24 Ottobre 2015   •   Snap Italy

Trullo 2015: Festival internazionale di poesia di strada

«Andanti via, sempre di passaggio, renderemo meta il viaggio» – Ste-Marta

Dal 16 al 18 Ottobre 2015 si è tenuta a Roma, al quartiere Trullo, la terza edizione del Festival internazionale di poesia di strada.

Protagoniste sono state poesia e street art, per una collaborazione artistica che salta all’occhio. Il tema di quest’anno sono stati i viandanti, intesi come quelli che viaggiano nella vita, come ci hanno specificato i Poeti der Trullo.

In via del Trullo troverete l’imponente opera di Moby Dick, che ha collaborato con Francesca Pels, così come l’opera di Jeriko che, invece, ha accompagnato le poesie di Gio Evan. Ancora in via del trullo hanno collaborato Ivan con Piger, mentre spostandosi sulla vicinissima via Campagnatico troviamo le street art di Marcy, Grndr e Solo, che si sono accompagnati rispettivamente con le parole di Mister Caos, Davide e Guido, e i poeti del Trullo. Ste-Marta, Poesie Pop Corn, Diamond, Bol 23, Poeta der Nulla e Gomez sono stati gli altri protagonisti di questo Festival, che sbarca a Roma per la sua terza edizione, dopo Milano (2013) e Genova (2014).

Arte e poesia, due modi di comunicare diversi tanto quanto vicini, e non nuovi per il quartiere del trullo, che già da anni accoglie entrambe queste figure.

Abbiamo fatto qualche domanda ai Poeti der Trullo, che insieme a Poesie Pop Corn, Solo e Pittori anonimi del Trullo, si sono occupati dell’organizzazione dell’evento.

Come è nata l’idea della collaborazione con gli street artist?
È una cosa che abbiamo sempre sentito, anche grazie alla collaborazione con Flavio Solo, con cui abbiamo realizzato Nina. La abbiamo sempre sentita perché per noi la poesia è un modo di guardare e vivere il mondo, la poesia è anche la street art, una scena che vedi. Ci sembrava ovvio, in qualche modo.

Perché il Trullo?
Quello che ci accomuna è l’idea di periferia. Ma il Trullo è per noi un luogo della mente. È la periferia come luogo della mente. Siamo partiti da una cosa vera affinché diventasse un simbolo in cui le persone si ritrovano, infatti ci scrivono da tutta Italia dicendo proprio questo, che anche se di città diverse, non sentono la differenza con ciò di cui scriviamo.

Come mai, con gli altri organizzatori, avete scelto il tema dei «viandanti»?
È un tema che abbiamo proposto noi. È un argomento che noi sentiamo, il senso del viaggio più che della destinazione. È un tema che anche se implicito c’è sempre stato. Viandanti anche per gli artisti che da tutta Italia venivano in un solo luogo. Viandanti si è anche nella vita, nell’errare mentale, è l’importanza di errare che ti permette di trovare invece che camminare con un obiettivo. I viandanti per noi sono quelli che viaggiando nella vita incontrano le cose, e magari capiscono dopo cosa dovevano incontrare.

Cambiamo tema… Metroromantici. Come è nato il vostro libro?
Era un po’ che volevamo fare questa raccolta, e quando abbiamo deciso che era arrivato il momento avevamo le idee chiare su come doveva essere, sul fatto che fosse l’emblema del metroromanticismo. Poi abbiamo deciso di fare la cosa più faticosa ma che ci ha dato più soddisfazione, abbiamo fatto da soli.

Quindi vi siete auto-pubblicati?
Sì, abbiamo aperto l’associazione metro romantici per poterlo pubblicare, e ne abbiamo gestito impaginazione, scelta delle poesie, copertina e distribuzione. Siamo partiti dall’edicola del Trullo e si è poi interessata la Feltrinelli, partendo da un profilo basso fino ad arrivare alla vendita in Norvegia, Australia e tutta Italia.

 Ragazzi e ragazze semplici, solari, viandanti della vita. Con tanto da dare e un’innata capacità nel farlo. Ci vediamo alla quarta edizione!

Gloria Palladino