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17 Ottobre 2017   •   Redazione

Un nuovo modo di produrre il (tuo) vino: intervista a BeFarmer

«Contatto con la natura ed esperienze multisensoriali: tutto questo è BeFarmer, il progetto innovativo che permette di adottare viti e produrre il tuo vino.»

Paesaggi mozzafiato, profumi inebrianti e tutta la bellezza della campagna: chi non ha mai sognato di vivere uno scenario simile? A realizzare il sogno ci pensa BeFarmer, un progetto innovativo che coniuga natura ed avventura in un unica grande esperienza. La piattaforma di BeFarmer permette all’utente di adottare una vite, prendersene cura e seguirne la crescita a distanza. Non solo: puoi conoscere dal vivo le tue viti ed utilizzarle per produrre il tuo vino, con tanto di etichetta personalizzata.

Ma come nasce il progetto e quali sono i principi che lo ispirano? Lo abbiamo chiesto a Filippo Rossi, CEO di BeFarmer, che ha risposto a tutte le nostre curiosità.

Da dove nasce l’idea di BeFarmer e cosa vi ha spinto a intraprendere questa avventura?

L’idea di Befarmer è nata, almeno nella mente, qualche anno fa, quando un gioco che andava molto di moda (Farmville) aveva preso piede in maniera importante. Il gioco consiste nel crearsi la propria fattoria e curarla giorno dopo giorno. E così mi resi conto che l’agricoltura interessava.

Mi immaginai che quella cosa potesse diventare realtà e pensai: quante persone ci sono al mondo che vorrebbero un piccolo pezzo di terra in qualche posto bellissimo dell’Italia, un piccolo pezzo di terra dove crescere i propri prodotti? Così è nata BeFarmer per dare la possibilità – reale e virtuale – a chiunque di avere una fattoria e dall’altra parte per offrire la possibilità alle aziende di aprire un nuovo canale di vendita e di visibilità.

Dal punto di vista operativo, come vi siete mossi per lanciare la startup e creare la rete di viticoltori coinvolti?

Befarmer si sta lanciando adesso, il progetto è partito da qualche mese ma cercare le aziende, fargli capire il modello e le opportunità (soprattutto non avendo uno storico) non è stato facile.

Abbiamo controllato quali aziende potessero essere interessanti per il progetto e le abbiamo contattate. In tutta sincerità, molte ci hanno contattate da sole, ma per adesso ci stiamo concentrando sul vino, quindi abbiamo fatto una piccola selezione. Befarmer è andare oltre il vino ed è stata creata per questo.

J: Il vino è una bevanda “social” per eccellenza. In che modo le nuove tecnologie si sposano con la tradizione vitivinicola?

Il vino è una bevanda “social” ma vive una controtendenza: è più social nella vita reale che nella vita virtuale. È una bevanda che diventa social la sera attorno ad un tavolo, però non è ancora molto social nel web. Le aziende vitivinicole si stanno organizzando in questo senso, ma sono molto indietro rispetto ad altri settori. Sono molto indietro anche per scelta: alcune etichette non vogliono essere molto POP, ovviamente non capendo le reali potenzialità.

Ci sono state anche diverse start up che hanno provato in questo senso; alcune ci sono in parte riuscite, ma non pienamente proprio perché c’è un forte ostacolo mentale da parte dei “signori del vino”. Probabilmente, secondo il mio modo d vedere le cose, il cambio generazionale potrà invertire questo processo.

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In che modo BeFarmer aiuta lo sviluppo sostenibile e quali sono gli obiettivi che vorreste far raggiungere a chi adotta una vite?

Befarmer può aiutare lo sviluppo sostenibile dando la possibilità anche alle piccole aziende di avere “motivazione” nel coltivare i propri terreni, nel non abbandonarli e contribuendo così alla salvaguardia e all’ordine delle campagne. In realtà BeFarmer, più che sullo sviluppo sostenibile, agisce sulla “cultura sostenibile”: le persone che adottano una vite o altri prodotti hanno la possibilità di imparare cosa significa l’agricoltura, l’amore di crescere un prodotto, la passione che ci mettono tutti gli agricoltori e il rispetto che hanno della natura stessa.

Tutto questo crea una cultura e una consapevolezza tale per cui un bambino o un adulto che vive in città, un giorno, quando riceverà il suo prodotto a casa saprà che il valore non è fuori ma dentro.

Quali sono le vostre aspettative in termini di sviluppo del progetto? Cosa vedete nell’orizzonte di BeFarmer?

Le nostre aspettative sono: raggiungere una massa critica importante, individuare dei possibili investitori, moltiplicare il format su altri prodotti e soprattutto cercare di conquistare un mercato estero importante.

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Jessica Simonetti