Renato Zero Alt
08 Aprile 2016   •   Snap Italy

Renato Zero: la presentazione ufficiale di “Alt”

«Abbiamo seguito il grande ritorno di Renato Zero, con la conferenza stampa per la presentazione del nuovo album “Alt”»

28 album in studio, 3 raccolte, più di 45 milioni di dischi venduti: questi sono solo alcuni dei numeri di una carriera unica nel panorama musicale italiano, quella di Renato Zero, classe 1950 e da sempre nome di punta del nostro pop. Il cantautore romano ritorna sulle scene a tre anni di distanza da “Amo” e lo fa con quattordici pezzi inediti, pubblicati ancora una volta dall’etichetta di sua proprietà (Tattica) e prodotti da Zero stesso insieme a Danilo Madonia. L’uscita del nuovo album segna anche il ritorno nella prestigiosa cornice dell’Arena di Verona, dove Zero mancava dal 1998: due le date fissate, l’1 e il 2 giugno, nel corso delle quali verranno presentate al pubblico le canzoni di “Alt” insieme agli storici successi dell’artista. Un ritorno sui palchi dopo più di due anni molto atteso, che segue a ruota l’esibizione nel corso della finale di Sanremo dove in qualità di ospite il cantante aveva interpretato il nuovo brano “Gli anni miei raccontano”.

Ed è proprio durante la conferenza stampa di ieri, tenutasi nell’Area Pergolesi di Milano, che Renato Zero si è raccontato, presentando le nuove canzoni e riflettendo sull’attualità, le sue problematiche e le possibili soluzioni ad un presente che getta non poche ombre sul futuro. Un acceso spirito di denuncia pervade infatti questo nuovo lavoro, come si può intuire chiaramente dal singolo di lancio “Chiedi”: attacchi a sindacati, alla televisione con le sue eccessive finzioni (“tieni spenta la tv che gli alieni vengono da là”) ma anche un messaggio di speranza, riposta nelle nuove generazioni. A queste si è a più riprese rivolto il cantante nel corso della conferenza, offrendo la propria “ricetta” personale fatta di azione e spirito d’iniziativa: l’invito è quello di “uscire da Internet, dove spesso c’è moltissima solitudine”, aprendosi al mondo e vincendo l’intolleranza, che spesso oggi, come Zero sottolinea, “esiste anche tra i giovani”. Un disco che dunque invita a combattere il presente (con brani come “Rivoluzione”) e non si rivolge a coloro “che stanno con le braccia conserte, aspettando la manna”, ma che affrontano la vita, compresa la sofferenza che “può essere amica nonostante i nostri continui tentativi di rifuggirla”.

In questo senso, Zero si autodefinisce un “sollecitatore”: il suo intento è quello di stimolare “coloro che hanno la vocina più esile”, spingendo per un cambiamento nel mondo attuale. “È un disco che racconta il sentirsi al mondo in queste ore”, e lo fa affiancando alle invettive contro la politica “che non fornisce buoni esempi” (come in “Nemici miei”) riflessioni più intimiste, come la preghiera laica “Gesù” (che auspica un ritorno alla nostra dimensione più umana) o “Il cielo è degli angeli”, che parla della separazione e della necessità di amare resistendo anche ai momenti più duri. Un tema, quello dell’amore, che durante la conferenza Zero tocca anche parlando delle unioni civili: interrogato su questo aspetto, egli sottolinea come a contare “sia l’intensità e la quantità del sentimento”, indipendente dal tipo di famiglia in cui un figlio possa nascere. L’attacco del cantante è qui rivolto a chi “si permette il lusso di giudicare”, senza comprendere come a contare non sia il sesso di chi impartisce un’educazione, ma la solidità della stessa.

A quasi sessantasette anni, Renato Zero rimane determinato e non poco polemico: il dito non è puntato solo contro la classe politica, ma anche verso la discografia, che secondo lui “vuole omini robotizzati, fattorini musicali”, i “sorcini” che hanno diffuso in rete il suo album e che “è meglio che non vengano ai miei concerti”, l’attuale scenario musicale, dove tutto pare un copia incolla delle stesse soluzioni sonore e vengono meno i grandi esempi del passato, a cui il cantante guarda forse fin troppo nostalgicamente.

Un artista che sa quindi guardare all’oggi in maniera personale, nutrendo sempre una predilezione “per la strada” e la sua città natale, Roma, che non cambierebbe per nessun’altra al mondo: l’invito che Zero lancia con questo album nasce da una diretta osservazione della realtà, una riflessione sul nostro tempo visto in tutte le sue possibili sfaccettature, positive o negative che siano, ma sempre tenendo a mente che è necessario “non arrendersi” per poter provare a sanare questi tempi.

Foto di Roberto Rocco 


Antonio Margiotta