Moda ecologica
30 Settembre 2018   •   Raffaella Celentano

Moda ecologica: le maison italiane e la svolta green

«Sono sempre di più le maison che si avvicinano alla moda ecologica, e decidono di proporre collezioni ecosostenibili e rispettose dell’ambiente»

Il green è sempre più di tendenza. Sono anni ormai che il fashion system si sta avvicinando ad una produzione etica e più consapevole, trasformando la moda ecologica in una vera e propria necessità sia per i brand emergenti che per le grandi maison internazionali. Sì, perché insieme ai marchi eco-friendly che si stanno facendo strada nel mondo del fashion, ci sono anche i grandi nomi della moda italiani e stranieri che stanno optando, sempre più spesso, per una svolta ecologica e più consapevole.

Alcune griffe, infatti, già da qualche tempo hanno scelto di seguire la strada della moda ecologica investendo tempo e denaro per introdurre pratiche sostenibili nella loro filiera produttiva. Seguiti anche da celebrità e influencer, in questo modo i grandi marchi hanno un ruolo fondamentale per sensibilizzare il grande pubblico sui temi dell’ecosostenibilità. Ma la moda ecologica, oltre ad una componente etica, ha anche un importante ruolo nell’economia contemporanea. Da recenti studi, infatti, risulta che oltre il 65% dei consumatori nei mercati emergenti, e il 32% dei consumatori in Europa e Stati Uniti, fanno ricerca attiva prima dei loro acquisti e sono interessati alla moda sostenibile. Ancora, circa il 20% di loro potrebbe tradurre questo interesse in decisione di acquisto, facendo della sostenibilità uno dei criteri usati per scegliere cosa comprare e quanto sono disposti a pagare.

Insomma, non solo buoni propositi, ma anche indagini di mercato e interessi economici (come è giusto che sia) hanno spinto tutti i maggiori fashion brand ad abbracciare una politica e una produzione sempre più green e attenta alla sostenibilità.

Vediamo quali sono state le svolte green delle più importanti maison di moda italiane…

Armani

Giorgio Armani ha idee molto chiare sul tema della moda ecologica.

«Credo che i problemi legati all’ambiente riguardino ciascuno di noi. Non possiamo assolutamente ignorare che il futuro delle prossime generazioni dipenda dalle nostre scelte. Penso che il tema sostenibilità vada affrontato in modo concreto.»

Per questo motivo il gruppo Armani ha preso parte ad una iniziativa finalizzata allo sviluppo di progetti che rispettassero le direttive internazionali atte a combinare la sostenibilità sociale con quella ambientale e sociale. Ad esempio, nel 2016 in accordo con la Fur Free Alliance, il Gruppo Armani ha comunicato il suo impegno alla totale abolizione dell’uso di pellicce animali, da tutti i suoi prodotti. A partire dalla stagione Autunno Inverno 2016/2017, tutte le collezioni del Gruppo Armani sono pertanto fur free.

Elisabetta Franchi

Un altro importante marchio del panorama moda in Italia ha deciso di indirizzarsi verso una produzione sostenibile ed etica. Elisabetta Franchi aderisce al progetto Animal Free Fashion ideato dalla LAV raggiungendo il secondo migliore livello (su quattro previsti) del rating etico. Infatti, s partire dalla collezione Autunno-Inverno 2014/2015, ad esempio, Elisabetta Franchi sta gradualmente eliminando le piume vere, e  non utilizza capi con pellicce animali nelle collezioni. Ancora, tutta la carta utilizzata per i materiali di stampa è certificata dal marchio FSC (Forest Stewardship Council), che garantisce l’utilizzo di cellulosa proveniente da foreste gestite responsabilmente e che assicura il rimboscamento delle foreste.

Geox

L’azienda italiana ha sempre avuto a cuore il benessere della Terra (la Gea da cui trae il suo nome), e per questo da molti anni ha intrapreso un percorso di Innovazione Sostenibile, che mira a coinvolgere tutti i rami aziendali. Si parte dai materiali: per ridurre l’impatto ambientale, ad esempio, Geox utilizza gli scarti di lavorazione e tutte le sue suole contengono in media un minimo del 5% di materiale riciclato. Ancora, l’azienda fa parte del  Leather Working Group, un’associazione di produttori e distributori dell’industria della pelle che promuove l’adozione di pratiche sostenibili e responsabili, e a partire dal 2013 si impegna a rispettare lo standard internazionale certificato dalla Fur Free Alliance, che impone di escludere l’impiego di qualsiasi tipo di pelliccia animale.

Gucci

Quasi un anno fa il brand Gucci ha compiuto un importante passo nell’ambito della moda etica. Il CEO Marco Bizzarri ha, infatti, presentato il nuovo piano di sostenibilità decennale del marchio, annunciando due importanti impegni: il primo riguarda l’adesione da parte di Gucci al Fur Free Alliance, attraverso l’abolizione dell’uso di pellicce animali a partire dalla collezione Primavera Estate 2018; il secondo è relativo al contributo di 1 milione di Euro che Gucci donerà per il progetto Girls’ Empowerment Initiative di UNICEF. Insomma, il colosso della moda si sta impegnando a ridurre il proprio impatto ambientale, a migliorare la qualità di vita di tutti i suoi lavoratori e a promuovere l’innovazione all’interno dell’azienda.

Versace

Il marchio Versace ha sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale e sociale, impegnandosi a migliorare l’impatto sulle persone e sull’ambiente in collaborazione con il Gruppo di Lavoro per la Sostenibilità della Camera Nazionale della Moda Italiana. Un’importante pietra miliare è stata posta grazie all’adozione di regole sulla sicurezza chimica, o ancora quando, nel 2017, il brand ha inaugurato una nuova boutique londinese a Sloane Street, la prima dell’iconica strada ad aver ottenuto la certificazione LEED, che offre una verifica della progettazione e costruzione di un edificio. Infine, recentemente, la direttrice artistica Donatella Versace ha messo al bando le pellicce, affermando che a partire dal 2019 non utilizzerà più pellicce vere nelle sue collezioni.

Raffaella Celentano