Museo della follia: un viaggio irrazionale tra arte, vita e dolore
«Arriva a Napoli il Museo della Follia: da Goya a Maradona, la strana, tenebrosa e suggestiva mostra a cura di Vittorio Sgarbi»
Il Museo della Follia (sito ufficiale) è uno di quei luoghi che, sebbene ti inquietino molto, allo stesso tempo ti attirano come poche cose sanno fare. Passato per la Biennale di Venezia, i sassi di Matera, Mantova e Catania, il Museo della Follia dal 3 dicembre 2017 al 27 maggio 2018 sarà visitabile a Napoli (sito istituzionale), nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Ma cos’è il Museo della Follia?
Questa mostra è «pensata per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia». La mostra itinerante, a cura di Vittorio Sgarbi, e realizzata da Cesare Inzerillo, Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini, si articola in un percorso di circa 200 opere quali dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali incentrate su questo tema, usualmente poco discusso.
«Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell’arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno»
Vittorio Sgarbi
L’unica cosa da fare quando si entra nel Museo della Follia non è cercare un percorso, ma lasciarsi guidare puramente dallo smarrimento: è questa l’unica via per indagare e capire al meglio l’intimo rapporto tra arte e follia che si snoda nel labirinto sensoriale del museo.
È un’esposizione davvero imperdibile, qualcosa che vi metterà a diretto contatto non solo con l’arte, con i grandi maestri nazionali e internazionali, e con ciò che è avvenuto nel nostro passato, ma soprattutto vi trascina in un intimo incontro con la psicologia umana, svelandovi la debolezza, la fragilità, il dolore e la potenza di cui l’uomo è capace.
Le sezioni del Museo della Follia, da Goya a Mardona
L’esposizione si articola in diverse sezioni, e tra le più significative troviamo:
- La sezione dei Grandi Maestri, che apre il percorso con i dipinti e le sculture di artisti quali Francisco Goya, Francis Bacon, Antonio Ligabue, che hanno dato forma ad un’arte allucinata e visionaria a causa del turbamento e la follia delle loro menti.
- La sezione degli Stereoscopi, in cui si trovano dei supporti magici attraverso i quali i visitatori vengono trasportati nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello; qui sono esposte le opere dell’artista Gino Sandri, a cui è dedicata la sezione, che trascorse parte della sua vita in questo manicomio. Troverete anche i coloratissimi dipinti di Carlo Zinelli e quelli di Venturini Venturi, le cui opere sono dominate da uno spirito giocoso e tragico, un connubio di fiaba e turbamento.
- La sezione de Gli Assenti: una galleria fotografia con cui Fabrizio Sclocchini conduce i visitatori nelle stanze di un ex-manicomio abbandonato. Immagini poetiche che riportano in vita quei luoghi sospesi in un tempo che non c’è più. Quegli spazi desolati sono rianimati con omaggi floreali per ricordare quelli che vi furono cancellati. Tra le video installazioni anche alcuni interessanti documentari, tra i quali troverete anche un estratto dell’inchiesta condotta dal Senato sugli ospedali psichiatrici giudiziari.
- La Stanza dei Ricordi invece presenta immagini, documenti e oggetti ritrovati nell’ex manicomio di Teramo, che raccontano il dolore e l’umiliazione profonda dell’alienazione.
- La Stanza della Griglia, dove vengono mostrati alcuni ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex-manicomi; in questa edizione la griglia si estende su una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati.
Le novità dell’edizione partenopea
Tra le novità dell’edizione napoletana vi sono due sculture di Cesare Inzerillo:
- Il Corno Reale : alto oltre 3 metri, è un omaggio alla tradizione e alla superstizione di Napoli;
- un’enorme Apribocca: realizzato sul modello di uno dei veri oggetti presenti nell’esposizione, è posto in relazione al dipinto L’adolescente di Silvestro Lega.
Ma perché il titolo per questa edizione è Museo della Follia, da Goya a Maradona? Beh, perché per la gioia di Napoli, anche il mondo del calcio entra in quello dell’arte, e tra pittori, scultori e poeti, è presente anche Diego Armando Maradona. Spiega Sgarbi: «I volti di Caravaggio sono i ragazzi di vita, delle strade, delle periferie dell’umanità. Le sue opere mostrano al contempo dolore e divino, luce e buio, peccato e redenzione. Maradona è il Caravaggio del Novecento. E io lo porto in un museo». Troverete il video del celebre goal dell’85 di Maradona, e un’installazione e una fotografia del suo strano piede sinistro che grazie ad una torsione anomala permise quello straordinario goal (un pallonetto da 30 metri).
Tra le altre novità anche I folli di Agostino Arribvabene, artefice di incubi e meraviglie, e un enorme affresco di Enrico Robusti, che raffigura un’imbarcazione in preda ad una tempesta dove i visitatori incontreranno la vertigine psicologica del virtuosismo pittorico dell’artista.
Quindi non perdetevi assolutamente questo straordinario e particolarissimo museo, capace di raccontare la psicologia umana e il suo dolore, ma senza dimenticare mai la potenza della vita, anche nel calcio.
«Il Museo della Follia non è una storia della follia. È una serie di suggestioni, di paure, di prepotenze che dovranno riguardare anche noi, protetti e attratti dai matti. D’altra parte, non potendone fare a meno, li abbiamo fatti diventare artisti. Se la follia vive nei sogni non ci possiamo liberare di lei»
Vittorio Sgarbi
Il Museo della Follia è un progetto di Contemplazioni S.r.l., promosso dall’Associazione culturale Radicinnoviamoci, da Fenice Company Ideas e da Ticket 24.
Francesca Celani