Maker Faire 2015: innovazione tra startup e nomi noti
«Ancora un grande successo e un seguito pazzesco per l’evento europeo sull’innovazione. Ecco tutto quello vi siete persi al maker Faire 2015.»
Anche quest’anno Roma ha ospitato il Maker Faire 2015, tra i più importanti eventi europei sull’innovazione, che ha visto startup, studenti e grandi imprese esporre i loro progetti. Arduino, stampanti 3D, robotica e progetti ecosostenibili si sono riproposti come protagonisti indiscussi. Percorrendo i padiglioni organizzati per categoria (droni, progetti ecosostenibili, stampanti 3D, robotica), ne abbiamo trovati diversi interessanti, molti dei quali con marchio Made in Italy.
Tra questi i ragazzi di GET, il bracciale che sfruttando le ossa come trasmettitori di segnali, permette di rispondere al telefono con le dita senza bisogno di altoparlanti o auricolari. Nato come progetto di laurea, collegato ad uno smartphone, tablet o computer può essere usato per chiamate, messaggistica o tweet tutto grazie alle dita. I bambini che fingono di parlare a telefono solo con le dita saranno contenti di sapere che da grandi potranno farlo davvero. Il bracciale lancia piccole vibrazioni al polso che, in base alla loro intensità precedentemente impostata, indicano il tipo di notifica ricevuta. È possibile partecipare alla loro raccolta fondi su Eppela, la piattaforma di crowfounding tra le più importanti in Europa. A questo proposito abbiamo ascoltato Fabio Simonelli, CTO di Eppela, intervistato proprio durante il Maker Faire 2015
Nomi noti e non al Maker Faire 2015
Ancora italiani sono i ragazzi della FabLab di Palermo, che hanno proposto grazie all’opensource Sensei Server una piccola serra che, in base alle condizioni esterne, è in grado di annaffiare, rinfrescare e tenere al caldo le piante a seconda dei loro bisogni. Italiani sono anche i ragazzi di Sharebot, stampante 3D che crea e leviga la stampa tramite un’unica macchina.
Di grande impatto tecnologico e divertimento per i bambini sono poi i progetti di Inmoov. Il primo progetto presentato consiste nel mezzo busto di un robot che, collegato ad una mascherina indossata da un utente, esegue gli stessi movimenti dell’indossatore che, a sua volta, vede ciò che vedono gli occhi del robot. Altro robot Inmoov era già stato presentato in edizioni precedenti: questo è capace di parlare, ascoltare comandi ed eseguirli e seguire tramite contatto visivo i movimenti di un essere umano. Il continuo lavoro di questo team è riscontrabile nella migliorata velocità dei movimenti rispetto agli anni precedenti.
Progetti interessanti visti al Maker Faire 2015 sono anche quelli dei ragazzi italiani di Eldae Lab, che hanno creato skateboard ecosostenibili con aghi di pino e resina, di Alvaro Passari, che ha costruito un uovo di drago che si schiude, una scimmia che suona la fisarmonica e un dinosauro che riprende con la cinepresa; di Alessio Gismondi e Luciano Bianchi, che hanno proposto Cuoresolitario 2.0, una cassettiera a forma di cuore in grado di aprire, tramite microfono ambientale, il cassetto corrispondente al tipo di indumento. Noti già da tempo tramite i social, anche i ragazzi di Scuola Zoo hanno portato i loro progetti, come la tenda che si apre non appena il sensore percepisce la goccia d’acqua (tramite lo stesso principio dei tergicristalli degli autoveicoli), o il timer che dopo aver inviato un segnale allo smartphone, blocca il gettito d’acqua della doccia dopo un periodo di tempo precedentemnete settato.
E mentre Google distribuiva occhiali protettivi uniti a volantini con i Google Doodles dedicati agli italiani (Leonardo da Vinci, Giovanni Schiaparelli, Antonio Meucci, Galileo, Gae Aulenti e Maria Gaetana Agnesi), abbiamo chiesto informazioni a Giacomo Fornasini per il progetto WASP, che permette di ricostruire monumenti di diversa grandezza tramite stampante 3D. Giacomo ci ha raccontato di come, in sette ore, hanno riprodotto in porcellana il toro androcefalo di Palmira, distrutto da anni. All’esterno dell’edificio, poi, è possibile osservare una stampante di grandi dimensioni con cui hanno in progetto di riprodurre monumenti distrutti dall’ISIS in scala reale.
Infine, tra i nomi noti erano presenti Eni, con la sua macchina automatica per fare benzina, con tanto di dispositivo per apertura e chiusura dello sportellino, e Olivetti che dopo l’esposizione del 2014 con vari modelli di macchina da scrivere, quest’anno propone stampe 3D…un significativo cambio di stile.
Gloria Palladino