vedere sulle montagne il colore delle rose del famoso giardino.

 

Carolina Attanasio