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29 Aprile 2018   •   Carolina Attanasio

Italianism, come si dice pattern in italiano?

«La creatività emergente italiana trova posto su Italianism, un ambizioso progetto per raccontare la visual art made by italians, in questi giorni ospite al Salone del Mobile di Milano»

Se ancora non conoscete Italianism (sito ufficiale), siete nell’articolo giusto. Il progetto di Renato Fontana nasce nel 2015, per dare risalto alla scena visiva contemporanea e alla creatività italiana. Come, secondo Italianism? Concentrandosi sui talenti emergenti, per tracciare una mappa della produzione contemporanea nel nostro Paese, spulciare in giro alla ricerca di giovani con idee originali e di qualità. Eccellenza, creatività, reputazione, capacità di competere nella giungla del panorama internazionale. In una parola? Made by italiana. Renato Fontana, ideatore di Italianism, mi racconta al telefono qualche dettaglio sulla sua creatura.

Nel 2015 nasce quest’idea, una conferenza creativa per dare voce ai giovani talenti. Quattro edizioni, da allora, tutte in location romane: l’Outdoor Festival , il Palazzo della Farnesina e la Facoltà di Architettura di Valle Giulia. Nel 2017, Italianism si trasforma in una piattaforma online, piena zeppa di contenuti e contest interessantissimi. Non solo, diventa una rassegna itinerante, per portare la creatività in giro per l’Italia e all’estero.

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Essere itineranti permette di poter monitorare, studiare e promuovere il talento, andandolo anche un po’ a cercare.

Dopo 10 parol’, nel 2017, il nuovo contest di Italianism, dal titolo 10 copertine, ha coinvolto dieci esperti chiedendo loro di indicare quale fosse la copertina più importante e rappresentativa degli ultimi cinquanta anni di musica nel nostro Paese. Sulla base di ricordi, emozioni, conoscenza musicale, impatto culturale e capacità della musica in questione di tradursi in uno strumento di rappresentazione generale, 10 copertine ha scatenato la mente dei creativi, che hanno rielaborato le cover in modo assolutamente personale, dando nuova vita alla musica. Non ci sono vincoli particolari, perché tutto parte dal basso: con circa 750 risposte da parte dei partecipanti, 10 copertine vedrà eletto in questi giorni il suo vincitore.

Italianism è stato al Salone del Mobile di Milano con il progetto Come si dice pattern in italiano? How do you say pattern in italian?, in collaborazione con il brand di design LAGO, che ospita l’iniziativa nell’Appartamento di Casa LAGO, al Duomo, dal 17 all 22 aprile.

Una selezione della migliore visual art, italiana ovviamente, per la più famosa settimana dedicata al design in Italia. L’allestimento ha coinvolto i migliori giovani talenti, quarantadue artisti che invadono Casa LAGO con la loro creatività (li citiamo tutti, per onore di cronaca: Adriano Attus, Violeta Pilar Bea, Peter Blackfish, Alberto Blasetti, Michela Buttignol, Elisa Caroli, Giulia Conoscenti, Carmen Decembrino, Francesco Del Re, Oscar Odd Diodoro, Marianna Fierro, Pierfrancesco Pepo Annicchiarico, Giorgio Di Palma, Riccardo Guasco, Marco Mangione, Oscar Cauda, Federica Iaccio, Gi Palmisano, Daniele Desperati, Gaia Bernasconi, Kiran Ravilious, Sabina Guidotti, Lisa Gelli, Celina Elmi, Camilla Garofalo, Giulia Quagli, Giorgia Lupi, Enrica Masi, Livia Massaccesi, Gianmaria Zonfrillo, Lorenzo Pagliara, Giulia Nava, Silvia Virgillo, Francesca Infantino, Francesca Pignataro, Francesca Protopapa, Resli Tale, Matteo Riva, Jacopo Rosati, Vincenzo Russo, Davide Bart Salvemini, Domenico Sellaro, Martina Tariciotti, Richard Di Scozia, Alice Lotti, Patrizio Anastasi, Morena Tamborrino Illustrazioni, Emanuele Basso, Elena Carella, Giulio Vesprini, Paolo Zaami, Giulia Zoavo).

Il pattern è proprio il punto di forza di Italianism, che dallo scorso anno ha iniziato a pubblicare sulla sua home page, al link Pattern matters, i lavori di artisti selezionati, creando a poco a poco un vero e proprio catalogo sulla visual art, una buona opportunità di visibilità per tutti quegli artisti poco conosciuti che navigano nel mare magnum dell’arte nostrana. «Perché nella loro essenza di elementi modulari reiterati, a schema fisso o variabile, i pattern sono uno strumento per raccontare il mondo»

Secondo Fontana «Indagare la creatività contemporanea non vuol dire soltanto censire i talenti, metterli in rete e dar loro la giusta visibilità. Significa, anche, qualcosa di più impegnativo: cercare, in una matassa intricata e sfrangiata, un bandolo e una formula per districarla, rimetterla in ordine e, perché no, rilanciarla con più forza.»

Riordinare la creatività è un compito difficile ma, a volte, è l’unico modo per far sì che splenda di luce propria.

Carolina Attanasio