ricetta tradizionale casatiello cucina napoletana
26 Marzo 2021   •   Redazione

Casatiello: la Pasqua a Napoli oltre la Pastiera

«La settimana santa è appena iniziata e già le cucine degli italiani sono pronte per il pranzo in famiglia. A Napoli la tradizione è ricca di leccornie ma una su tutte, il Casatiello, soddisfa sia i palati salati che quelli dolci.»

La cucina partenopea non è seconda a nessuno quando si tratta di delizie pasquali e nelle pasticcerie di tutta Italia già si vedono le prime pastiere, il dolce forse più famoso della Pasqua napoletana. Il Casatiello segue a ruota e senza invidia. Il suo nome deriva molto probabilmente da caso, che in dialetto napoletano significa formaggio e in effetti l’ingrediente principale del nostro protagonista è proprio il cacio. A questo si aggiungono strutto, farina, lievito e acqua, senza dimenticare i ciccoli o ciccioli di maiale (pezzetti di carne finemente tagliati). L’impasto così ottenuto viene riversato nello stampino a ciambella, dando così al casatiello la sua antica forma. Prima di infornare, il tocco finale: le uova. Non è una semplice decorazione ma un vero tocco d’artista. Vengono infatti adagiate in cima all’impasto.

In realtà esistono due versioni di questa particolare torta, una salata e una dolce. La seconda versione differisce non solo dall’assenza di salumi ma dalla particolare glassatura arricchita dai diavulilli, cioè confetti misti coloratissimi che troviamo anche sugli struffoli di Natale. Entrambe le varianti costituiscono un sostanzioso pranzo al sacco da portare nelle scampagnate di pasquetta. In ogni caso, che si tratti di glassa o di uova a guarnizione, mai confondere il casatiello con il tortano, altra “non torta” della dolce Partenope.

Credits @Lanticacittadella

Storia e ricetta

La storia del casatiello si perde ormai nel lontano XVI secolo o almeno così pare, visto che la prima volta in cui si parla di questa meraviglia è ne La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile. Nella fiaba troviamo infatti la descrizione dei festeggiamenti dati dal re per trovare la giovane donna che ha perso la scarpetta:

E, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato.

Da quel momento i napoletani non possono rinunciarvi e nel tempo è diventato un piatto immancabile sulle loro tavole. Forse perché la sua forma ricorda simbolicamente la corona di spine di Gesù e l’uovo ancora non schiuso, rimanda al pulcino pronto alla vita metafora della resurrezione di Cristo. Non è quindi soltanto un piatto ma una vera e propria allegoria della passione.

Insomma non resta che gustarlo e perché no anche provare a farlo. Per questo purtroppo non vi posso aiutare ma vi lascio in buone mani, con un bel video tutorial che passo passo vi spiegherà come fare. Confesso, lo seguirò anche io, sperando di soddisfare i miei cari e di non deludere nessuno! Buona Pasqua!

Foto interna: facebook\lanticacittadella

Foto di copertina: facebook\lovepizzaRoma

Silvia Farris