Nadia Bala
22 Dicembre 2017   •   Snap Italy

Nadia Bala: «Il Sitting Volley mi ha aiutata a non sentirmi vittima della mia disabilità»

«Per noi l’unico modo per vincere l’epilessia e ogni tipo di pregiudizio è lo sport, precisamente il Sitting Volley. Una disciplina inclusiva, dove la parola diversità rimane fuori dalla palestra.» – Nadia Bala

Ha 29 anni, originaria di Rovigo. È una forza della natura, un punto di riferimento per tutti gli amanti dello sport e della vita. Questa è Nadia Bala (FB), ambasciatrice del Sitting Volley italiano e atleta della Nazionale femminile. Il 1 maggio del 2013 la sua vita cambia radicalmente a causa di una paraparesi, ma dopo una crisi iniziale Nadia decide che niente può abbatterla. Da amante e praticante della pallavolo decide di ripartire da ciò che più ha a cuore. Scopre il Sitting Volley e decide di investire tutte le sue energie in questo magnifico sport. Inizia il suo percorso dalla Polisportiva Qui Sport Trecenta (RO), prima squadra di Sitting Volley in Veneto, e i primi successi non tardano ad arrivare.

Esattamente un anno dalla malattia, nel 2014, Nadia Bala viene nominata dalla FIPAV Commissario Provinciale del Sitting Volley per la provincia di Rovigo. Nel 2015 viene convocata per il raduno in Nazionale con cui nel 2016 Nadia conquista la prima vittoria storica del Sitting Volley Italiano nel torneo di qualificazione paralimpica svoltosi in Cina. Dulcis in fundo, nel dicembre 2017 viene nominata Ambasciatrice del Sitting Volley italiano, nomina che verrà ratificata nel prossimo Consiglio Federale. La sua ambizione più grande? L’inclusione di tutte le persone disabili attraverso lo sport, in particolare il Sitting Volley.

Scopriamo insieme chi è nel profondo Nadia Bala e a quali iniziative sta lavorando.

Cosa rappresenta per Nadia Bala il mondo della pallavolo?
Un bellissimo mondo fatto di atleti, che giorno per giorno danno il massimo per migliorarsi, di arbitri, che nonostante le critiche fanno rispettare il regolamento, e tifosi, che con passione seguono squadre di ogni categoria. Un mondo di allenatori e dirigenti che dedicano il loro tempo agli altri (a noi atleti), togliendolo spesso alle famiglie, per vederci crescere sportivamente e come persone.

Nel 2013 la tua vita cambia radicalmente.
Ehh sì, una paraparesi, una malformazione cerebrale ed una epilessia farmacoresistente cambiano la mia vita. Ero una ragazza come tante: giocavo a pallavolo, arbitravo, studiavo giurisprudenza e facevo volontariato in ambulanza. È stato difficile accettare la carrozzina. Il non essere autonoma, io che prendevo la mia auto con i tacchi sul sedile perché preferivo guidare con le ballerine… mi sono ritrovata a contare i giorni in cui sarei uscita dall’ospedale, ma non finivano mai…

Come una fenice sei risorta dalle tue ceneri e hai affrontato con carattere una situazione delicata. Come è nata l’associazione “Vinci l’epilessia” e di che cosa si occupa?
Il primo periodo è stato veramente difficile. “Vinci L’Epilessia” (pagina Facebook) è nata per aiutare tutte le persone che vogliono e devono vincere l’epilessia, allontanandola, come tutti gli altri tipi di disabilità, dai pregiudizi. Per noi l’unico modo è lo sport, precisamente il sitting volley. Uno sport inclusivo, dove la parola diversità rimane fuori dalla palestra.

Il Sitting Volley è uno sport che ti sta dando tanto sia dal punto di vista umano che agonistico. In che modo ti ha cambiata?
Mi ha cambiato la vita! Mi ha aiutata a non sentirmi vittima della mia disabilità e a reagire. Questo sport mi ha aiutata a dirmi “posso fare sempre meglio, sono ancora la Nadia di prima”.

Dopo un anno dalla malattia sei stata nominata dalla FIPAV Commissario Provinciale del Sitting Volley per la provincia di Rovigo. Cosa hai provato?
Sono stata al settimo cielo: quando Natascia Vianello, la mia Presidente Provinciale, mi ha chiamato e mi ha chiesto se accettavo la nomina non ci potevo credere. E anche quest’anno firmare e rinnovare il mio incarico è stato bellissimo.

