Kahbum
10 Maggio 2017   •   Redazione

Kahbum, un ambizioso progetto di successo

«È ormai alle porte la seconda stagione di Kahbum, la web serie musicale che sta facendo impazzire gli amanti della musica: abbiamo intervistato per voi gli ideatori di questo ambizioso progetto»

Quando si parla di musica si pensa subito agli artisti con le loro precise identità, che siano esse band o solisti, che siano cantanti o musicisti; si pensa a canzoni famose che siamo in grado di canticchiare, o alle esibizioni live. Tuttavia, soprattutto oggi, quando si parla di musica si deve anche pensare a una web serie, una raccolta musicale che racconti la nascita di una canzone attraverso la collaborazione tra due  diversi cantautori o gruppi: questo è Kahbum. Si tratta di un progetto che nasce per mettere in relazione musicisti e produrre contenuti originali. Non è un talent, non è una gara, non ci sono né vincitori né giudici, solamente persone che insieme creano una canzone del tutto nuova.  Tutto si svolge in uno studio, dove gli artisti invitati a partecipare trovano una busta con dentro un titolo. Da quel momento hanno 90’ minuti per scrivere un pezzo.  L’ambizioso progetto di Kahbum, ormai prossimo all’uscita della seconda stagione, vanta già un ottimo riscontro sia da parte del pubblico che della critica: ha vinto il Premio Drive Production al Taormina Film Fest 2016, il Premio Treccani Web Eccellenza del web e il premio MEI 2016 come Miglior Canale Youtube. Sicuramente per tutti gli amanti della musica è una web serie assolutamente da non perdere.

2 Musicisti, 90 Minuti, 1 Titolo

Opublikowany przez Kahbum – la serie na 3 czerwca 2016

Iniziamo conoscendo un po’ meglio  gli esordi di questo interessante progetto: come e quando è nata l’idea? Chi è la mente del format?

L’idea è nata dalla mente di uno di noi della Necos (la società di comunicazione), nello specifico da Ulisse Poggioni. Era il 2014 quando ne ha parlato a tutti per la prima volta, e ci è sembrata subito semplice e innovativa. Alla base di tutto, c’era e c’è, la volontà di contrapporsi al modello dei talent che non fanno altro che ridurre la musica a delle semplici performance. Lo spirito di Kahbum è quello di creare un clima di collaborazione e cooperazione e non di generare competizioni e contrasti. Durante questi anni si è ampliata ed è accresciuta fino ad assumere la forma che ha oggi.

Come è stato pensato il nome “Kahbum” ?

Kahbum è una parole tibetana il cui significato è “100mila parole”. L’idea è quella dell’incontro in tutte le sue forme e sfaccettature. Dall’incontro dei due artisti si incontrano le parole e si va a formare un significato ulteriore, arricchito. Si instaura una sorta di dialettica della musica e nella musica.

Quando per la prima volta avete proposto l’idea ai numerosi artisti con cui avete collaborato, come è stata accolta?

In generale la stragrande maggioranza degli artisti ha accolto con favore l’idea, e molti hanno dato subito la loro disponibilità. Certo, c’è stato chi ha preferito non farlo magari perché intimorito dal dovere fare un pezzo in 90′ minuti con un altro artista, ma la reazione dei musicisti è stata spesso entusiasta e ci ha motivato molto nell’andare avanti con il progetto.

Sappiamo che a breve uscirà la seconda stagione della serie. Ci saranno delle novità? Potete dirci i nomi di alcuni dei protagonisti che vedremo?

Non abbiamo ancora una data di uscita per la seconda stagione, ma possiamo dirvi che ci stiamo lavorando. Non possiamo dirvi altro però, neanche i nomi. Vi pare che facciamo uno spoiler della nostra stessa serie?

Oltre agli episodi della serie, Kahbum è un più ampio progetto che prevede delle serate live: volete parlarcene?

Le serate live generano delle atmosfere uniche. Il nome che gli abbiamo dato è “Bar Kahbum”, perché l’idea è quella di accogliere i partecipanti in un ambiente raccolto e intimo in cui il contatto con l’artista è vicino e interattivo. D’altronde lo slogan della serie è proprio “se la musica fosse un paesino, Kahbum sarebbe il bar”. Fino ad ora abbiamo fatto 6 serate al Lanificio 159, che si trova a Roma in Via di Pietralata. I ragazzi del locale ci hanno detto subito che l’idea era fantastica e le serate sono state un gran successo. All’interno vi abbiamo aggiunto anche un nuovo piccolo format pensato esclusivamente per questi eventi: si chiama “Tutti per Uno” e consiste nello scegliere due o tre artisti del panorama indie italiano e nel dare, 10 giorni prima del live, a tutti loro uno stesso titolo. In questo tempo dovranno scrivere il pezzo e preformarlo live per la prima volta proprio quella sera. Comunque le sorprese non sono ancora finite. Anzi, insieme al Lanificio stiamo lavorando a nuovi progetti per l’estate e anche per il prossimo autunno, magari legati all’uscita della seconda stagione…

Kahbum

La serie ha già ottenuto riscontri molto positivi, tra cui un premio al Taormina Film Festival. Avete pensato ad un eventuale sviluppo fuori da web?

Di soddisfazioni ce ne siamo tolte molte. Partecipare e vincere un premio al Taormina Film Festival è stato motivo di grande orgoglio e lo stesso è stato aver vinto il premio del Mei come miglior canale youtube e quello Treccani web. Le declinazioni di Kahbum poi possono essere molteplici. Abbiamo iniziato con i Live, ma abbiamo in serbo altre sorprese. Uno sviluppo televisivo sarebbe sicuramente un passo che accoglieremmo con favore e stiamo lavorando anche in questo senso. Ma perché tutto questo sia possibile c’è una cosa che non ci deve mai mancare, e cioè il supporto delle migliaia di fan che ogni giorno ci scrivono e ci incoraggiano. Senza di loro nulla di tutto questo sarebbe possibile e Kahbum non potrebbe assumere le forme di una rivoluzione musicale che vogliamo contribuire a generare.

Chiara Cavaterra