the startup Canvas
17 Settembre 2018   •   Redazione

The Startup Canvas, la guida sicura per navigare nel mondo startup

«Grazie all’intervista a Massimo Ciaglia scopriamo di più su The Startup Canvas, la guida sicura per imparare a navigare nel mondo delle startup.»

Massimo Ciaglia inizia a programmare all’età di 12 anni e già a 14 anni vendeva i suoi software. Il suo percorso nelle corporate inizia invece a 19 anni, quando viene assunto dall’IBM, ove si occupava della pianificazione aziendale e del WIP. Dopo due anni, fonda Euronet Consulting che lo porta alla sua prima exit in Nasdaq a 27 anni e nel frattempo si laurea in Informatica con 110 e lode. Massimo da qui in poi vola alto fondando varie startup di successo. Imprenditore seriale, business angel, coach e mentor. Oggi è nelle vesti di innovator con il primo ed innovativo canvas per startup, The Startup Canvas. Si tratta dell’unica guida operativa pensata appositamente per le startup, che va ad integrare i modelli precedenti, il Business Model Canvas e il Lean Canvas, apportando gli elementi chiave che mancavano e che sono invece fondamentali per la costruzione di una startup di successo.

Nel suo libro: The Startup Canvas. Come trasformare una idea in un successo sicuro, già best seller su Amazon in più categorie, “Self Help” ed “Economia e Business” spiega il suo nuovo metodo già applicato su tantissimi casi reali, trasferisce il suo know how, la sua esperienza, le strategie e le tecniche per strutturarsi e posizionarsi in modo vincente sul mercato.

Ciao Massimo e grazie per aver accettato la nostra intervista. Da dove nasce The Startup Canvas, l’innovativo framework, da cui prende poi il nome il tuo libro?
In realtà il mio desiderio è trasferire il mio know how a coloro che desiderano affacciarsi al mondo delle startup per trasformare le loro idee in business vincenti. Anni di esperienza, passione e studio mi hanno portato a riflettere. Vedevo startup con idee meravigliose con un tasso di fallimento altissimo. Ad oggi, del 90% circa. Mi sono sempre chiesto perché una percentuale così alta? Perché questa percentuale non riesce a diminuire? Uno dei problemi è proprio legato al metodo applicato per strutturare nuovi progetti imprenditoriali.

Il mio canvas va a creare un innovativo strumento strategico, che struttura le basi di una startup in tutti i processi chiave che la definiscono. E’ un canvas nato per le startup che integra ai precedenti modelli, nuove aree fondamentali per strutturare correttamente una startup. Sto parlando di proprietà intellettuale, di traction, ovvero le metriche da considerare per monitorarne la crescita, di strategie di fund raising e tanto altro ancora. Quando incontro gli startupper, manager o studenti dico sempre che non esistono formule magiche per creare una startup di successo, ma esiste una metodologia da seguire passo dopo passo.

Cosa si prova a trovare The Startup Canvas tra i libri più venduti dopo così poco tempo dall’uscita?
Emozionato! La mia soddisfazione più grande sono tutte le persone che mi stanno scrivendo, anche con un semplice messaggio su Facebook o LinkedIn. È stato un lavoro duro ed intenso, perché qui ho cercato di trasferire il mio know how e la mia esperienza per cercare di essere un valido supporto per chi vuole intraprendere questo percorso. E trovarmi dopo una settimana dal lancio su Amazon già Best Seller a fianco ai libri di Marco Montemagno e Salvatore Aranzulla mi ha fatto riflettere e capire che il tema è caldo e che il desiderio di emergere con un proprio progetto è forte nella nostra generazione.

Ci puoi parlare di questa nuova metodologia?
Certo! È un framework strutturato in tre macro aeree: business idea, strategy ed execution. Le tre macro aeree a loro volta si declinano in più aeree. Volendo citarne almeno una delle tre l’idea di business, ovvero il cuore pulsante della startup si articola in: problema, sviluppo del mercato, la value proposition e le ipotesi fiduciarie.

Il canvas è già stato validato su casi reali. È approdato già all’estero in America, Russia, Ungheria ed Israele. Inoltre, personaggi di fama internazionale e specialisti di settore, dopo averlo studiato e analizzato, hanno dato dei validi contributi al mio libro arricchendolo con le loro storie di successo e con gli argomenti in cui ricoprono il ruolo di influencer internazionali. Sto parlando di Brian Pallas, Jacopo Mele, Raffaele Gaito, Francesco Mantegazzini, Gian Luca Comandini, Marco Merangola, Marco Trombetti e Nicola Mattina. Per maggiori informazioni invito tutti a visitare l’apposito sito: thestartupcanvas.com.

Quali sono gli errori che commettono più spesso i nuovi imprenditori intenzionati a creare un nuovo modello di business?
Non esistono errori, ma esiste l’inconsapevolezza verso tematiche che sono in continuo mutamento. La vision d’insieme è l’aspetto più importante da considerare. È importante guardare all’obiettivo, ma per farlo occorre struttura e organizzazione. Seguire i giusti passaggi è la strada giusta. Partire senza aver tutelato la proprietà intellettuale è davvero un rischio, partire senza aver validato il prodotto sul mercato e senza aver fatto degli A/B test, anche quello potrebbe essere un gravissimo problema.

Perché i nuovi imprenditori dovrebbero leggere il tuo libro?
Il mio libro è molto improntato alla pratica. Parlo del mio nuovo canvas, il primo framework per startup validato sull’esperienza e su casi di successo reali. Costruire una startup è come fare un puzzle. Bisogna avere le competenze giuste e necessarie per poter creare la figura finale. Il mio libro aiuta il lettore a creare i suoi pezzi di puzzle e soprattutto fornisce un mindset di strumenti e conoscenze che attraverso un percorso guidato e testato su casi reali porta al raggiungimento dell’obiettivo.

Pensi sia utile evangelizzarlo anche nelle scuole?
Il ruolo della scuola per lo sviluppo di nuova imprenditorialità è molto importante. Se pensiamo a molte regioni d’Italia dove non è predominante la cultura d’impresa abbiamo come unica risorsa possibile la scuola. Ecco perché in un futuro prossimo venturo intraprenderò una serie di attività mirate alla formazione di giovani imprenditori che tramite lo startup canvas

potranno sperimentare dal vivo come si realizza un’idea o un sogno. Già sto girando per atenei, incubatori, acceleratori e poter accedere anche al mondo scolastico sarebbe davvero appagante. Uno dei miei prossimi progetti su cui sto lavorando è la creazione di un acceleratore improntato su dei modelli non tradizionali ma basati su obiettivi tangibili e che oltre la strategia, improntano il focus sul processo di validazione, sul fund raising e sul go to market.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri relativamente a The Startup Canvas?
Fare mentoring è come sviluppare un processo maieutico, portare i nuovi imprenditori a comprendere quali possono essere le difficoltà per fare impresa e renderli consapevoli delle soluzioni ai problemi che si possono presentare. L’idea quindi sarebbe quella di aprire un academy e fondare un movimento con ambassador in ogni parte del mondo che possa evangelizzare lo strumento e far confluire giovani talentuosi a cui brillano gli occhi. Contaminazione, condivisione e conoscenza sarebbero gli elementi portanti della nuova academy del futuro.