13 Marzo 2016   •   Snap Italy

MeP: Movimento per l’Emancipazione della Poesia

«Il muro coincide con la volontà di mettere la poesia sotto gli occhi di tutti: la vede anche chi non la vuole vedere. È manifesta.» – MeP

Di poesia ci siamo già occupati: dal Festival Internazionale della poesia di strada all’intervista a Gio Evan non abbiamo però smesso di guardare alla cultura e oggi siamo tornati, per dimostrarvi quanto le parole siano importanti.

Indipendentemente dalla città, vi sarà capitato di incontrare fogli A4 affissi su muri, pareti, pensiline dell’autobus e magari chissà, gli avete anche dato un’occhiata. Ebbene a volte non sono casuali. A volte, dietro, c’è un intero movimento a occuparsi di ciò. L’obiettivo è quello di farvi vedere la poesia in un mondo che sembra quasi non averne più. In questo senso vi introduco il MeP, il Movimento per l’Emancipazione della Poesia.

Il movimento nasce nel marzo del 2010 a Firenze, con lo scopo di ridare valore ad una poesia che oggi, a causa del tempo ed anche nei nuovi mezzi di intrattenimento, perde il suo valore. Molti sono ancora coloro che la scrivono, meno invece, quelli che la leggono. Ecco perché il MeP non vuole creare una corrente, uno stile, ma semplicemente condividere la poesia per far sì che essa sia di nuovo letta. L’Italia è il luogo culturale per eccellenza e numerosi sono i poeti che hanno fatto la storia del nostro Paese.

«Il MEP si propone di restituire alla poesia il ruolo egemone che le compete sulle altre arti e al contempo di non lasciarla esclusivo appannaggio di una ristretta élite, ma di riportarla alle persone, per le strade e nelle piazze» – recita il manifesto del movimento

Volti, nomi, identità non sono fornite dal movimento, con una motivazione legata all’essenza in sé della poesia: dare importanza alla parola, alla forma di scrittura, a questa forma d’arte che nulla toglie ad altre e che deve essere guardata come unità a sé stante e non attribuita a qualcuno. Ecco perché il movimento sceglie l’anonimato: «crediamo che prima di apprezzare “la poesia di” sia necessario tornare a rispettare “la poesia punto”» affermano.

Nonostante l’anonimato, non è però impossibile contattarli: qui ad esempio, potete ascoltare un’intervista radio a un’esponente del movimento. Non si tirano indietro per interviste, iniziative o eventi a cui vengono invitati, purché non contestualizzabili con movimenti politici: «il MeP – ci tengono a precisare – è un movimento prettamente apolitico».

I membri del Movimento di Emancipazione della Poesia sono tutti coloro che scrivono, leggono, diffondono e valorizzano la poesia in quanto tale, per evitare che questa cada nel dimenticatoio nonostante i tempi odierni che tendono ad allontanarci da questo tipo di scrittura, o a rendere difficile se non impossibile la scalata nel mondo editoriale: non è un mistero che molti scrittori emergenti debbano pagare gli editori per essere pubblicati.

Il contesto storico attuale non è però nemico, il movimento sfrutta infatti testate giornalistiche, radio, televisione, social network e molto altro insieme a volantinaggio e affissione delle poesie (sempre badando a non deturpare monumenti. L’arte non sovrasta l’arte), così che la diffusione sia la più vasta possibile. E poi ancora le collaborazioni con street artist e musicisti, nonché l’inserimento clandestino, come lo definiscono, delle poesie in libri in vendita nelle maggiori librerie o in quelli in prestito. Ne avete mai trovata una?

Dalla A alla Y ( per ora … ) non troverete, come anticipato, un autore corrispondente ad una poesia bensì una iniziale accompagnata ad un numero: A.08, D.25, E.15, W.01 e via via così.

Il progetto, come detto, nasce a Firenze e da qui si è poi diffuso, principalmente grazie al passaparola, in altre città come Roma, Parigi, Milano, Firenze, Latina, Torino, Napoli, Pisa, Palermo, Lucca, Foggia, Cagliari per un totale attuale di 29 città (e rispettive periferie) coinvolte. Non è mistero che siano state numerose le deturpazioni così come gli sbeffeggiamenti, ma non sono mancate le integrazioni, i pensieri, le correzioni apposte su questi A4, A6, per le vie della città. Quando uscite di casa, guardatevi intorno, guardate ogni cosa.

Un movimento che definire clandestino non è errato. Ma nella nazione madre, culla e amante della cultura, è davvero sbagliato?

 «C’è lo sporco e il degrado? Noi mettiamo un barlume di bellezza»

Gloria Palladino