San Terenzo
13 Marzo 2019   •   Ivan Drogo Inglese

San Terenzo, il luogo magico scelto dagli Shelley

«Il nostro tour in compagnia del barone Drogo Inglese ci porta a San Terenzo, nel Golfo dei Poeti, alla scoperta della splendida Villa Magni, dove vissero i coniugi Shelley.»

Nel tardo pomeriggio arrivo a San Terenzo, una frazione del comune di Lerici. Siamo nel Golfo dei Poeti, vicino La Spezia, così lo definì agli inizi del ‘900 il commediografo Sem Benelli. In questo, che era solo un piccolo borgo di pescatori, approdò il monaco Terenzo che diretto a Roma, fu assassinato dai briganti lungo il tragitto. Il suo nome venne quindi cambiato: da Portiolo (porto dell’olio) a San Terenzo. Qui trascorrerò due giorni ed ho scelto come mia dimora l’antica Villa Magni che prima di appartenere all’omonima famiglia era stato un convento dei padri barnabiti.

Alla scoperta di Villa Magni

L’attuale proprietaria, Emanuela Gramatica Morando, da un paio di anni ha deciso di trasformarla in un boutique hotel. Il cancello si apre automaticamente e ad accogliermi trovo Rossella Rizzato, una slanciata signora, modella in gioventù che qualche anno dopo, trasferendosi negli States, si era inventata chef diventando padrona della cucina dell’attrice Sharon Stone nella sua villa di Beverly Hills. Salgo le scale e arrivo al piano nobile dove ci sono due camere che si affacciano sul fronte. Per me è stata riservata quella che fu di Mary Shelley con un grande letto a baldacchino. Le altre due sono rispettivamente intitolate al poeta Percy Shelley (marito di Mary) e la più grande con soppalco e affaccio sul giardino a lord George Byron che qui soggiornò.

Nell’800 Villa Magni, che nel frattempo era passata ai marchesi Ollandini, venne scelta come residenza di soggiorno dal poeta Percy Shelley e dalla moglie Mary autrice del celebre romanzo Frankenstein. Poco dopo il mio arrivo, nella bella terrazza, mi faccio servire un bicchiere di Vermentino, il vino tipico delle Cinque Terre, accompagnato da sfiziosi biscottini all’acciuga e mi siedo a contemplare un incantevole tramonto. In sottofondo, quasi per caso, le note di Estrella di Patrick Doyle. Provo ad immaginare dapprima la storia d’amore e poi la tragedia che qui vissero i coniugi Shelley. Lui parti una mattina a bordo della sua barca, l’Ariel, diretto a Livorno e non fece più ritorno. Naufragò a causa di una improvvisa tempesta.

Riposo e partenza

Il sonno è tranquillo in questa stanza dal soffitto altissimo e l’ultimo pensiero prima di addormentarmi va sempre a loro. A Percy e Mary. Al mattino consumo il breakfast in terrazza. Chiunque passerà sulla sottostante passeggiata vi osserverà con invidia. Vi consiglio di trattenervi qui almeno un paio di giorni. Potrete visitare il castello di Lerici e concedervi una visita al ristorante Stralunà dove la bella e simpatica Valeria Questa vi accoglierà proponendo un menù a base di pesce. Ma soprattutto potrete fare una puntata a Portovenere. Il paese insieme alle prospicienti isole Palmaria, Tino, Tinetto e le Cinque Terre sono state decretate dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Mi sono ricordato che negli anni ’60 proprio l’isola del Tino fu utilizzata per alcune scene del film i Cannoni di Navarone con Gregory Peck che conquistò alcune statuette alla notte degli Oscar. Per fare il giro delle isole potete rivolgervi alla Cooperativa Barcaioli di Porto Venere. Non dimenticate di ammirare la grotta Byron a Cala dell’Arpaia. È giunto il momento della partenza. Mentre sistemo i bagagli in auto rivolgo un ultimo sguardo alla villa e alla vicina Portovenere. Comprendo i motivi per i quali Percy e Mary scelsero questo luogo per vivere e provo la stessa malinconia che loro provavano ogni volta che si allontanavano da qui.

Ivan Drogo Inglese