Nel 2015 arriva la convocazione in nazionale e un anno dopo, il 17/03/2016, portate a casa la prima vittoria del Sitting Volley italiano, in Cina il torneo di qualificazione paralimpica. Come commenti questo successo?
In Cina abbiamo fatto la storia di questo movimento, è stata un’esperienza indimenticabile, e sono stati indimenticabili anche i tornei di Budapest e Follonica, dove dopo aver acquisito ancor più esperienza siamo arrivate seconde battendo tutte le altre squadre.

Qual è il tuo rapporto con le compagne di squadra?
Voglio molto bene a tutte loro, condividiamo insieme gioie e dolori. Con alcune che non ci sono più per motivi di salute sto collaborando per dei progetti. Squadra significa questo.

Chi è Luca Pancalli ?
Il mio idolo, un grandissimo Presidente che crede profondamente in quello che fa. Mi incanto ogni volta che lo sento parlare. È merito suo e, ovviamente di tutto il Comitato Italiano Paralimpico, se in Italia sta cambiando radicalmente la mentalità sulle persone con disabilità e sempre più ragazzi si avvicinano allo sport paralimpico.

Da Commissario Provinciale ad Ambasciatrice del Sitting Volley italiano. Il percorso è ancora lungo ma Nadia Bala non ha certo intenzione di fermarsi qui.
Ho un sogno, un grande sogno! Far approvare un progetto Nazionale e vedere in tutte le scuole d’Italia con alunni con disabilità, praticare nelle ore scolastiche discipline paralimpiche come il sitting volley. Perché la scuole dovrebbe essere per tutti. Sono stanca di vedere alunni isolati perché in carrozzina! Gli strumenti per l’inclusione ci sono!

Qual è il rapporto del Sitting Volley italiano con gli sponsor? 
Direi buono, abbiamo cominciato con il nostro sponsor tecnico, ERREA, che da anni ormai crede in noi e nel nostro movimento. È chiaro che ci vuole un po’ più di tempo ma sono sicura che tanti altri ne arriveranno.

In giro per l’Italia con lo scopo di raccontare il Sitting Volley e lo sport nel segno della disabilità.
Siamo atleti che con determinazione trascorrono ore su ore di allenamento, che con sacrificio fanno trasferte di 4/5 ore per tornei e promozione, e giochiamo con passione e la voglia di vincere come qualsiasi altro atleta. Non esiste la differenza di emozioni tra sport olimpico e paralimpico quando sei un atleta. Magari sono gli altri a vederla, magari notano prima la carrozzina o la protesi e poi quello che forse sai fare.

“Perché la scuole dovrebbe essere per tutti. Sono stanca di vedere alunni isolati perché in carrozzina! Gli strumenti per l’inclusione ci sono!”
Nadia Bala

 

Qual è la prossima competizione che vedrà te e le tue compagne di squadra protagoniste?
Ci aspetta un 2018 molto impegnativo non solo con la Nazionale ma anche con i nostri club di appartenenza. Speriamo di riuscire a partecipare alle qualificazioni per i Mondiali e sicuramente parteciperemo a vari tornei organizzati dal Paravolley insieme ad altre Nazionali. Quest’anno ci sarà la seconda edizione del Campionato Italiano dove tutte le società  si possono iscrivere presentando una squadra femminile e/o maschile. L’iscrizione e il regolamento si possono guardare sul sito della Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV).

In Cina avete conquistato la gloria, ma non solo. Con la vostra vittoria avete raggiunto il cuore di migliaia di italiani. Qual è il messaggio che volete trasmettere?
Vorremmo dire alle persone che stanno attraversando quel momento difficile che ci siamo passate anche noi, che è normale piangere, essere tristi e chiedersi perché… ma dovete avere il coraggio poi di superare questa fase. Un ottimo modo è quello di stare insieme ad altre persone, confrontarvi, e soprattutto mettervi alla prova. Lo sport paralimpico vi darà la forza per superare quel momento. Provate il vostro sport di prima, altrimenti provateli tutti, e se siete indecisi provate il Sitting Volley: è divertente è uno sport di squadra e conoscerete persone meravigliose.

Foto: https://www.facebook.com/nadiacsv

Elisa Malomo