Margherita Vicario, talento artistico tra musica e recitazione
«Dalla musica al teatro, dal piccolo al grande schermo. Questa è la storia di Margherita Vicario, la nuova star del cinema italiano.»
Margherita Vicario (profilo Instagram), nata a Roma nel 1988, è un talento lanciato a 360° nel palcoscenico artistico italiano. Dopo la laurea all’Accademia Europea d’Arte Drammatica, inizia ad apparire sul piccolo schermo prendendo parte a diverse serie tv come La ladra, R.I.S. Roma 2 – Delitti imperfetti, I Borgia e I Cesaroni 6, in cui ha interpretato il ruolo di Nina. Nel 2015 è tornata in tv con la seconda stagione di La narcotici – Sfida al cielo.
La grande occasione per Margherita arriva nel 2012 con la partecipazione a To Rome with Love film di Woody Allen, a cui seguono diverse esperienze cinematografiche tra cui Pazze di me, di Fausto Brizzi, e Arance e martello di Diego Bianchini, lo Zoro di Gazebo (Rai 3). La musica è un’altra passione della giovane artista romana. Oltre ad essere un’attrice, Margherita è anche una cantautrice e musicista. Ora è in tour per l’Italia con il suo disco d’esordio Minimal Musical.
In questa intervista Margherita Vicario si racconta a Snap Italy
Come nasce la tua passione per musica e recitazione?
Sono cresciuta in campagna in una famiglia numerosa. Quattro fratelli e poca televisione. Ci siamo sempre intrattenuti con spettacolini, poesie, in macchina cantavamo a squarciagola, poi da adolescente venivo portata spesso a teatro da mia nonna e ho iniziato a prenderci gusto, prima da spettatrice poi da attrice.
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Sul grande schermo ti abbiamo vista prima con Woody Allen ed un super-cast in To Rome with Love, poi con Francesco Mandelli e Loretta Goggi in Pazze di me. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?
Il set di Woody Allen è stato il mio primo set cinematografico, avevo lavorato in serie tv o film per la tv, ma mai al cinema ed è ovvio che lo stupore e la gioia siano stati memorabili. È bello sentirsi alla pari su un set, anche se non lo sei assolutamente per esperienza lavorativa o età. Nel momento in cui reciti una scena devi sentirti alla pari col tuo partner, anche se è Loretta Goggi e ha fatto la storia della commedia musicale italiana che tu tanto ami.
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Quali aneddoti ricordi con piacere?
Mi ricordo che il vecchio Woody Allen era veramente stanco in quell’agosto 2011, e sembrava aver esaurito tutte le sue energie, invece quando toccava a lui andare in scena era vispo e attivo come sempre.
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Da qualche tempo hai unito le tue passioni artistiche in un genere definito teatro-canzone. Cosa ci dici del progetto Lem Lem che hai scritto e diretto all’interno della rassegna Let – Liberi Esperimenti Teatrali?
LemLem è il mio primo progetto teatrale e musicale. Devo ringraziare Valerio Aprea, direttore della rassegna che un giorno mi disse, dopo aver sentito due mie canzoni: «Hai uno spettacolo di teatro canzone pronto?» Io dissi di sì, ma non era assolutamente vero, ho solo cucito insieme una dozzina di canzoni che avevo scritto e mi sono inventata un filo narrativo credibile. Ecco com’è nato. Per necessità, per non farmi scappare la giusta occasione.
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Nel maggio del 2014 esce il tuo primo EP Esercizi Preparatori e da poco hai anche pubblicato il tuo album Minimal Musical. Come nascono e a cosa si ispirano questi due lavori?
Sono una conseguenza del lavoro teatrale LemLem, il repertorio era più o meno quello, era giusto registrarlo e farne un disco. Visto che i pezzi erano tanti, abbiamo deciso, insieme al mio produttore Roberto Angelini, di dividere le canzoni in un EP e successivamente nell’album.
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A 27 anni hai un curriculum artistico molto vasto. Cosa consiglieresti ai giovani che intendono intraprendere una carriera artistica?
Non credo di poter dare tanti consigli, la strada a lunga e io sono solo all’inizio. È un mestiere dove appena finisci un lavoro ti senti immediatamente di dover ricominciare tutto. La cosa che ho capito, anche guardandomi intorno, è che è deleterio pensare di dover dipendere dagli altri, è nocivo vivere in attesa di una risposta, o in attesa di un giudizio. Secondo me è meglio avere una propria idea di lavoro, un progetto personale, è meglio investire le proprie energie coinvolgendo un gruppo di persone che ti ispirano fiducia e voglia di lavorare, e non aspettare di essere coinvolto.
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Si parla sempre più spesso della crisi musicale e cinematografica italiana. Pensi che nel nostro paese ci sia il giusto spazio e la giusta fiducia per i giovani artisti?
Lo spazio c’è, le band emergenti pure, i talenti anche e i concerti sempre di più. Il problema è che il mainstream è orrendo, è impersonale, è sempre uguale, non c’è una personalità, un autore, se ci sono non sono giovani, non hanno l’età mia, non possono arrangiare i pezzi come vogliono e comunque non passano in radio.
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La Margherita Vicario fuori dal palco e dalla sala di registrazione. Quali sono i tuoi hobby? Un luogo del cuore?
Mi piace andare a teatro, al cinema, sono una spettatrice accanita, mi piace sciare anche se non ci vado mai e fare yoga, mi piace dormire 14 ore di seguito e andare a ballare.
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Hai in cantiere qualche progetto per il futuro prossimo?
Per adesso porto in giro il mio disco con concerti e concertini e poi voglio assolutamente mettermi a scrivere nuove canzoni. Chi si ferma è perduto.
Andrea Fabiani