iwaboo
24 Maggio 2016   •   Snap Italy

Pensato, realizzato e venduto questo il segreto di IWaboo

Una delle startup più acclamate all’ultimo Demo Day di 500 Startaps, il più grande fondo di investimento di San Francisco, IWaboo rappresenta la svolta dell’idea italiana su territorio americano, in particolare nella Silicon Valley

Nasce a Milano nel 2012 da un’idea di Ivan Marandola e di Patrizia Mossa e in pochissimo tempo sbanca al botteghino del successo. Con un fatturato attuale di oltre 1,5 milioni di dollari, si prepara a raccoglierne altrettanti sfruttando il round di finanziamenti appena aperto.

Si tratta di una piattaforma di crowdsourcing in cui chi ha un’idea può vederla sviluppata e trasformata in prodotto da vendere realmente sul mercato. Il motto “You make it, We sell it” (Tu lo fai, Noi lo vendiamo) racchiude proprio quest’idea di business. Un esempio di prodotto creato e lanciato sul mercato, a partire dalla startup newyorkese Toymail, è quella di un cellulare altamente sicuro che permette ai bambini di comunicare solo con familiari e amici, escludendo i pericoli dei comuni smartphone.

Noi di Snap Italy abbiamo incontrato Ivan Marandola.

Chi sono Ivan Marandola e Patrizia Mossa?

Patrizia e Ivan sono una vera power couple . L’idea di una società come IWaboo , è stata una diretta conseguenza dei cambiamenti radicali che abbiamo voluto dare alla nostre vite .

Patrizia arriva dal maketing e dalla comunicazione Ivan dalle biotecnologie, necessitavamo entrambi di nuovi ruoli, cercando di capire cosa il mercato oggi richiede, con molta determinazione è nata IWaboo.

L’Italia come ha accolto la vostra nuova idea di business?

l’Italia è un paese di aziende ed imprenditori impauriti e diffidenti che non sanno bene di chi e cosa fidarsi, si fa molta fatica e non è facile far capire è un evoluzione repentina il nostro mondo  e far investire in nuovi progetti, spesso con informazioni sottoutilizzate o utilizzate male diventa complicato .

I nuovi ruoli spavento la vecchia italia, così abbiamo deciso per onestà intellettuale e per opportunità di andare in America, dove siamo stati accolti a braccia aperte. Spesso in Italia ci hanno chiuso i portoni in faccia .

Cosa rappresenta per Voi l’HI-tech?

Crediamo che un giusto mix di competenze e abitudini, in particolare con le nuove generazioni Hi-tech ci aiuta a sviluppare un intelligenza a misura di rete, cioè un insieme di attitudini, caratteristiche e soft skills che permettono di adattarsi a dominare le novità e gli aggiornamenti nel mondo contemporaneo .

Oggi quando si parla di HARDWARE si tende a fare di tutta l’erba un fascio. Esiste il black electronics cioè l’elettronica di consumo passiva a cui ci hanno abituato le grandi major (belkin, samsung, etc) e poi esiste la nuova nicchia e cioè quella dell’Indie Tech (3d, wearable, smart connected devices, IOT, Drones etc) che si sta sempre più imponendo grazie ai fenomeni paralleli della Digital Rapid Fabrication, Maker Revolution e soprattutto trova la sua rapida scalabilità grazie al fenomeno del Crowdfunding. iL 69% dei progetti finanziati su Kickstarter e/o indiegogo sono tutti inerenti a IndieTech electronics.
Cosa vi ha spinto a fare il grande salto negli States?

Un economia che premia il valore delle idee, e gli uomini (e le donne) che vi stanno dietro. A prescindere dal loro rating bancario e dal fatturato. In America un fallimento nella propria carriera professionale è visto come un valore aggiunto non come un Reato o come una marchiatura a fuoco tipica del peccatore nella chiesa Cattolica

Potremo spendere ore a spiegarle perché l’America nonostante l’ultima ennesima crisi ciclica sia ormai totalmente fuori dalla recessione e stia rilanciando più che mail sullo sviluppo tecnologico sui giovani e sull’educazione. E mi creda l’influenza dell’”industria Cattolica” centra molto. Perché qui l’unica vera fede è nel Liberalismo, che certo esprime molte incoerenze e talune esasperazioni, ma è quello che permette all’ecosistema delle startup di crescere e individuare ogni giorno Unicorni o Conigli (oggi più rari dei primi e quindi più salvaguardati)
Quanto conta per Voi la motivazione nel portare avanti un’idea?

Tutto se hai veramente fame. Non mi riferisco solo all’aspetto economico ma proprio al fattore umano e il driver che spinge ogni startupper a creare qualcosa di DISRUPTIVE con l’economia attuale e connettere mondi che prima era impensabile pensare di connettere (Uber con gli autisti o airbnb con i proprietari di casa).

Noi stiamo rivoluzionando il modo in cui La consumer Electronics viene pensata, ingegnerizzata, prodotta e soprattutto distribuita. Creando una piattaforma b2b che permette alle hardware startup del futuro di connettersi con i top retailers del mondo, lasciando a noi il compito di vendere e loro concentrarsi principalmente sul costruire.

Qual è il plus valore di IWaboo?

Esistono piattaforme simili alla nostra nate negli ultimi 2 anni ma che operano solo nel settore della moda. Come jooraccess.com lenewblack.com inturn.com o nuorder.com. Nessun sta organizzando la supply chain per la tech industry come stiamo facendo noi. Non a caso in fatto abbiamo firmato una partnership negli HQ di Seattle del nuovo programma Amazon Launchpad, che punta a lanciare prodotti indie tech tramite i loro prime store. Ma Amazon stessa fa fatica a individuare prodotti emergenti che non siano i soliti noti.
Progetti futuri

Rivoluzionare il modo in cui i buyer retail fanno acquisti. Grazie alle mobile app di laboo.ai (la piattaforma intelligente di iWABOO) il buyer di un marketplace potrà fare il suo lavoro anche in metropolitana o a casa esattamente come farebbe shopping per se stesso/a. Il futuro delle vendite b2b è farle diventare UX/UI friendly come il mondo b2c.

Rossana Palazzo