Multinazionali italiane cedute all’estero: la moda è in fuga?
«Non solo Versace: nel mondo della moda sono tante le multinazionali italiane cedute a gruppi esteri. Scopriamo insieme quali sono e i motivi di queste operazioni così importanti per la nostra economia»
È di poche settimane fa la notizia che ha sconvolto il fashion system internazionale: la maison Versace è stata venduta al colosso americano Michael Kors. Un grande terremoto per la moda italiana, che ha fatto interrogare gli esperti sul vero valore del made in Italy, purtroppo sempre più sotto il controllo dei gruppi stranieri. Infatti il mondo della moda è pieno di multinazionali italiane cedute a gruppi esteri, per lo più francesi e statunitensi.
Certo, il Made in Italy non soffre particolarmente, poiché la produzione italiana resta comunque un punto fermo delle nostre maison, ma il pericolo della delocalizzazione è dietro l’angolo e molti temono che, complici anche i costi elevati dell’artigianato italiano, questi gruppi possano scegliere di spostare la produzione fuori dai confini italiani.
Ma adesso vediamo quali sono le maison e le multinazionali italiane cedute ai maggiori gruppi finanziari stranieri. Forse c’è anche qualche nome che non vi aspettereste…
Bottega Veneta
L£azienda nasce nel 1966 come Bottega Veneta Artigiana per iniziativa di Renzo Zengiaro e Michele Taddei. Il nome deriva dal termine veneto botega, che è il “negozio” del commerciante e dell’artigiano, e quindi la denominazione Bottega Veneta evoca le origini venete dell’azienda, che ha mosso i primi passi realizzando prodotti artigianali in pelle. Fondata a Vicenza, la società viene acquisita nel 2001 dal Gruppo Gucci, oggi parte della multinazionale francese Kering.
Brioni
Brioni è stata fondata a Roma nel 1945 come casa di sartoria dal sarto Nazareno Fonticoli e dall’imprenditore Gaetano Savini, che insieme aprirono il loro primo negozio in Via Barberini 79, chiamando il marchio Brioni, dal nome delle isole istriane di Brioni. Divenuta celebre per gli abiti su misura, nel 2012, con l’acquisizione del gruppo francese Kering, l’azienda è entrata in una nuova fase della sua storia, introducendo anche collezioni sartoriali ready-to-wear, accessori in pelle, scarpe, occhiali e fragranze.
Bulgari
La famiglia di gioiellieri Bulgari proviene da un piccolo villaggio arumeno dell’Epiro, Kalarite, dove il capostipite Sotirios produceva oggetti in argento. Trasferitosi a Roma, assieme al suo socio di allora, Demetrio Kremos, poté esporre le sue creazioni all’interno di una gioielleria di via Sistina. Dopo pochi anni aprì una sua prima boutique in via Sistina e poi, nel 1895, in via Condotti 28. Dopo anni di enorme successo, nel 1995 l’azienda viene quotata nella borsa italiana e si apre anche a nuovi prodotti, come la linea di accessori in cuoio, la linea di occhiali e poi i cosmetici. Il 7 marzo 2011 il gruppo LVMH annuncia di aver acquisito il 51% del capitale; la quota di LVMH sale infine al 98,09% nel settembre dello stesso anno, trasformando Bulgari in una delle più importanti multinazionali italiane cedute ai colossi stranieri.
Emilio Pucci
Fondato dal marchese Emilio Pucci di Barsento, il marchio ha introdotto nella moda italiana il concetto di sportwear volto alla libertà del corpo tramite drappeggio del tessuto, forme semplici ed essenziali. L’idea di libertà è una costante per Pucci che rielabora il tema fino ad oggi. Quest’idea viene ripresa nei suoi tessuti: seta, organza, gabardina di cotone e mussolina. Dopo la scomparsa del fondatore nel 1992, il design degli abiti passò alla figlia Laudomia Pucci. Nel 2000 il gruppo francese LVMH, acquistò i diritti sul logo Emilio Pucci e sulle creazioni storiche rilanciando la griffe nel mercato internazionale.
Fendi
Nato come semplice laboratorio di pellicceria nel 1918, nel corso degli anni il brand è diventato uno dei capisaldi della moda italiana. Nel 1999 la casa romana di moda si unisce a partner commerciali, quali il gruppo LVMH e Prada la cui quota fu successivamente rilevata dalla stessa LVMH. Negli ultimi anni ha acquisito maggior sicurezza e successo grazie anche in parte alla collaborazione di Karl Lagerfeld che insieme a Silvia Venturini Fendi ha ristabilito i punti cardine dell’azienda.
Gucci
Il brand fiorentino fu fondato da Guccio Gucci nel 1921. All3inizio si trattava di una serie di piccoli negozi che producono pelletterie comuni, ma anche articoli da viaggio e per l’equitazione, ma in seguito la fama di Gucci si espande, e nel 1938 apre alcune boutique anche a Milano e a Roma, in via Condotti. Nel 1999 la maison rileva l’etichetta Yves Saint Laurent. Altri brand sono stati rilevati dal Gruppo Gucci nel corso degli anni, arrivando oggi a includere oltre a YSL, Sergio Rossi, Boucheron, Bottega Veneta, Bédat & Co, Alexander McQueen, Stella McCartney e Balenciaga. Il Gucci Group è unadivisione della società francese Kering.
La Perla
Anche il noto marchio di intimo donna tra le multinazionali italiane cedute ai gruppi stranieri. Fondata dalla sarta Ada Masotti a Bologna nel 1954, La Perla storicamente è un marchio di lingerie, ma in seguito è entrata nei settori dei costumi da bagno, della biancheria da notte, delle scarpe e borse e del prêt-à-porter. Dal febbraio 2018 è controllata dalla società olandese Sapinda Holding di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst.
Valentino
Il marchio fondato dall’Imperatore della moda italiana, Valentino Garavani, è uno dei più importanti brand italiani a livello internazionale e anche una delle multinazionali italiane cedute all’estero. Inizialmente parte della Valentino Fashion Group, una società nata per raggruppare i marchi di moda del gruppo Marzotto nel 2005. Nel luglio 2012 la Red&Black Lux (società che controlla VFG e detenuta dal fondo Permira e dalla famiglia Marzotto) ha venduto la casa di moda Valentino e la licenza M Missoni alla società finanziaria Mayhoola for Investments del Qatar.
Versace
L’azienda di moda fondata da Gianni Versace, dopo la morte di quest’ultimo è stata guidata dai fratelli Santo e Donatella e dalla nipote Allegra Versace Beck (figlia di Donatella). Il gruppo fondato da Gianni Versace era controllato dalla Givi della famiglia Versace all’80% mentre il restante 20% era del fondo Blackstone. A sua volta la Givi faceva capo per il 30% al fratello di Gianni, Santo Versace, per il 20% a Donatella e per il restante 50% ad Allegra. Dopo anni di grandi successi e riconoscimenti internazionali, la famiglia Versace ha deciso di vendere la maison. Ad acquistarla è stato il gruppo statunitense Michael Kors per 2 miliardi di dollari.
Raffaella Celentano