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14 Giugno 2016   •   Snap Italy

Rep 2056. Idee per i prossimi 40 anni: la moda secondo Valentino

«In occasione del Rep 2056, Idee per i prossimi 40 anni, Simone Marchetti e Valeria Palermi accompagnano i direttori creativi di Valentino in un intimo, politico, riflessivo dibattito sulla moda del futuro.»

Era un’occasione davvero imperdibile quella di poter partecipare sabato 11 giugno al Maxxi di Roma ad un dibattito sulla moda in compagnia dei direttori creativi della maison Valentino, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Ad incalzarli, in un piacevole scambio di battute, c’erano Simone Marchetti e Valeria Palermi (rispettivamente giornalista e capo redattore di D-Donna). Un incontro in occasione del Festiva di Repubblica: Rep 2056, Idee per i prossimi 40 anni. Dal 3 al 13 giugno, dieci giorni di dibattiti, interviste, mostre e musica organizzate dalla storica testata per festeggiare i suoi primi quarant’anni di attività, ma soprattutto per confrontarsi su idee e progetti da mettere in cantiere in vista di un futuro non troppo lontano, dove siano magari le nuove generazioni a mettere in campo una nuova linfa, e noi al Factory Valentino – Roma città aperta non potevamo davvero mancare.

Così, seguendo le domande lanciate dai due esperti di moda, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli ci raccontano come fossimo i loro amici più intimi, quello che è il loro lavoro, il loro legame e i loro rapporti. La parola che subito mi cattura è “contaminazione”. Ci raccontano di quanto sia importante lasciare che la creatività si contamini con le altre passioni, come quelle artistiche magari e allora ecco che cominciano gli aneddoti… Una casa fuori Londra, un artista un po’ strampalato, non so bene di chi stiano parlando eppure pendo letteralmente dalle loro labbra, sicuramente colgo la gioia e l’orgoglio che rimane nel portare a casa collaborazioni importanti, non tanto per se stessi, quanto per il fatto che la moda è comunicazione e l’arte ne è uno stato.

Formazione e “politica”

Sono tanti gli argomenti che vengono messi in campo in quest’incontro del Rep 2056, Idee per i prossimi 40 anni. Uno su tutti è quello della formazione, anche se prima ancora, bisogna affrontare una sottile ma importante differenza: «Le persone devono scegliere se essere di moda o fare la moda». Fare la moda è un lavoro e come tale prevede un percorso che porti ad essere dei professionisti tanto che Valentino decide di investire sui giovani istituendo una scuola di moda con un master dedicato a chiunque voglia affacciarsi a questo mestiere. Già ma quale di preciso? Stilista, sartoria, stylist, uffcio stampa? Con un percorso ad hoc e uno stage in diverse zone centrali dell’azienda, ognuno capirà come spendere al meglio le sue doti.

Con disinvoltura rispondono quasi all’unisono quando la conversazione nel Rep 2056, Idee per i prossimi 40 anni si fa “politica”. Roma è una città importante per la moda eppure non trova un suo spazio tale da poter essere riconosciuta al pari di Milano o Parigi. Forse è po’ bistrattata, sicuramente non c’è molta cooperazione tra gli organi preposti ma è altrettanto vero però che nella Capitale le case di alta moda sono restie a sfilare. Alcune snobbano completamente l’unico evento dedicato, per altre purtroppo, l’alta moda, è soltanto un lontano ricordo. Forse non c’è neanche la volontà di rendere Roma una diretta competitor, in fondo sappiamo bene che è più nota per essere il fulcro del potere politico. Qui la cosa si fa ancora più interessante, perché a fine dibattito del Rep 2056, Idee per i prossimi 40 anni c’è quasi una sorta di scambio di ruoli.

Senza l’assillo del consenso

Alla domanda «Cosa può imparare la politica dalla moda?» loro rispondo effetto slogan: «Non cercare consensi», ma attenzione perché ci stanno raccontando un’altra cosa significativa, molto più di un bel paradosso. Il fatto che non bisogna cercare consensi a tutti i costi, vuol dire anche che, come nel loro caso, si può sopravvivere al mito. Si può portare avanti quell’idea, quella convinzione, quella voce fuori dal coro affinché un cambiamento di rotta, anche quando ti dicono che è rischioso, che i fatturati parlano chiaro, si può fare! Questo implica anche la riflessione che di recente, come accaduto già da tempo in molti colossi stranieri, e cosa tipica della moda italiana, cioè che la direzione creativa coincide quasi sempre con la proprietà, in questo caso è avvenuta una cosa di cui spesso sentiamo parlare in tutti i settori. Il passaggio generazionale.

Una domanda mi sorge spontanea. In un futuro non troppo lontano, considerato che non saremo giovani per sempre, avremmo sì il coraggio di affermare con convinzione una nostra idea, ma troveremo anche chi sarà disposto a farci da guida per poi lasciarci la fatidica poltrona?

Alessandro Iacolucci